Rogo all'ex Ilva, chieste 3 condanne

Rogo all'ex Ilva, chieste 3 condanne GLI ABITANTI DI CORSO REGINA SUBIRONO PER TRE GIORNI LE CONSEGUENZE DELL'INCENDIO Rogo all'ex Ilva, chieste 3 condanne Il pm: sicurezza carente nell'«Acciai Terni» La grande paura era durata tre giorni: è il pomeriggio del 24 marzo 2002 quando l'incendio divampa nello stabilimento «Acciai Speciali Temi», l'ex Uva di corso Regina Margherita 400, proprio davanti ai pompieri. Il rogo parte in uno dei laminatoi, dove i macchinari assottigliano le lastre d'acciaio trasformandole in rotoli di metallo e in pochissimo tempo si estende a tutto il capannone. Si rischia il disastro ecologico. Sotto accusa, per incendio colposo, sono finiti tre componenti del consiglio di amministrazione del gruppo, Giovanni Vespasiani, Mauro Borghesi e Arno Pfannschmidt, e due dirigenti dello stabilimento torinese, Angelo Piccioli e Salvatore Laspina. La vicenda, approdata davanti al gup Immacolata lade- luca, si avvia alla conclusione giudiziaria, almeno del primo round. Il pm Francesca Traverso che con il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, ha condotto l'inchiesta, ha proposto tre condanne: 20 mesi per Vespasiani e 14 mesi per Borghesi e Pfannschmidt. Gli altri due indagati Piccioli e Laspina hanno chiesto di patteggiare. Davanti al gup, il pm Traverso ha ripercorso le fasi di quel rogo che preoccupò non poco i torinesi. Dallo stabilimento si alzò una grossa nube nera che avvolse le case di via Pietro Cossa e dintorni. Il fumo era talmente denso che i vigili furono costretti a chiudere il traffico in corso Regina. L'aria diventò irrespirabile, con bruciore a occhi e gola. La prefettura invitò gli abitanti della zona a chiude¬ re le finestre e a limitare al massimo le uscite. Occorsero tre giorni per spegnere le fiamme, e grazie all'impiego di tonnellate di azoto e schiuma sparati nei sotterranei. L'Arpa di Grugliasco monitorò a lungo. Per la Procura il fattore tempo fu decisivo nello stabilimento Thyssenkrupp che appartiene alla multinazionale tedesca. Quando il rogo divampa nel reparto laminatoio ci sono pochi minuti a disposizione: o si soffoca subito, sul nascere, oppure non è più possibile fermarlo. I pompieri, secondo l'accusa, arrivarono in tempi rapidissimi anche perchè erano a due passi dallo stabilimento, ma troppo tardi per «soffocare le fiamme». E così l'incendio si allargò: per il pm Traverso i dispositivi di prevenzione dell'azienda erano deltut- to insufficienti. I danni ammontarono a circa 25 milioni di euro I difensori, nella loro arringa, hanno cercato di alleggerire la posizione dei loro assistiti, criticando o comunque scaricando almeno una parte della colpa sui vigili del fuoco. Per l'accusa il punto nodale è invece la mancanza, di adeguate misure di sicurezza alla Temi (che peraltro nel complesso avrebbero avuto un costo altissimo: circa un miliardo di euro) come i sistemi video a circuito chiuso o gli erogatori di schiuma attivabili automaticamente. Anche per questo durante le indagini era stata vagliata la condotta del presidente del consiglio di amministrazione della Thissenkrupp, Helmut Adris, contro il quale, però, non si è proceduto. L'incendio all'ex Uva, nel 2002, gettò nell'angoscia gli abitanti di corso Regina

Luoghi citati: Grugliasco