«Non abbiamo mentito, ecco le prove» di Gian Antonio Orighi

«Non abbiamo mentito, ecco le prove» I SERVIZI RIBADIVANO LA PISTA BASCA «Non abbiamo mentito, ecco le prove» Il governo distribuisce i documenti segreti dell'Intelligence retroscena Gian Antonio Orighi MADRID ggCl possono perdere le elezio''^ ni ma ciò che il governo non permette, accetta o lascia passare è che sia menzognero». Con queste parole, sottolineate con forze ieri mattina nel Palazzo della Moncloa (il Palazzo Chigi madrileno), il ministro portavoce del governo, Eduardo Zaplana, ha concluso la presentazione di documenti segreti declassificati per sottolineare la correttezza (e non la manipolazione denunciata dai socialisti vincitori delle legislative) dell'esecutivo Aznar dopo la strage dell' 11 marzo. É stato lo stesso ministro degh Interni uscente, Angel Acebes, a distrubuire ai giornalisti sei documenti del Cni, il più importante servizio segreto spa- gnolo. Sono 30 pagine in cui (rapporto di Carmen Baladia, direttrice dell'Istituto anatomico forense) si esclude tassativamente che si siano incontrati «dati o indizi sulla presenza di terroristi kamikaze» sui treni della morte. «Tutta la verità in tempo rea¬ le» è il primo documento. È la cronologia dalle 7,34 di giovedì 11 marzo, quando scoppiano le bombe di Al Qaida sul primo treno. Alle 9,55 Aznar telefona a Zapatero e lo informa della situazione. Alle 12 il Gabinetto di crisi concorda nel ritenere che la mattanza è opera dell'Età. Dopo che Arnaldo Otegi, portavoce dell'illegale Batasuna (braccio pohtico dell'Età) contesta l'ipotesi, Aznar alle 13 telefona a tutti i direttori di giornale e nega ogni attendibihtà di Otegi. La responsabilità dell'Età è molto importante. L'opposizione, anche con manifestazioni illegali di piazza, chiedeva di sapere, prima del voto, se gh assassini erano baschi o di Al Qaida. La ricostruzione è minuziosa. E permette di stabilire che Acebes, appena avuti i dati del Cni, h ha comunicati alla stampa. Nei documenti si fa notare anche che sono sempre state ammesse le domande dei giornalisti. Il documento 3 è la valutazione del Cni sui presunti responsabili. Dice: «Consideriamo quasi sicuro che l'Età sia autrice degh attentati. Lo avvallano queste circostanze: voleva essere presente nella campagna elettorale con attentati a Madrid per dimostrare la sua forza; lo stile è quello usato negli ultimi anni; cercarono di far saltare in aria il treno Madrid-Irun il 24 dicembre con valigie-bomba. La dimensione dell'attentato significa un cambiamento importante nell'esecuzione delle azioni: indiscriminate e senza avviso». E si conclude: «Con i dati disponibili adesso non si può affermare che alcuna organizzazione legata alla Jihad Intemazionale possa essere responsabile degli attentati». La pista islamica che lancia Otegi, un ex terrorista (4 anni di carcere per sequestro di persona) prende piede con il rinvenimento, ad Alcalà sempre l'il marzo, di un furgone con sette detonatori e un nastro con registrato il Corano. Il veicolo è stato lasciato aperto, con le chiavi innestate nel cruscotto, ed è per questo che viene notato. Comparando il documento (il rapporto del Cni sul furgone) con la cronologia si nota che passa poco tempo da quando Acebes sa le notizie a quando le comunica. Il furgone è trovato alle 10,50 grazie alla denuncia di un cittadino. Alle 18,15 arriva il rapporto al servizio traduzione. Aznar lo rivela a Zapatero e ai direttori di giornale alle 20,10. Acebes va in tv alle 20,20. Alle 21,30 dell'I 1 marzo ecco la prima rivendicazione di Al Qaeda. Alle 11,30 del 12 marzo Aznar punta in tv sull'Età. Alle 16,40 arriva la valutazione del Cni (documento 4) : «Risulta molto improbabile che il comunicato sia stato dettato da ima persona della Jihad Intemazionale». Alle 18 Acebes svela il ritrovamento di una borsa inespolsa d'esplosivo con un cellulare come detonatore e parla di «nuove piste d'indagine». Sabato Al Qaeda manda un video di rivendicazione; La Spagna inorridisce, pensa alla presenza militare in Iraq e i Popolari perdono le elezioni. ' m **m* . «-•a.'rJSi» ;2S*sv«-"ri

Luoghi citati: Alcalà, Iraq, Madrid, Spagna