Tre donne in un mondo usa e getta

Tre donne in un mondo usa e getta ALMATEATRO Tre donne in un mondo usa e getta 1MARIATERESAMARTINENGO j Scarti. Rifiuti. Materia messa da parte, abontanata, evitata. Materia cioè oggetti, prodotti deperiti o sempbcemente divenuti inutib. Ma anche esseri umani ridotti a «materia». Esseri umani come scarti, considerati inutib (dal mondo che ha potere e decide per sé e per gb altri). C'è tutto questo continuo sovrapporsi e intrecciarsi di piani in «Scarti», il nuovo lavoro che Almateatro, la compagnia multietnica femminile da anni attiva sul territorio torinese, mette in scena da domani a venerdì al Teatro Baretti (via Baretti4, ore 21, tei 011655187). Lo spettacolo è inserito in «Pensieri meticci», cantiere teatrale neU'ambito del più vasto «San Salvarlo Cantiere» di Almaterra e Associazione Baretti. Il testo, scritto da Gabrieba Bordin, regia della stessa Bordin e di Rosanna Rabezzana, interpretato da Sonia Aimiuwu, Enza Levate e Vesna Scepanovic, è liberamente tratto da «Un mondo usa e getta» di Guido Viale e da «Fiabe dabe colline dei rifiuti» di Latife Tekin. Al centro, una discarica urbana dove di continuo vengono rovesciate valanghe di rifiuti e che potrebbe essere posta ai margini di una qualsiasi delle nostre città. Qui si incontrano tre esistenze. «Sono tre donne - spiegano Rosanna Rabezzana e Gabriella Bordin che, per motivi diversi, si trovano "scartate" dal mondo di fuori. L'incontro, l'intreccio delle storie, i rapporti che si stabiliscono tra i personaggi danno modo di riflettere sul tema dei rifiuti, oggetti e persone, sui modelb di sviluppo che li generano, suba parte di ognuno di noi che generalmente non voghamo vedere o fatichiamo ad accettare». A proposito deU'abestimento perfettamente in linea con la concezione di teatro che dal 1993 anima il lavoro di Almateatro, cioè come «necessità», amplificazione, specchio, reinvenzione e rappresentazione del reale che ci circonda (un teatro che indaga neba memoria personale, nelle esperienze di vita, nelle culture di appartenenza) - le registe spiegano: «La narrazione è rotta da momenti corali, quasi che per farsi sentire dal mondo di fuori occorresse una risposta più compatta, più forte da parte di chi viene rifiutato».

Persone citate: Baretti, Bordin, Gabriella Bordin, Guido Viale, Rosanna Rabezzana, Sonia Aimiuwu, Vesna Scepanovic