Così finiscono le coppie

Così finiscono le coppie Così finiscono le coppie Masollno d'Amico SE si traducono tanti narratori di lingua inglese (americana, canadese, angloindiana, ecc.), 0 motivo è l'altissima qualità media del mestiere di costoro: in quei Paesi la competizione è così ampia, che per essere presi in considerazione dagli editori bisogna avere una marcia in più. La differenza semmai la fa la materia, e gh scrittori provenienti dal Terzo Mondo, in grado di offrire ambienti e situazioni meno scontati, partono con un vantaggio. Così l'autore occidentale e borghese, che guardandosi intorno trova poco di nuovo dove attingere, punta sulla confezione - sulla trovata in cui avvolgere il risaputo. Entrambi i romanzieri odierni, l'inglese e già noto Jim Crace e l'americana e esordiente Carolyn Parkhurst, sono bravissimi, ma hanno vicende comuni di coppie più o meno normali. In compenso, le raccontano in modo inconsueto. Di solito le storie finiscono con una o più morti; qui la morte dei protagonisti, o almeno (Pankhurst), della protagonista, non solo conclude il libro, ma è già avvenuta prima dell'inizio; il resto non è che discussione, commento, esplorazione, investigazione di questa morte. I due eroi di Crace sono marito e moghe ultracinquantenni e zoologi. Trovandosi a fare un picnic nella baia riparata dove si erano conosciuti da studenti trent'anni prima, sono sorpresi e insensatamente ammazzati da un rapinatore balordo. Ora i loro cadaveri seminudi (avevano appena tentato di rifare l'amore, in ricordo dei vecchi tempi), destinati a non essere ritrovati per diversi giorni, giacciono indifesi a disposizione dell'ambiente. Crace alterna la cronaca, condotta con precisione scientifica, della lenta metamorfosi di queste salme, operata da agenti vivi (insetti, gabbiani) e inanimati (vento, pioggia, sole), con flashes sia sugh ultimi momenti di vita della coppia, sia sugh antecedenti della passeggiata fatale, sia sugh episodi della spedizione in cui i due si conobbero tanto tempo fa. A un certo punto subentrano, sempre intervallate con le tappe della decomposizione di Joseph e Celice, le confuse ricerche dei genitori da parte di una figlia estraniata e ostile, coinvolta nella vicenda quasi suo malgrado. Per aggiungere qualcosa, l'autore rivela un risvolto tragico delle circostanze in cui Joseph e Celice si conobbero, ma è un di più. Conta che mentre i personaggi assumono ima loro fisionomia - Joseph piccolo, irrequieto, poco appariscente, ma dotato di una bella voce baritonale; Celice alta, steatopigia, sensuale, vagamente insoddisfatta; Syl, la figlia, inetta, ribelle, rabbiosa, bisognosa di affetto - conta che proprio questo affetto, una volta esistente, seppure in modo imperfetto, almeno tra le due vittime, venga progressivamente a imporsi come l'unica forza vagamente affidabile di un contesto in cui niente sopravvive, ma tutto è condannato a una mutazione incessante: non esclusa la stessa baia dove una volta i due zoologi si erano illusi di trovare qualche e astante nella Natura, e che invece, minacciata da una speculazione edilizia, è in fase di evoluzione come tutto il resto. Come dicevo, anche la protagonista della Parkhurst, Lexy Ransome, è morta prima dell'inizio del romanzo, cadendo da un albero di mele nel suo giardino, unica testimone la cagna Lorelei. Per la polizia è stato un incidente, ma il vedovo, Paul, vuole saperne di più. Siccome è un linguista, pensa follemente che se riuscisse a insegnare a Lorelei a esprimersi, potrebbe inteirogarla: e conquistato da questa idea, si abbandona a una serie di dilettanteschi tentativi sull'animale. Intanto abbiamo flashes sul passato della coppia. Per convincerci della legittimità della sua ossessione, Paul, che racconta in prima persona, non si stanca di rievocare il fascino e l'imprevedibilità della sua Lexy, estrosa creatrice di maschere (per carnevali, feste, a un certo punto anche con le fattezze di defunti), ma soprattutto donna anticonformista, appassionata e affascinante, ipersensibile e vulnerabilissima, terrorizzata per esempio dall' idea della maternità. Mentre lavora sodo per convincerci della desiderabilità di una simile partner, dalla quale persone più assennate di lui sarebbero scappate a tutta velocità, Paul entra in contatto con una setta semisegreta che compie atroci esperimenti sui cani per modificare loro la laringe rendendola simile a quella umana. E' roba da chiodi (non per nulla il capo della setta è in galera), ma prima che Paul apra gh occhi Lorelei viune rapita... Insomma. Si concluderà con una sorta di conciliazione-accettazione di quanto era accaduto; il messaggio di Lexy, dopotutto e non senza una sorta di mediazione della cagna, perverrà; il superstite si farà una ragione. Due indagini sulla morte, i romanzi di Jim Crace e dell'esordiente americana Carolyn Pankhurst, entrambi bravissimi: coniugi zoologi sorpresi e uccisi da un rapinatore balordo; una donna cade dall'albero, unica testimone la sua cagna, il marito s'ingegna per interrogarla Lo scrittore inglese Jim Crace e l'esordiente americana Carolyn Parkhurst Jim Crace Una storia naturale dell'amore trad. di Laura Noulian Guanda,pp.222,e 14 Carolyn Parkhurst I cani di Babele trad. di Monica Pavani Fazì, pp. 246, e 15 ROMANZI