Il Papa ha in Riviera un debito di lire dieci milla di Giuseppe Marcenaro

Il Papa ha in Riviera un debito di lire dieci milla CARTE SEGRETE Giuseppe Marcenaro Il Papa ha in Riviera un debito di lire dieci milla DALL'ARCHIVIO di un avito palazzo di una famiglia ligure di Riviera è affiorata una curiosa carta. Reca la data del 6 agosto 1783 ed è la ricevuta per il prestito di diecimila lire, ima somma non indifferente a quel tempo. Il debitore non è un personaggio qualsiasi, infatti si tratta del papa: "La Santità di Pio VI deve lire dieci milla" che ottenne tramite i signori Giovanni Merello e Giuseppe Carbone. H creditore del papa si chiamava Gian Domenico Musso, "capo" di una famiglia che era riuscita a riconvertire la già redditizia pesca del corallo in una profìcua attività armatoriale. L'accresciuta potenza finanziaria aveva poi trasformato i Musso in banchieri. L'abilità di questa famiglia rivierasca era stata quella di non disperdere la ricchezza. Il primogenito amministrava il patrimonio; le altre discendenze andavano a infittire le file del clero oppure rimanevano in casa senza sposarsi. Pio VI viveva come un fastoso mecenate dedito ad accumulare opere d'arte, a finanziare campagne scavi archeologici, a ristrutturare i musei... Scialacquando le finanze si assottigliavano per cui il papa ricoireva ai prestiti dei fedeli più cospicui, individuati, nel caso dei Musso, fin in un lontana cittadina di Riviera. Nel 1813 Gian Domenico Musso morì lasciando, tra ben oculate sostanze, anche il credito del papa ridottosi nel frattempo a quattromila lire. Il pontefice doveva essere in parte "rientrato". Ma tra il 1783 e il 1813 erano passati trent'anni ed era successo di tutto: la rivoluzione in Francia con la quale Pio VI si era trovato ovviamente a collidere; naufragata di fatto l'oligarchica Repubblica di Genova, vicina agli interessi dei Musso; Napoleone aveva mandato a gambe all'aria mezza Europa, n peggio, nel privato del prestatore, era che, nel '1799, trascinato in Francia, Pio VI morì aValence. Il debito del papa continuava tuttavia ad essere trasferito, anno dopò anno, nei registri dei conti dei Musso. Al soglio di Pietro era intanto asceso Pio VII, unpontefice che avrebbe avutole sue grane coi francesi e con Napoleone. La grande ala della storia non doveva però aver prodotto grandi effetti nel paesino di Riviera dove i Musso, certamente scossi dagli epocali mutamenti, proseguivano nelle loro proficue attività; e a passare con acribia, da un libro dei conti all'altro, il debito del papa, trasformatosi ormai, nell'immaginario familiare, in vanto e in onorifica pretesa. La sorte non volle che Gian Domenico Musso potesse esigere il credito dal successore di Pio VI, lasciando l'imbarazzante compito all'erede. Infatti l'anno dopo la morte di Gian Domenico, il papa Pio VII in persona, grazie alle casualità della storia, si fermò proprio nella cittadina dei Musso. H pontefice proveniva dalla Francia dove era stato condotto a forza ma, liberato, tornava a Roma in una specie di viaggio trionfale. Il 14 febbraio 1814 sostò a Laiguegha per ima breve colazione e un riposino. Per il passaggio di Pio VII vennero sistemati festoni e addobbi floreali, approntati doni e regalie. Musso junior si trovò in prima fila tra i notabili del luogo, certamente imbarazzato e incerto sul come comportarsi, stringendo probabilmente tra le mani il foglietto comprovante il debito, documento che non ebbe tuttavia il coraggio di esibire, porto sia pur con acconce parole. Quando fu presentato al pontefice, non recava alcun omaggio, ma in preda a turbamento sussurrò qualcosa che Pio VH non dovette comprendere appieno: "Il dono della mia famiglia a vostra Santità è quello di estinguere il debito del vostro predecessore". Nel tramestio del momento il papa certamente non colse il senso di quella frase. Musso invece lo conosceva perfettamente. Era l'esplicita vocazione di un ligure: "Abbiamo già dato". gmarcenaro@libero.it Philippe Ariès, Georges Duby Histoire de la vie privée IV, De la Revolution à la Grande Guerre Edition du Seuil. Paris. 1986

Luoghi citati: Europa, Francia, Genova, Roma