Sulla nave di Bonito Oliva l'arte diventa un cocktail di Simonetta Robiony

Sulla nave di Bonito Oliva l'arte diventa un cocktail PARTE OGGI SU CULT NETWORK (SKY) «ABORDO» Sulla nave di Bonito Oliva l'arte diventa un cocktail Simonetta Robiony ROMA Se la Rai latita e Mediaset nicchia, Sky provvede. Per quelli che hanno il satellite, pochi, ma sempre meglio che per nessuno, parte stasera su Cult Network del bouquet PrimoSky, prodotto da «L'Agenzia-Limbo-film», il programma ((ABOrdo delle arti», gioco dr parole ma anche altro, addirittura in prima serata, per venti puntate da mezz'ora luna, un onore che le tv generaliste non potrebbero mai concedere convinte come sono che avverrebbe un immediato e tragico calo di ascolti. E le file alle mostre, anche le più raffazzonate? L'affollamento nei musei, anche quelli sperduti? L'Italia terra del 7007o del patrimonio artistico mondiale? Chi se ne importa. Auditel for ever. L'idea di ((ABOrdo» è di Achille Bonito Oliva, uno dei massimo critici di arte contemporanea, a suo tempo direttore della sezione Arte della Biennale, uomo spiritoso e provocatorio, amato e odiato come tulli quelli che contano. Lo ha realizzato con l'aiuto di Cecilia Casorati raccogliendo una infinità di interviste a mercanti, critici, galleristi, collezionistie e artisti perchè ormai anche gh artisti parlano, per spiegare a chi non ne sa niente, quello che lui chiama (di Sistema dell'arte». Convinto che l'arte, soprattutto dal XX secolo in avanti, non solo sia una sola in quanto la musica contamina la pittura, la poesia la danza e così via, ma anche che non si possa parlar d'arte se non nel contesto dentro il quale l'arte si manifesta. «L'artista crea - spiega Bonito-Oliva - ma il ky ier rk da ma ma a, un eno co re, nti? nio rta. di mo uo lla tohe di nirimai e a lui nto in o la sia n si sto ara il critico riflette, il mercante vende, il gallerista espone, il collezionista tesaurizza, il museo storicizza, il mass-media pubblicizza, il pubblico contempla e in qualche modo ricrea, in un meticciato di linguaggi che riflette l'espressione contemporanea». Si comincia dalle avanguardie del secolo scorso da Duchamps e Picasso e si arriva a Enzo Cucchi della Trasavanguardia e alla fotografia di Oliviero Toscani. Dalla pittura alle installazioni, dalle gallerie ai musei. Ma perchè un critico si mette a fare divulgazione? «La scrittura saggistica non basta. C'è quella televisiva: perchè non utilizzarla?». In televisione, prima di lei, l'hanno fatto Sgarbi e Daverio: che ne pensa? «Sgarbi usa un linguaggio antiquato: fa terrorismo mediatico. Daverio con la sua cordialità solletica la cordialità del pubblico». Cosa distingue una messa in scena teatrale da una esibizione di body-art? «Il prevalere di un linguaggio sugh altri. Ma oggi ciascuna espressione artistica utilizzza le altre. Per un mondo complesso come l'attuale il linguaggio più adatto è quello multimediale. L'arte di oggi è un cocktail composto di molti sapori che però alla fine producono una bevanda unica che ha un suo stile e una sua firma». Il lavoro per la televisione ha interrotto quello di critico e curatore di mostre? «Nient'affatto. Alla Certosa di Torre Padula, per il ciclo "Le opere e i giorni", preparo "Vanitas", un altro capitolo del nuovo museo co-regionale che nasce in Campania. E per il Forte Belvedere di Firenze la rassegna multimediale "Infiniti", perfetta per quel magnifico spazio».

Persone citate: Achille Bonito Oliva, Bonito Oliva, Cecilia Casorati, Daverio, Enzo Cucchi, Oliviero Toscani, Picasso, Sgarbi, Torre Padula

Luoghi citati: Campania, Firenze, Italia, Roma