Trapianto record su una bambina

Trapianto record su una bambina LA PICCOLA HA SETT^ MESI Trapianto record su una bambina Un lungo viaggio da Genova a Miami Otto organi vitali sostituiti dai chirurghi MIAMI Un trapianto di otto organi, ritenuto un record mondiale nella chirurgia, è stato eseguito a Miami su una bambina italiana di sette mesi, che è ora fuori pericolo e in buone condizioni. Lo ha reso noto la scuola di Medicina dell'Università dove è avvenuto l'intervento, durato dodici ore. La genovese Alessia Di Matteo è stata sottoposta al trapianto di fegato, stomaco, pancreas, intestino tenue, intestino crasso, milza e i due reni. Gli organi provenivano da un unico donatore, un bambino di meno di un anno. L'intervento è avvenuto il 31 gennaio ma la notizia è stata diffusa solo ieri, in attesa che si stabilizzassero le condizioni di Alessia. La bambina si trova ancora in osservazione a Miami, dove è stata trasferita a metà gennaio dall'ospedale Gaslini di Genova e dove in queste settimane la madre è sempre rimasta al suo fianco. La piccola soffriva di una rara e grave malformazione dell'apparato digerente. L'intervento è stato eseguito daU'equipe del professor Andrea Tzakis, lo stesso medico che guidò nel '97 un altro intervento analogo, con trapianto di sette organi, su un'altra bambina genovese, Eugenia Borgo. Alessia dovrà restare ancora per alcuni mesi a Miami, prima di essere trasferita di nuovo al Gaslini. Prima di essere indirizzata all'equipe di Tzakis era stata seguita all'Istituto Gaslini da un'equipe multidisciplinare. «È stato un lavoro di tutto l'ospedale. Eravamo a conoscenza della malformazione di cui era affetta la bimba prima della nascita, attraverso la diagnosi prenatale - spiegano al Gaslini - e appena nata abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare per tenerla in vita. I nutrimenti le furono fomiti attraverso l'accesso venoso. L'unica possibihtà di salvarla era però il trapianto multiorgano». La bimba fu quindi inviata dai medici dal Gaslini a Miami. «In Italia un intervento del genere non è possihUe e neanche in Europa - spiegano i sanitari - le uniche persone al mondo in grado di farlo con garanzie di successo sono loro». Al Gaslini sottolineano il contributo deUo Stato italiano per i finanziamenti necessari per l'intervento. «Alessia sta attraversando un buon periodo, non è ancora finita - dice al telefono la madre dalla camera d'ospedale - ma ora va molto meglio. Solo pochi giorni fa ha avuto un momento terribile, una ricaduta che ci ha fatto temere U peggio. Ora sembra passata, ma resteremo a Miami ancora a lungo». Monica Di Matteo è impiegata di banca. Il marito, operaio, è rimasto a Genova con gli altri due figli. «Al mio fianco c'è stata per settimane mia sorella,. che parla bene l'inglese - racconta - e la ricaduta di Alessia è avvenuta proprio quando lei se n'è andata. È stato un momento terribde». Di momenti difficUi, però, la famiglia genovese ne ha trascorsi molti da quando la signora Di Matteo ancora portava avanti la gravidanza. ((Al quarto mese - ricorda - i medici mi hanno detto che c'era un problema e che c'erano rischi. Ho deciso di portare avanti comunque la gravidanza. Ad Alessia dopo la nascita è stata diagnosticata questa grave patologia, la megavescica microcolon, e l'unico posto al mondo dove potevano salvarla era qui, all'Università di Miami». Il viaggio deUa speranza è stato interamente organizzato dai medici del Gaslini, dove la bambina era seguita daU'equipe deji professor Arrigo Barabino. È stata la Usi locale a pagare gran parte delle spese e i Di Matteo hanno beneficiato anche di una gara di solidarietà tra amici e coUeghi. «Contiamo in una settimana di far uscire Alessia daU'ospedale», spiega Gennaro Selvaggi, 35 anni, un medico di Bari che da dieci anni lavora alla University of Miami Schhol of Medicine e che ha fatto parte dell' equipe deU'intervento. «Ma la bambina dovrà restare qui in Florida per almeno altri tre mesi», aggiunge. (r. cri.]