Un drago? Ma no, è solo un Jenny Haniver

Un drago? Ma no, è solo un Jenny Haniver | BURLE ZOOLOGICHE Un drago? Ma no, è solo un Jenny Haniver CON QUESTO NOME SI DESIGNANO LE CREATURE FANTASTICHE COSTRUITE ARTIFICIALMENTE METTENDO INSIEME PARTI DI ANIMALI DIVERSI. MA A FINE SETTECENTO IN INGHILTERRA VENNE CREDUTO TALE ANCHE L'ORNITORINCO Giusto Benedetti PER un giorno si è conquistato le prime pagine dei giornali, occhieggiando sinistro dall'interno di un vecchio barattolo di formalina. A due mesi di distanza non se ne sa più nulla. E, in fondo, è giusto così: che drago sarebbe se svelasse subito tutti i suoi segreti? Che figura ci farebbe se il bisturi degli anatomisti inglesi svelasse che non di drago si tratta ma di semplice artefatto? Così come il tè delle cinque e il cambio della guardia di fronte a Buckingham Palace, anche le grandi burle zoologiche appartengono d'altronde alla secolare tradizione britannica; come dimenticare la celebre "foto del chirurgo" (scattata dal dottor Robert Wilson nel 1934) che ritrae il mostro di Loch Ness e che a sessant'anni di distanza, per ammissione del suo stesso autore sul letto di morte, si è rivelata null'altro che un ben congegnato falso? E che dire dell'ancor più clamoroso "Uomo di Piltdown", un sapiente collage paleoantropologico che ha condizionato per quasi mezzo secolo le teorie relative all'evoluzione umana? Senza dimenticare lo Yeti esibito in una gabbia dello Zoo di Londra all'inizio degh Anni 70 e che, come l'attuale draghetto, trovò ampio spazio sulle prime pagine dei quotidiani inglesi. Peccato che, sulle medesime, comparisse, in alto a destra, la fatidica data del 1" aprile... La cautela tuttavia è d'obbligo tra le vetuste e gloriose mura del Brìtish Museum... almeno da quando, nel 1798, giunse all'attenzione degli zoologi dell'epoca il primo esemplare in pelle di ornitorinco. Una creatura talmente strana e improbabile, a giudizio degh studiosi, da non poter essere vera. Doveva dunque trattarsi di un volgare "Jenny Haniver", uno dei tanti che, già da qualche secolo, le navi mercantili portavano dall'Oriente. E ci vollero quattro anni, nonché un esemplare completo dell'animale, prima che ci si rendesse conto che l'ornitorinco esisteva per davvero. Qualcuno si chiederà, a questo punto, cosa diavolo sia un Jenny Haniver, ed è forse il caso di spiegarlo: con questo termine, dall'etimologia peraltro incerta, si indicano tutte quelle creature fantastiche costruite artificialmente, modificando l'aspetto di un animale o mettendo assieme parti di animali diversi. I primi a cimentarsi in questi curiosi artefatti furono probabilmente i marinai del tardo Medio Evo che, dovendo passare il tempo nel corso dei lunghi mesi di navigazione o nell'attesa di trovare un ingaggio su qualche nave, si divertivano ad imbalsamare razze, pesci chitarra e altre creature marine, dando loro le forme più strane. Secondo alcuni, infatti, il termine "Jenny Haniver" deriverebbe dal nome della città belga di Antweipen (Anversa), il più importante porto commerciale europeo tra il XIII e il XVII secolo. Ma furono soprattutto i tassidermisti cinesi e giapponesi a toccare i vertici in questa singolare forma d'arte, confezionando per i viaggiatori occidentali più creduloni un'infinita varietà di sirene, draghi e basilischi, destinati ad arricchire i "gabinetti delle meraviglie" (gli antenati dei moderni musei) di collezionisti, studiosi e ricchi mercanti. Non tutti si lasciavano però ingannare: lo stesso Ulisse Aldrovandi, che pure credeva all'esistenza dei draghi (e nel 1572 ne descrive addirittura un esemplare, sostenendo di aver¬ lo esaminato dal vero nelle campagne attorno a Bologna), smaschera nelle sue opere molti di questi "falsi zoologici". Non si pensi tuttavia che i Jenny Haniver appartengano solamente alla tradizione medievale e rinascimentale: non più tardi di qualche anno fa, un'agenzia di stampa islamica diffondeva la notizia, con tanto di documentazione fotografica, relativa ad una sorta di invasione di "uomini-coccodrillo" sulla spiaggia di Safaniya, nella Provincia Orientale dell'Arabia Saudita. La somiglianza delle creature in questione con le "sirene" rinascimentali, realizzate mettendo assieme la parte posteriore di un pesce con quella anteriore di una scimmia, lascia tuttavia spazio a qualche ragionevole dubbio. E se a ciò aggiungiamo le possibilità attualmente offerte dalla computer-grafica, i conti sono presto fatti. Dobbiamo a questo punto includere anche il nostro draghetto sottovetro nel catalogo dei Jenny Haniver e dei più spudorati falsi zoologici? Temo proprio di sì... anche se a molti (me compreso, lo confesso!) piacerebbe poter pensare il contrario.

Persone citate: Giusto Benedetti, Jenny Haniver, Robert Wilson, Ulisse Aldrovandi

Luoghi citati: Anversa, Arabia Saudita, Bologna, Inghilterra, Londra