Direttiva sui revisori di Enrico Singer

Direttiva sui revisori Direttiva sui revisori LUe invoca più controlli Enrico Singer rfégondi corri ente da BRUXELLES «Se c'è qualcuno che è stato lento, sicuramente sono state le autorità italiane, che non hanno svolto una sorveglianza adeguata». Frits Bolkestein lancia la sua bordata alla fine dell'audizione parlamentare nella quale ha appena presentato la nuova direttiva per rendere più strette e trasparenti le regole sui revisori dei conti. Gli era stato chiesto se non fosse stato proprio l'esecutivo europeo a peccare di lentezza nel reagire al caso Parmalat e la domanda lo fa scattare come una molla. Ma poi attenua la polemica. «E' meglio non accusarsi a vicenda», dice il commissario olandese che ba la responsabilità del Mercato intemo. L'importante è concentrarsi sul futuro per evitare che si rinnovino casi simili. E i revisori dei conti per Bolkestein «sono una delle nostre maggiori linee di difesa». Per questo la Commissione ha approvato ieri la sua proposta ebe dovrà passare adesso sia al vaglio del Consiglio che dell'Europarlamento. Nel caso Parmalat «anche i revisori non sono stati all'altezza del loro incarico», dice Bolkestein. «La storia dei 3,2 miliardi di euro che si supponeva fossero in banca a New York e che, a prima vista, sono evaporati, rappresentano qualcosa di deplorevole». E non c'è soltanto Parmalat. .11, commissario ricorda anche il caso del gigante' olandese Ahold e conclude che «quando i sistemi di difesa non funzionano, la fiducia nelle informazioni finanziarie e nei mercati viene distrutta: se non è ripristinata rapidamente, investimenti, posti di lavoro e crescita saranno perduti». Che cosa fare per evitare tutto questo? La ricetta di Bruxelles punta su più ingredienti: controlli indipendenti dei conti, responsabilità unica per i bilanci consolidati, rotazione delle società di audit, monitoraggio pubblico dei revisori. Il commissario ammette che «nessuno è così ingenuo da pensare che una direttiva metterà fine in un colpo solo alle frodi», ma è sicuro che la proposta renderà il processo di controllo dei conti più rigoroso e «inietterà nel sistema una maggiore dose di etica». Il primo punto-chiave della nuova direttiva è quello di «definire una chiara catena di responsabilità» nei casi in cui gruppi di imprese sono sottoposti a revisione da diverse società in diverse parti del mondo, come è stato per Parmalat. Il team di revisori dei conti consolidati di un gruppo d'imprese «deve avere la completa responsabilità della revisione», è scritto nella proposta. Sono, poi, introdotti standard intemazionali di revisione; i revisori saranno soggetti a «esami di qualità» e le imprese di revisione di società quotate, banche e assicurazioni dovranno pubblicare rapporti annuali sulla trasparenza con dichiarazioni anche sull'efficacia del management. j Sul piano regolamentare è prevista la definizione di criteri comuni per il sistema di controllo dei revisori, la creazione di un «comitato di regolamentazione dei revisori» composto dai rappresentanti degli Stati membri e la cooperazione tra le autorità nazionali. La direttiva stabilisce che un'impresa di revisione di un Paese terzo - come gli tTsa - si registri nello Stato europeo dove intende svolgere la sua attività. Si suggeriscono anche sanzioni «dissuasive e proporzionate» in caso d'infrazione delle norme Uè e, se fossero necessarie, anche sanzioni penali. Per quanto riguarda la rotazione dei revisori, si lascia la scelta agli Stati tra una rotazione dei partner di revisione ogni cinque anni o della società di revisione ogni sette anni. Infine si prevede una «chiara e regolare cooperazione» con le autorità di controllo intemazionali, come la Pcaob americana.

Persone citate: Bolkestein, Frits Bolkestein

Luoghi citati: Bruxelles