Il cigno di un altro mondo di Sergio Trombetta

Il cigno di un altro mondo ULIANA LOPATKINA PROTAGONISTA NEL «LAGO» AL FESTIVAL DEL TEATRO MARIINSKIJ DI PIETROBURGO Il cigno di un altro mondo Lo spettacolo in aprile arriva al Regio di Torino Sergio Trombetta inviato a PIETROBURGO Colta al volto fra due critici di danza nel foyer del teatro Mariinskij di Pietroburgo: «Uljana è cambiata molto da quando ha avuto il bambino e l'incidente al piede», dice uno. E l'altro: «È più terrena, più simile a noi, ha perso quell'aura cosmica che aveva prima». Voi però avete appena assistito a un «Lago dei cigni» con la Odetto più tragica, fragile, fremente, impaurita, nervosa, commovente che si vi sia mai capitato di vedere. Lei, Uljana Lopatkina, è la stessa che avete ammirato cinque anni fa col balletto del Mariinskij a Trieste. E di tutta quest'aura che se n'è andata non vi siete proprio accorti. Valli a capire, i critici russi. Gente viziata: hanno la fortuna di vedere tutti i giorni ima delle migliori se non la migliore compagnia classica al mondo. La stessa che con tre diversi programmi, «Lago» conpreso, sarà al Teatro Regio di Torino dal primo al 24 aprile. E alla prima del «Lago», in programma dal 15 al 18 aprile, dovrebbe danzare proprio lei, lasublime Uljana. «Dovrebbe», perché la Lopatkina, ballerina di culto, osannata dai critici di mezzo mondo, ha interminabih gambe, esib e delicate, piedi lunghi, splendidi ma fragili che spesso la mettono fuori gioco. Nonostante ciò la ragazza ad appena 30 anni è già entrata nei libri di storia della danza. Per esempio nel grande saggio «Dom Petipa» («La casa di Petipa», cioè il Teatro Mariinskij dove per 50 anni regnò il coreografo Marius Petipa) del critico moscovita Vadim Gaevskij. Perché la sua interpretazione del patetico, cechoviano cigno bianco Odetto e del perfido cigno nero Odille è un'esperienza mistica che non si dimentica. Come è successo a Pietroburgo nel corso del Festi- vai «Mariinskij», in programma sino a domani, e dove nel corso di dieci giorni la compagnia del teatro pietroburghese, diretta dal 1995 da Machar Vaziev, ha fatto faville esibendosi tutte le sere in programmi molto diversi. Classici come «Lago dei cigni», «Bella addormentata», «Baiadera». Sono le specialità della casa e che quelli del Kirov (come si chiamava il Mariinskij ai tempi sovietici) ne siano superlativi interpreti non stupisce. Ma mozza il fiato vederli forti, rapidi, aggressivi, pieni di energia in una serata tutta dedicata a WilUam Forsythe, il coreografo americano che ha ribaltato il vocabolario accademico. È commoven¬ te vedere «La Sagra della Primavera» nella ricostruzione della coreografia originale di Vazlav Nijinskij del 1913. Un'avventura intellettuale modernista nata come molte altre («Uccello di Fuoco», «Petrushka») nei freddi inverai pietroburghesi con la partecipazione di Nizhinskij, Diagilev, Stravinsky, i pittori Roerich, Bakst, Benois, prima dei debutti sulla scena parigina del Teatro Chatelet. 0 della Gaytè-Lyrique, dove nel 1923 vedevano la luce «Les Noces» di Bronislava Nijinska, anche questo su musica di Stravinsky: la cerimonia delle nozze come una tragedia dove la fidanzata è costretta ad abbandonare la casa dei genitori per una nuova sconosciuta famiglia. Pure qui le ragazze del Kirov sono di una bravura inarrivabile. Ma c'è stato spazio anche per due italiani sulle scene del Teatro Marimskij: Massimo Murru e Roberto Bolle. Il primo è stato il partner di Diana Vishniova nella «Bella Addormentata». Il secondo, appassionato Des Grieux nella «Manon» di MacMillan accanto a Natalia Sologub, ha confermato la bravura dimostrata neanche un mese fa agli Arcimboldi di Milano con Alessandra Ferri. Una ballerina di culto osannata dalla critica e dal pubblico russo straordinaria interprete del doppio ruolo diOdetteeOdille Nell'ex capitale spettacoli di danza per dieci giorni Grandi coreografi, Forsythe e Nijinskij, e i nostri danzatori Roberto Bolle e Murru

Luoghi citati: Milano, Pietroburgo, Torino, Trieste