Bruckner va al massimo di Leonardo Osella

Bruckner va al massimo STAGIONE RAI Bruckner va al massimo Stanislav Skrowaczewski dirige l'Ottava a più ampia opera strumentale mai scritta ARCHIVIATA la parentesi dedicata alla musica contemporanea che l'ha impegnata dall 2 febbraio al 4 marzo, l'Orchestra Sinfonica Nazionale Rai ritorna alla stagione principale con un monumento di proporzioni colossali, r«Ottava Sinfonia in do minore» di Anton Bruckner. E a dirigerla nei due appuntamenti al lingotto di giovedì 11 (20,30) e venerdì 12 (21) ha chiamato lo «specialista» Stanislav Skrowaczewski. Viene precisato che si ascolterà la versione del 1890: una costante per le sinfonie bruckneriane, oggetto quasi tutte di ripensamenti e revisioni del compositore stesso, ma anche delle brutali manipolazioni di direttori troppo disinvòlti e allievi irrispettosi. Effettivamente il carattere timido del Maestro e la lunghezza delle sinfonie hanno dato fiato agli squallidi maneggi, e ciò non è estraneo alla fatica che si incontra tuttora nel far accettare Bruckner (desolanti, a dir poco, certi vuoti in sala che fa registrare anche un pubblico piuttosto preparato come quello torinese). In ogni caso, alla versione 1890 si giunse da quella del 1887 dopo travagli culminati nell'edizione di Leopold Nowak del 1955 per conto della Bruckner Gesellschaft. Va dato atto alla Sinfonica Rai di insistere con devoto affetto su questo compositore, il cui crescente successo al di là delle pigrizie del pubblico nostrano è meticolo- samente documentato nel volume «Bruckner» di Sergio Martinotti che, uscito anni fa da Studio Tesi, è ora in edizione ampliata e aggiornata con la torinese Edt, e di cui caldeggiamo la lettura. L'«Ottava» si articola nei canonici 4 tempi. Il primo poggia su tre temi variamente trattati e desta impressione di generale cupezza. Il clima si risolleva nel secondo, lo Scherzo, evocante la serena bonarietà che si suol accostare al «deutscher Michael», il tedesco medio, con il Trio che richiede, novità per Bruckner, l'intervento delle arpe (impegnate poi ancora brevemente nel tempo successivo). Il lunghissimo e intenso Adagio avanza sopra un ritmo sincopato e ansimante, quale si ritrova anche nel coevo poema sinfonico di Strauss «Morte e trasfigurazione»; anche qui una rarità, condivisa soltanto dalla «Settima Sinfonia»: un isolato clangoroso intervento di piatti e triangolo, come un Osanna giubilante nel cuore di ima Messa. Il Finale muove i cuori a sentimenti eroici, anche se'Bruckner stesso ingenuamente dichiarò di avervi voluto immortalare l'incontro ad Olmutz tra lo Zar russo e l'Imperatore Ftanz Joseph, con tanto di scalpitìi equini e fanfare (e nel 1983 anche un perplesso Massimo Mila mostrava di credere a questa ultima interpretazione). Leonardo Osella DUE CONCERTI AL LINGOTTO GIOVEDÌ'11 ALLE 20,30 E VENERDÌ'12 ALLE 21 Skrowaczewski

Luoghi citati: Olmutz