«Paghiamo la contingenza ai medici dì famiglia»

«Paghiamo la contingenza ai medici dì famiglia» DECISIONE DELLA REGIONE PER METTERE FINE Al NUMEROSI CONTENZIOSI. LA CORTE D'APPELLO AVEVA DATO TORTO Al DOTTORI «Paghiamo la contingenza ai medici dì famiglia» Gli arretrati, a partire dal 1995, costeranno alle Asl intorno ai 20 milioni di euro Alberto Caino La Regione Piemonte ha deciso di riconoscere milioni di euro a medici di famiglia, pediatri di base e ambulatoriali che in parte si erano già rivolti alla magistratura del lavoro e si erano visti bocciare i ricorsi. Fin qui nulla di strano: la scelta di ricompensare una categoria di professionisti rientra nei diritti-doveri degli amministratori pubblici. C'è un però: la giunta regionale, con la delibera del 2 marzo scorso, giustifica la decisione con il richiamo ai «numerosi contenziosi di natura legale da parte dei medici interessati» e al «fine di dirimere l'annosa questione». Le sentenze della sezione lavoro della Corte d'appello torinese si erano espresse a favore delle Asl citate in giudizio (assistite da numerosi legali fra cui i professori Vittorio Barosio e Dario Gamba) e che ora - seconda questione - devono attingere i fondi neces¬ sari dai propri stanziamenti di bilancio. Solo per gli arretrati si parla di almeno 16 milioni e mezzo di euro da reperire taghando altre spese della sanità. La fonte è la Fimmg, ima delle maggiori organizzazioni sindacali interessate. Negli uffici regionali circolano cifre leggermente superiori (20 milioni di euro). Dalle direzioni di alcune Asl arrivano con i mugugni valutazioni economiche superiori. Il problema che qui interessa; saraimoi cittadiniutenti della sanità pubbhca a pagare il conto? L'assessore regionale Valter Galante ha firmato l'accordo sindacale al termine di una trattativa di mesi avviata dal suo predecessore: «Non voglio sottrarmi alle mie responsabihtà. Come Regione siamo convinti di aver apphcato un istituto dovuto. Le Asl avrebbero dovuto accantonare i fondi». Ma avevano vinto le cause. «Contro singoli ricorren¬ ti. Noi abbiamo riconosciuto il principio che un contratto nazionale di lavoro va rispettato». Un accordo sindacale prevede nuove risorse. «Noi non ne abbiamo di aggiuntive. Distribuiamo alle Asl tutte le nostre disponibilità di cassa». Sull'argomento il consigbere regionale Mario Contu (Rifondazione) annuncia un'interpellanza: «Ho notizia di una circolare dell'assessorato alla sanità, pervenuta alle Asl, con le disposizioni per la liquidazione in 36 rate degli arretrati (in parecchi casi di 50-75 mila euro) ai medici interessati a partire dalla loro autocertificazione. Diventa inevitabile taghare i bilanci, che vuol dire chiudere servizi alla persona. Chiedo perché, in assenza di atti vincolanti, si sia voluto riconoscere una doppia indennità di contingenza a una categoria di liberi professionisti». Un medico di famiglia con un alto numero di assistiti può ricavare mensilmente dalla sua atti¬ vità 5-6 mila euro, ma deve provvedere al proprio fondo pensione e non può contare sull istituto della liquidazione che spetta ai medici ospedalieri. Alla formazione del suo reddito concorrono alcune indennità, fra cui quella del «compenso aggiuntivo», la «contingenza» deilavoratori dipendenti. Nel 1995 la Regione Piemonte decise di non corrispondere più questa indennità ai medici di famiglia, ai pediatri di base e agb specialisti impegnati come liberi professionisti in ambulatori pùbblici che avessero una doppia convenzione o, essendo già in pensione, percepissero l'indennità di contingenza. Secondo il dottor Mario Costa, segretario provinciale Fimmg, i medici interessati (per i 9 anni di arretrati e il riconoscimento mensile della doppia «contingenza» a partire dal 2004) sono 600 in Piemonte. Soltanto l'avvocato Roberto Longhin ha patrocinato oltre 100 ricorsi ai giudici del lavoro. Cassati quasi tutti (con eccezioni nel Cuneese) in primo grado, tutti in appello con motivazioni tranchant. «Ne abbiamo diritto - ribadisce Costa - e in molte altre regioni anche i giudici l'hanno riconosciuto». Si era vicini al pronunciamento della Cassazione, che avrebbe dovuto mettere d'accordo tutti. Il L'assessore Valter Galante

Persone citate: Dario Gamba, Mario Contu, Mario Costa, Roberto Longhin, Valter Galante, Vittorio Barosio

Luoghi citati: Piemonte