Sipario con lacrime sull'era Schroeder di Francesca Sforza

Sipario con lacrime sull'era Schroeder MUENTEFERING ELETTO PRESIDENTE DELL'SPD Sipario con lacrime sull'era Schroeder Francesca Sforza corrispondente da BERLINO Se n'è andato con le lacrime agli occhi, il cancelliere Gerhard Schroeder, dalla presidenza del partito socialdemocratico tedesco.«Non mi è facile lasciare la guida del partito che fu di Willi Brandt - ha detto a una platea che fino a quel momento lo aveva seguito, se non con distrazione, con una certa freddezza ma sono stati tempi maledettamente duri». Il tono di voce si fa improvvisamente più profondo, e i delegati Spd ricambiano con il silenzio delle grandi occasioni. «Non sono stato un presidente facile, lo riconosco, ma sono orgoglioso di essere stato il presidente di un così grande partito». Lunghi minuti di applausi - sentiti e leali, ci è sembrato - hanno chiuso così i sei anni di Gerhard Schroeder alla presidenza dell'Spd. «Sarà ricordato come un presidente più temuto che amato - ci dice un vecchio delegato della Saarland, anche lui incapace di tenere a freno la commozione - Un presidente dominante, e allo stesso tempo molto solo». Ma le lacrime più autentiche, al congresso straordinario di ieri a Berlino, erano quelle di Doris Schroeder-Kopf, «Frau Bundeskanzler», la moglie, lo spin doctor, la spalla, l'orgogliosa custode del potere di casa Schroeder. Per i socialdemocratici tedeschi è cominciata ieri l'era di Franz Muentefering, l'uomo chiamato a risollevare un partito a terra (precipitato fino al 25 per cento del gradimento), e chiamato a farlo senza modificare la linea politica di fondo e gli orientamenti di «Agenda 2010». Un compito difficile, che Franz Muntefering ci ha detto di voler affrontare come «un operaio della politica, quello che sono sempre stato». Sessantaquattro anni, originario di una famiglia piccolo borghese della Saarland, Muentefering è un pro¬ fondo conoscitore del parti to. Lo chiamano «il Genera le», ma lui si è sempre defini to «un soldato semplice». Po co incline alle frequentazioni, al glamour, alle tendenze, è uno conosce gli iscritti per nome, e che nel suo discorso di presentazione, al momento dei ringraziamenti, ha nominato un giovane delegato dell'Assia, «che ha il merito di aver fatto aumentare il numero delle iscrizioni nel suo collegio del 10 per cento in un anno». Il congresso lo ha eletto suo presidente con il 95 per cento, consacrandolo, nello storia del partito, secondo solo a Willi Brandt, che per il suo secondo mandato ottenne il 99,36 per cento. Ma che cosa si aspettano i socialdemocratici da Franz Muentefering? Innanzitutto che li ascolti, e poi che gli faccia capire la necessità di introdurre le università d'elite, la tassa di 10 euro a ogni prima visita medica per l'operaio e il finanziere, che gli spieghi la ragione per cui si riduce la tutela al licenziamento e si limita l'intervento sulla disoccupazione alla ristrutturazione degli uffici di collocamento, e per cui è diventato così importante ridurre lo stato sociale, tagliare, sottrarre.Una prima risposta Muentefering l'ha data proprio ieri, rovesciando i termini del discorso e mostrando una grande capacità di comunicazione: «La nostra priorità - ha detto - non deve essere quella di interrogarci sul perchè va tagliato il sussidio sociale. La nostra priorità deve essere quella di chiederci come mai i nostri migliori ragazzi, usciti dalle scuole di formazione, vadano a chiedere il sussidio sociale perchè non hanno altre alternative». Non che la cosa cambi, ma il modo è importante, e i socialdemocratici mai come adesso bisognosi di un leader - hanno dimostrato, con applausi continui e calorosi,di voler essere al fianco del loro nuovo presidente.

Luoghi citati: Assia, Berlino