Bonhoeffer, sin dal principio fu la libertà di Enzo Bianchi

Bonhoeffer, sin dal principio fu la libertà LONTANO E VICINO Enzo Bianchi Bonhoeffer, sin dal principio fu la libertà 1 ESSERE cristiano non è la questione di un momento, san ma esige del tempo" e, potremmo aggiungere noi, dura nel tempo. Di certo, Dietrich Bonhoeffer non è stato cristiano di un momento, proprio perché ha vissuto in pienezza quel momento tragico che è stato il nazismo. E lo ha vissuto passandovi in mezzo con piena consapevolezza, accettando di ritornare in patria dagli Stati Uniti con l'ultima nave salpata per l'Europa prima dello scoppio della seconda guerra mondiale: un ritorno che significava pericolosa solidarietà con il popolo tedesco e impegno in una resistenza, dapprima morale e poi sempre più concreta, fino ad assumere la forma della partecipazione al complotto per eliminare Hitler. Che le intuizioni teologiche di Bonhoeffer - bruscamente interrotte, quando-aveva solo trentanove anni, da un'impiccagione comandata dal Fùhrer in persona a pochi giorni dal tracollo del III Reich - fossero destinate a durare ben più di una stagione lo si è percepito da subito, da quando, appena dopo la fine della guerra, l'amico Eberhart Bethge si è preoccupato di curarne la pubblicazione e la diffusione. Ora il principale editore della sua opera postuma, Manfred Weber, ha voluto raccogliere in un agile volume alcuni Pensieri sulla Bibbia, eterogenei per stile e data di stesura, però convergenti nel mostrarci la comprensione che il giovane teologo luterano aveva della Sacra Scrittura e l'importanza che questa aveva gradualmente assunto nella sua vita di credente. Una semplice annotazione del 1932, a commento dei primi versetti della Genesi, ci dà subito una chiave di lettura di folgorante chiarezza: "In principio, cioè nella libertà..." ebbe luogo la creazione da parte di Dio. La libertà come criterio fondamentale non solo dell'esistenza umana ma anche della stessa origine dell'universo: si può allora capire che un libro che narra un Dio simile sia il luogo in cui l'uomo può trovare risposta alle sue domande, se solo si dà la pena "di domandare con insistenza e con un po' di umiltà". Risposte, sì, ma non con l'asetticità di un prontuario consultabile a piacimento, bensì con la sofferta partecipazione di Dio alle vicende umane: narrando la vita, la morte e la risurrezione di Gesù di Nazaret, figlio di Dio, "la Bibbia rinvia l'uomo all'impotenza e alla sofferenza di Dio: solo il Dio sofferente può aiutarci". Così come, paiono dirci queste pagine, solo il Dio che pone domande può dare risposte e solo l'uomo che cerca autenticamente risposte può porre domande. Se, infatti, percorriamo la Scrittura, le risposte in essa contenute non sono sempre di immediata evidenza, mentre le domande che Dio pone all'uomo ci colpiscono per la loro bruciante essenzialità: "Adamo, dove sei? Che ne hai fatto di tuo fratello? E voi, chi dite che io sia?"... Eppure è proprio in questo incessante porre domande, in questo faticoso cercare e balbettare risposte che l'uomo può giungere a scoprire un senso alla vita, fondandosi su quella risposta di Dio all'umanità che è stato l'uomo Gesù: "Se è vissuto un uomo come Gesù, allora e solo allora per noi uomini vivere ha un senso", senso che può essere narrato anche agli altri non con parole ma con una vita resa degna di tale nome. Certo, la Bibbia è "libro di una testimonianza unica e irrepetibile di una realtà unica e irripetibile", però rimane testimonianza, fragile perché fragile è un libro che può essere accolto come semplice parola umana, ma "attraverso la fragile Bibbia - ricorda Weber - Dio ci viene incontro come il Risorto!". Dietrich Bonhoeffer Risposta alle nostre domande. Pensieri sulla Bibbia A cura di Manfred Weber Queriniana. Brescia 2003. pp. 148. e 10

Persone citate: Bethge, Bonhoeffer, Dietrich Bonhoeffer, Gesù, Hitler, Manfred Weber

Luoghi citati: Brescia, Europa, Stati Uniti