Via ipolitici Arriva il «tecnico a contratto»

Via ipolitici Arriva il «tecnico a contratto» Via ipolitici Arriva il «tecnico a contratto» Filippo Ceccarellì MA non è strano, non è incredibile, non è a suo modo fantastico che il neo-assunto (manager oi^anizzativo» di Forza Italia sia stato imposto e presentato a sorpresa da Berlusconi, l'altro giomo, ai coordinatori provinciali e regionah del partito come un «esperto di risorse umane»? In realtà, prima di lavorare come capo del personale della Vetrocock, Vittorio Usigli è un avvocato. In passato ha anche difeso Maniero, il boss della mafia del Brenta. Al Cavaliere Iha presentato l'avvocato Ghedini, nel ruolo di cacciatore di teste. Il Gazzettino ha ricordato di un flirt ((non smentito» di Usigli con Omelia Vanoni. Ma in politica quasi nessuno lo conosceva, l'avvocato è fuori dai giri. Eppure è un esperto di «risorse umane». Ma gli altri, allora, i Bendi, i Cicchitto, i politici di professione, che cosa sarebbero? Esperti di risorse disumane? Come cammina, arm come corre in fretta, la politica. Da tempo Berlusconi cercava sul mercato un «amministratore delegato», cioè un gestore evoluto, un tecnico degh apparati perla competizione elettorale, una figura di professionista del tutto estraneo alla linea. Inutile girarci attorno: i politici cui aveva affidato Forza Italia, da Mennitti ad Antomone passando per Previti e Scajola, l'hanno tutti deluso. Portano solo grane, si fanno i loro feudi locali e passano il tempo a litigare tra loro. Però questo manager, aveva fatto capire a suo tempo il Cavaliere costava pure un sacco di soldi. Tanto più costoso, quanto più estraneo. E quanto più estraneo, tanto più efficace. Usigli ha oggi un contratto di sei mesi. Scade dopo le elezioni. E' per rappunto((untecmcoacontratto»: esattamente ciò che Bettino Craxi disse qualche anno fa di Giuliano Amato, e non era certo un complimento. Bene, quel paradigma un po' sprezzante sta per diventare una funzione. Non solo, ma il manager estemo contrattualizzato manda in pensione il vecchio respon¬ sabile organizzativo, che nei partiti dellaPrima Repubblica era unpersonaggio decisivo, depositario di un potere autonomo, quindi un uomo dì assoluta fiducia, garante della continuità del grappo, più che del capo. Cossutta e Pecchioli, per dire, nel Pei. 0 Formica e De Michelis, nel Psi. Nella De, partito già più moderno e flessibile, l'incarico era abbastanza vago. Ma fu Fanfaoi, che era un leader forte, a mettere in piedi l'organizzazione, e non a caso s'inventò una figura di ((tecnico organizzativo», sia pure a prova di fedeltà. Oggi questa fedeltà si è ridotta fino a scomparire. E se è vero che Forza Italia nasce dieci anni orsono proprio grazie all'innesto delle gerarchie e delle professionahtà della grande azienda berlusconiana sul corpo della pohtica, è pure vero che l'assunzione di Usigli, che non proviene né da Fininvest né da Mediaset né da Publitalia né da altra ditta berlusconiana, pone le premesse per il superamento anche del partito azienda. E nelle eteme logiche del potere si avvicina quanto più possibile, con tutto il rispetto, all'arruolamento mercenario. Vedi gh scherzetti della pohtica (e della vita). Più l'arte del comando si allontana dalla democrazìa, più sì professionalizza, più sì affida alla iper-tecnica, e più riemergono forme antiche, ombre di principato, proiezioni di dominio arcaico camuffato da efficiente modernità. Tanto per cambiare, Machiavelli da laggiù se la ride. Per Gramsci e per Togliatti era infatti il Partito il «moderno Principe». Ed ecco che con Berlusconi si toma al Principe-principe. Il compito che ha affidato all'avvocato Usigli non è facile. Ma la lettura del capitolo XII, che Ser Niccolò volle appunto dedicare alle milizie mercenarie, può rivelarsi per entrambi devastante, giacché «la mina di Italia non è causata da altro che per essere riposatasi in su le arme mercenarie». Al CavaUere si deve addirittura una prefazione de (di Principe». Lamemoriaselettivaèsempre un grande aiuto, però nuoce anche. Agh umani.

Luoghi citati: Antomone, Fininvest, Italia, Mediaset