Pelacchi, amaro ko E Freire beffa Zabel

Pelacchi, amaro ko E Freire beffa Zabel FINALE SHOW ALLA MILANO-SANREMO: IL TEDESCO BRUCIATO A MANI ALZATE Pelacchi, amaro ko E Freire beffa Zabel Gli italiani ci provano ma senza fortuna: scappa Celestino, Bettini illude sul Poggio, Bartoli e Rebellin cadono. Poi la volata: il nostro sprinter è 40 Giorgio Vibertì inviato a SANREMO Il corteggiamento di Alessandro Petacchi alla Milano-Sanremo si esaurisce a pochi metri dal traguardo, quando l'amata si concede a un altro; esulta il prescelto, lo spagnolo Oscar Freire, mentre lo spezzino fila via sconfitto. Pareva che il pronosticatissimo epilogo in volata non potesse sfuggire al più forte sprinter del momento e invece il leader della Fassa Bortolo, a poche decine di metri dal trionfo, si è fatto infilare dal tedesco Zabel, poi matato a sua volta - quando già esultava braccia al cielo: incredibile! - dal torero della Rabobahk. Alle loro spalle Petacchi, ormai piantatosi, rotolava giù anche dal podio ad opera dell'australiano O'Grady. Poco lontani chiudevano l'iridato e lui pure spagnolo Astarloa (6"), il lettone ex campione del mondo Vainsteins (7 '' )e il generoso Jìettini (80),poi ancora il belga Van Petegem (10"), l'olandese Dekker (11 "le Celestino (I2')per una Sanremo grandi nomi. Cominciamo dalla fine, visto che tutte le iniziative precedenti - lodevoli soprattutto Bettini e Celestino - non avevano sortito effetto alcuno. Si arriva in vetta al Poggio, la salita simbolo della corsa, con il gruppo di nuovo compatto. In discesa ci provano a turno Celestino, Figueras e Astarloa: tutto inutile. Sembra fatta per la Fassa Bortolo di Petacchi, che porta sei uomini in testa a tirare alla morte. Il treno biancoblù sbuffa e sferraglia minaccioso, pronto a catapultare il suo sprinter verso la gloria. Ma arriva ai 200 metri finali un po' a corto di ossigeno e velocità, tanto che Petacchi deve uscire già ai 180, e sembra subito un po' lento. Infatti viene rimontato da Zabel, poi da altri, e si arrende. «Mi dispiace - dirà il grande battuto -, ho deluso i miei compagni che sono stati perfetti. Avevo le gambe dure per l'andatura tenuta su Cipressa e Poggio. Sono uscito un po' corto dalla scia di Trenti e non ho più saputo rilanciare la bici. Comunque ho capito che la Sanremo posso vincerla». Come aveva fatto due anni prima il suo acerrimo rivale Mario Cipollini, ieri invece crollato sul più bello. Anche Re Leone era nel gruppo dei big ad inizio Cipressa, la penultima salita, a meno di 30 km dalla fine. «Lì però ho capito che non avrei mai potuto vincere - ha ammes- so Cipollin., giunto infine 109" a 5'40" da Freire -. Ho pagato l'influenza che mi aveva colpito prima della Tirreno-Adriatico. Il futuro? Non so, mi fermo un po', poi vedremo». Salta quindi l'ipotesi di una puntata al Nord e pretende un punto interrogativo anche il programma estivo: Re Leone, dopo U Giro, farà davvero il Tour come annunciato? Chi ieri non ha comunque deluso è stato ancora una volta Paolino Bettini, il re della Sanremo 2003. Si è messo a tirare lungo la Cipressa, ha spronato i non velocisti a imitarlo per staccare gli sprinter in salita, infine è scattato sul Poggio a 7 km dal traguardo, dove l'anno prima aveva costruito il suo trionfo. «Ma non ho avuto l'aiuto che speravo - si è lamentato il "Grillo" -. Solo Popovych ha lavorato duro (sulla Cipressa, ndr), invece devo tirare le orecchie a Di Luca, Figueras e Astarloa, che hanno fatto il gioco dei velocisti». In verità merita l'onore delle armi anche Celestino, buttatosi a capofitto nella discesa della Cipressa tanto da restare solo in fuga per 10 km, fino all'attacco del Poggio. La sua folle picchiata è costata cara a Bartoli, Rebellin e Van Petegem, caduti in discesa nel tentativo di inseguirlo. Senza altri tre possibili protagonisti sul Poggio, il finale è diventato ostaggio dei velocisti. Ma invece di Petacchi, nell'albo d'oro della Sanremo - dopo Cipollini e Bettini - ha scritto il proprio nome Oscar Freire, 28enne di Torrelavega, secondo spagnolo a centrare l'impresa dopo Poblet e bestia nera dei nostri (fu oro ai Mondiali '99 a Verona e di nuovo a Lisbona 2001, bruciando Bettini). E' dal 1950 che l'Italia non vince tre Sanremo consecutive: allora ci riuscì con Coppi ('48 e '49) e Bartali ('50). Davvero altri tempi. I tedesco Erik Zabel alza le braccia credendo di aver vinto, ma alla sua destra viene beffato dal colpo di reni dello spagnolo Oscar Freire. A destra Petacchi, quarto