Cacciari: ora il progetto diventi un vero partito di Gigi Padovani

Cacciari: ora il progetto diventi un vero partito L'EX SINDACO DI VENEZIA: «COSÌ COM'È, LA MARGHERITA CONTINUA AD ESSERE SOLTANTO UNA PROMESSA» Cacciari: ora il progetto diventi un vero partito «Ci vuole più coraggio, fondersi con il riformismo ds al di là del patto elettorale» Intervista Gigi Padovani inviato a RIMIMI HA deciso di abbandonare la politica attiva nelle istituzioni da tempo, diventando il preside della Facoltà di filosofia del San Raffaele di Milano di don Verzé. Ma dopo essere stato con Lorenzo Dellai - il presidente della Provincia di Trento e inventore delle liste «Margherita» -, uno dei fondatori del nuovo partito, nell'estate del 2000, Massimo Cacciari non è neppure venuto a Rimini al primo congresso federale. Un'assenza «pesante», come quella di Riccardo Hly, governatore del Friuli, e di Dellai. Tanto che Rutelli, chiudendo le assisi di Rimini, ha ringraziato il filosofo veneziano, per l'apporto dato ai «dielle», invitandolo a partecipare ai lavori dell'assemblea federale e scusandone l'assenza per ragioni di salute. Ma Cacciari, al telefono da Venezia, non è soddisfatto: senza mettere in discussione la leadership di Rutelh, è convinto che possa nascere «un nuovo ceto politico solo dal rimescolamento delle acque tra Ds e Margherita in un diverso soggetto politico». Professor Cacciari, perché non è venuto a Rimini? Malattia diplomatica? «No, è vero che non stavo molto bene. Per la verità, certe assemblee preconfezionate, giunti ad una certa età, destano pochi entusiasmi)). Molti al Falafiera hanno sostenuto che il dibattito è stato autentico. (Ah si? Mi sono sfuggite le reali motivazioni per cui Letta non era d'accordo con Rutelh». Rutelh è stato confermato presidente all'unanimità. «Male». Marini e De Mita hanno chiarito le loro posizioni: non volevano lo scioglimento del partito... «Ecco, appunto. E' meglio se partiamo da qui. Con Dellai ho contribuito a fondare questo partito, quando i popolari non ne volevano sapere della Margherita, ero presente all'atto fondativo». Appunto, e adesso? «Così com'è, la Margherita continua ad essere soltanto un promessa. Due anni fa all'assemblea costituente di Parma ci eravamo dati una missione alta e ambiziosa: sperimentare una sintesi politica tra cattolici popolari e pensiero democratico liberale, mettendo insieme da Einaudi a Spinelli, con il federalismo e un nuovo tipo di Stato sociale. Tutto ciò è rimasto soltanto nel manifesto lanciato da Prodi per la lista unitaria, riferito più all'Europa che all'Italia». Rutslh l'ha invitata a partecipare al dibattito futuro. «Sto a Milano con gruppi e associazioni, mi occupo un po' del quotidiano fìirqpa, mi mettono in organismi dirigenti ma non ci vado. Per fare che? Discutere dì liste, posti in assemblea, candidati? Non mi interes¬ sa». Boccia anche Rutelh? «Ho sempre collaborato con lui, fin da "Cento città" quando ero sindaco di Venezia e lui di Roma. E' un ottimo dirigente, vorrei davvero che da questo congresso partisse una svolta)). Quali segnah chiede? «Si dovrebbe cambiare la linea, che prevede la lista Prodi soltanto come una alleanza elettorale». Invece? «Sarebbe necessario un po' di coraggio : un passo verso un nuovo soggetto politico che si confonda con il riformismo dei Ds, secondo la linea sostenuta anche da Michele Salvati». Questo avrebbe detto dalla tribuna di Rimini? «Già, ma avrei suscitato le consuete reazioni di De Mita e Marini. Eppure sono convinto che anche Rutelli, in "camera caritatis", la pensi come me...». Il presidente della Margherita ha sottolineato con forza le ragioni della lista unitaria. «L'elettorato è più avanti di noi; se non giochiamo la lista Prodi come il primo passo verso il partito riformatore, perdiamo anche le capacità di attrazione che ha». Rutelli ha rigettato la proposta di D'Alema eh entrare nel gruppo socialista a Strasburgo. «Lo credo bene, il Pse è un catafalco rimasto ai tempi di Craxi. Rutelh ha ragione, ma potrebbe sostenere la sua posizione con maggiori ragioni se lo facesse con il mio ragionamento. Mi creda, il nuovo ceto politico del centrosinistra può nascere soltanto dal rimescolamento delle acque tra Ds e Margherita)). Massimo Cacciari