Vecchioni non canta «Marìka» in segno di lutto per la Spagna
Vecchioni non canta «Marìka» in segno di lutto per la Spagna CONCERTO A TORINO DEL CANTAUTORE CHE PORTA IN TOUR IL NUOVO DISCO Vecchioni non canta «Marìka» in segno di lutto per la Spagna TORINO «Marika», Roberto Vecchioni non la canta. Non qui, non stasera. Ma non perché dissuaso delle insinuazioni - arrivate pure da certa sinistra, e dunque più sgradevoli - di sottese «comprensioni» per il terrorismo. I tempi sono quelli che sono, pure ad una canzone ci si attacca; e se un poeta s'interroga sull'abisso di un'anima, sui fantasmi di chi sceglie di morire per dare la morte, e racconta la storia di una ragazzakamikaze, ci sarà sempre un qualche funzionario che griderà allo scandalo. Figurarsi. «Tutta la mia vita, tutto ciò che ho scritto - scandisce Roberto, duro e orgoglioso - dicono la mia avversione per ogni violenza». Però stasera, al teatro Colosseo di Torino, a pochi giorni dall'orrore, «Marika» non la canta: «Per rispetto verso il popolo spagnolo, in segno di lutto e di condanna contro tutti i terrorismi», e il pubblico si alza in piedi, spontaneamente, in un lungo applauso commosso. Hai voglia di pensare adesso sentiamo le canzoni, adesso ci facciamo portare via ancora una volta nel mondo commosso e sentimentale di Roberto Vecchioni, con i suoi miti, il tempo che passa, gli affetti svaniti, il viaggio, i ritomi, l'amore, la vita «perduta come una partita». Hai voglia. Un teatro non è un'isola, non ci sono più isole. Comunque, è un bel concerto. Pieno d'entusiasmo; è strano, uno crede che a sessant'anni sia difficile trovare entusiasmi. Ma Vecchioni s'è lasciato Robert alle spalle un periodo oscuro, la grande paura della Malattia; ha contemplato la morte, e ora sa cantare la vita, con parole che solo chi c'è passato conosce. «Rotary Club of Malindi» non è un disco di routine, la routine di un cantautore agé e un po' annoiato. E' un urlo liberatorio, è una spericolata autoanalisi pubblica, è senso ritrovato dell'esistenza, è stupore per ciò che scopri a sessant'anni, quando si ricomincia a vivere. C'è dentro l'Africa, perché un viag- gio in Africa è stato lo snodo della vicenda umana di Vecchioni; ma soprattutto, c'è l'autenticità. Il bisogno di essere autentici. Roba dannatamente fuori moda, qui e oggi. Autenticità è guardarsi dentro, e guardarsi da fuori. Riuscendo a sorridere. Roberto non risparmia neppure la retorica del vecchionismo che ha accompagnato l'adolescenza, la maturità, e i primi capelli bianchi di noi ragazzi d'età, spersi fra ragazzi più giovani, nella penombra di un lindi» teatro, ad ascoltare il cantastorie di tutti i nostri ieri. Lui canta. «Tango, vorrei soffrire ma mi tengo I e poi che cosa me la piango?». E basta uno sguardo e già ci siamo capiti. Belli e perdenti. Ci abbiamo marciato alla grandissima. «Tango/sono un perdente ma di rango». Frenetico, è frenetico. Quasi dovesse recuperare. Ha cantato a Barcellona, pensa a Parigi. Intanto, ad aprile, da Einaudi esce il nuovo romanzo, che s'intitola «Il libraio di Selinunte», come la canzone. Poi, la politica. L'impegno civile. Dei cantautori storici, è quello che più s'è schierato. Lui, e sua moghe Daria Colombo, che dei girontondi è stata fondatrice «sono nati nel tinello di casa mia», scherza. Adesso, Daria accompagna Roberto neUe prime tappe del tour: ovvio, è la direttrice artistica, e intanto ad ogni tappa tesse la tela deUa nascitura Associazione dei Girotondi per la Democrazia. Tiene i contatti, incontra i comitati locali, a Bologna si vede con Cofferati, a Torino cerca Novelli... E distribuisce i nastrini arancione, un simbolo per dire che questo governo non va. Lo dice anche Roberto, a modo suo: «Che bel veder che bel veder 1 faccetta rosa in campo azzurro 1 ad annaspar, ad annaspar I col suo sorriso da boulevard». E non c'è astio, in quella canzoncina festosa che chiude il concerto, ma allegria, voglia di divertirsi. Come sanno i vecchiomani antichi, soltanto il re non si diverte mai. [g.f.] Il tour: 21 e 22 marzo a Milano (Smeraldo), 23 Firenze (Verdi), 28 Roma (Auditorium), 26 aprile Genova (Politeama), 29 Sanremo (Arlston). Roberto Vecchioni in tour con «Rotary Club of Malindi»
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