Il nuovo leader spagnolo «Via dall'Iraq se l'Onu non prende il controllo»

Il nuovo leader spagnolo «Via dall'Iraq se l'Onu non prende il controllo» ZAPATERO ANNUNCIA LA SVOLTA Il nuovo leader spagnolo «Via dall'Iraq se l'Onu non prende il controllo» «In caso contrario, i nostri torneranno a casa entro il 30 giugno». «La guerra è stata un errore e le sue motivazioni si sono rivelate infondate» Gian Antonio Orighi MADRID «La guerra in Iraq è stata un errore. Le truppe spagnole torneranno a casa il 30 giugno se non ci saranno cambiamenti, cioè se l'Onu non prenderà in mano la situazione». Il socialista José Luis Rodriguez Zapatero, il grande vincitore delle legislative di domenica, mantiene ancora la promessa fatta in campagna elettorale. E l'il Settembre di Madrid, con i 200 cadaveri dell'ecatombe di Al Qaeda ancora caldi, non hanno spostato di un millimetro le convinzioni pacifiste che manJfeata,van.eJle-piazze,nel febtpi«3^él!a003vaUno dei due motivi , che spiegano (con la straigè) il suo imprevisto successo. |^esweKai«;iuiftTasa; sicuro di sé benché abbia conseguito 164 seggi alla Camera quando la maggioranza è di 176 deputati (e gli interventisti popolari di Mariano Rajoy, i grandi perdenti, siano a soli tre seggi dalla maggioranza assoluta al Senato), il futuro premier ha illustrato ieri mattina, nella sede centrale del Psoe, nella madrilena calle Ferraz, le linee mae¬ stre del suo governo, che sarà monocolore e si gioverà di «accordi puntuali» con altri non specificati partiti. Dopo aver ringraziato gli elettori, ha affrontato il tema più dirompente che abbia mai affrontato la Spagna: il terrorismo islamico. «Riaffermo il mio impegno contro il terrorismo, sia interno (quello dei baschi dell'Età, ndr) che internazionale, per vincere il quale la via è la coop irazione internazionale e quella delle intelligence, e la creazione di una grande alleanza», ha esordito Zapatero, 43 anni. Ma quando una giornalista americana gli ha chiesto se il suo risultata., dìóttorale, condizionato*flàl,-. terrorismo, non sia la vittoria del terrorismo, il leader socialista, molto infastidito, è sbott«MMaiSpagna..c'era vogfcfgtdi cambiamento e così si è dimostrato domenica scorsa. Io ci ho sempre creduto». Ci credevano in pochissimi. Nessun sondaggio e nessun giornale, compreso il filosocialista «El Pais», infatti, prevedeva alla vigila il clamoroso ribaltone. E nessun partito, come quello popolare di Rajoy e del premier uscente José Maria Aznar, è passato mai dalla maggioranza assoluta all'opposizione. Nella sua sede nazionale, ieri, era evidente l'improvvisazione di una conferenza stampa da premier in pectore non prevista. E Zapatero ha promesso un governo «dialogante e di buon senso». Parlando dell'Iraq, ha poi aggiunto: «Rigetto i conflitti unilaterali. Il tempo ha dimostrato che gli argomenti per la guerra in Iraq non avevano credibilità e che la gestione è stata pessima». Quando gli è stato chiesto, ironicamente, se avesse ricevuto i complimenti di George W. Bush, il leader della Rosa ha spalancato.il.,suQ..sorriso: (/.L.a lista .è. stata-, malto lungà-^Kon^ho avuto il tempo di cqntrplìarla. Ma le relazioni con gli Usa rimarranno cordiali». -, L'Iraq non è statR..;^;, gojkr punto che segna una svolta di 180 gradi. Anche sui temi dell'Europa, Zapatero sovverte la politica di Aznar. «La Spagna sarà europeista come non mai. Sono disposto a lavorare per l'allargamento e la futura Costituzione. Un'Europa unita e forte è garanzia di unità e di progresso - ha detto con forza, sottolineando parola per parola -. Inol- tre, ricupererò le buone'relazioaijeoi&la Francia; la .GsrT-. mania e gli altri partner della Uè». Nessun accenno, invece, a un cambio di posizione sulla difesa di Aznar degli accordi di Nizza che bloccano la Convenzione, difesa dai socialisti in campagna elettorale. Per quel che concerne la politica interna, Zapatero non ha parlato di future alleanze, ma si è soffermato sul nuovo stile del suo futuro i'SSccutivo: «Nar'.-SOGialisti cambieremo molte cose in questo Paese, come il comportamento, il modo di rivolgersi ai cittadini, la comprensione tra gli spagnoli, la umiltà dei governanti. Il nostro partito, prima o seconda forza in tutte le regioni, è garanzia di coesione nazionale». Ma ci sono problemi, perché il suo partito, che è federale, in Catalogna vuole riformare uno statuto speciale ch^è-ilrpiù ampio d'Encibpa. Un cambiamento che richiederà una riforma della Costituzione. E rimane ancora il nodo della governabilità, che dovrà ricercare con i catalani di centro-destra di Duran Lleida. Ma ieri era il giorno del trionfo. Intanto, la mancanza di stabilità (e Al Qaeda) hanno fatto perdere alla borsa di Madrid il 4,15 percento. «Ifappesti con l'Nerica resteranno cordiali» «Madrid sarà europeista come non mai. Sono disposto a lavorare per accelerare i tempi della futura Costituzione» II vincitore df Ile elezioni spagnole, il socialista José Luis Rodriguèz Zapatero, festeggia il risultato del voto tra i suoi sostenitori