La firma di Al Qaeda inguaia Aznar di Gian Antonio Orighi

La firma di Al Qaeda inguaia Aznar LO SCEICCO DEL TERRORE IRROMPE NELLE ELEZIONI DI DOMENICA La firma di Al Qaeda inguaia Aznar Ha voluto la missione in Iraq, rischia di pagare alle urne Gian Antonio Orighi MADRID Neanche un accenno diretto all'Età. Né da parte del premier popolare José Maria Aznar né da parte del re Juan Carlos, nei due interventi ufficiali di ieri, dopo un massacro che tutti ormai, nella capitale, chiamano «l'il Settembre di Madrid». E il ministro degli Interni Angel Acebes che, pur continuando ad indicare come pista principale delle indagini i terroristi baschi, parla anche di una nuova direzione nelle indagini. La rivendicazione della strage da parte di Al Qaeda, apparsa in serata sul giornale in lingua araba «Al Quds» sta provocando forte imbarazzo ai vertici politici della Spagna. E rischia a 48 ore dalla apertuta dei seggi per le politiche, di avere pesanti ripercussioni: perchè il governo di Aznar ha voluto l'intervento militare in Iraq a fianco degli Stati Uniti nonostante la forte oposizione dell'opinione pubblica. Al Qaeda, nella rivendicazione (l'Età non rivendica i propri attacchi sanguinosi) parla esplicitamente di un «regolamento di conti con la Spagna, crociato ed alleato dell' America nella guera contro l'Islam». Nel testo, le brigate di «Abu Hafs al-Masri», a nome della organizzazione di Bin Laden, affermano: «Lo squadrone della morte che ha commesso gli attentati nella capitale spagnola è penetrato in uno dei pilastri della crociata». Poi chiede: «Aznar, dove è l'America, chi ti proteggerà da noi? La Gran Bretagna, il Giappone, l'Italia, gli altri?". La agenzia statale spagnola «Efe», in un dispaccio dal Cairo, ricorda che Bin Laden, lo scorso 18 ottobre, in una registrazione audio inviata alla tv araba «Al Yazira», minacciava vari Paesi, compresa la Spagna. La missiva parla esplicitamente di «Operazione treni della morte». Il giornale arabo «Al Quds» ha già ricevuto a nome di Al Qaeda le rivendicazioni degli attentati contro le due sinagoghe ebraiche di Istanbul e quella contro il quartiere generale delle Nazioni Unite di Baghdad. Prima ancora dell'arrivo del messaggio di rivendicazione, il ministro degh Interni Acebes aveva dato prova di voler mutare la propria posizione evitando di accusare esplicitamente l'Età. Anche per il ritrovamento dei nastri sul furgone che conteneva alcuni timer. «Il nastro è simile a quelli utilizzati abitualmente per insegnare il Corano, potrebbe trattarsi di una manovra di depistaggio dei terroristi - ha spiegato il ministro mentre tutti le edizioni online dei giornali spagnoli constatavano la «svolta» del ministro: «Acebes non scarta adesso nessuna pista d' indagine. Si tratta di un giro di un capovolgimento della teoria che lui stesso ha difeso stamani». A rendere ancora più intricato l'enigma delle rivendicazioni, in un Paese in cui, quando iniziò la guerra in Iraq, il 9107o della popolazione si è dichiarato contro l'intervento (ed il leader socialista Zapatero, dato finora come sicuro perdente contro i popolari da tutti i sondaggi, ha partecipato in prima fila alle manifestazioni contro la guerra insieme ad altri 4 milioni di spagnoli), si sono aggiunti gli interventi di Aznar e del re. Senza un accenno ad Età ma solo ai «terroristi». «L'H marzo 2004 occupa già un posto nella storia della infamia. Stiamo vivendo ore difficili. La risposta dei cittadini è stata eccezionale - ha esordito Aznar con la cravatta nera del lutto-. I terroristi hanno voluto provocare il maggior danno possibile. Si tratta di un assassinio di mas¬ sa che, come ogni attacco terrorista, è privo di ogni giustificazione. Tutti sappiamo che non è la prima volta che si cerca di commetterre una strage di queste dimensioni». Poi, dopo aver ricordato che tutti gli spagnoli sono convocati alle manifestazioni contro il terrorismo fissate per le 19 di oggi, ha concluso: «Li sconfiggeremo. Non c'è negoziazione possibile né desiderabile con gli assassini. La nostra aspirazione finale è la sconfitta incondizionata del terrorismo, la sua resa incondizionata». Anche il sovrano, Juan Carlos, ha condannato gli attenta¬ ti, «una barbarie che ha sprofondato la Spagna in un immenso dolore. Chiedo a tutti gh spagnoli unità, fermezza e serenità nella lotta al terrorismo, che non conseguirà mai i suoi obbiettivi». Poi ha concluso: «Esprimo il mio più profondo affetto ai familiari di uomini, donne, bambini, cittadini liberi anche di altri Paesi (non si ha notizia di italiani tra le vittime, ndr) che stavano recandosi al lavoro ed a scuola». Se viene provata la responsabilità di Al Qaeda, per i popolari domenica le lezioni rischiano di trasformarsi in una clamorosa sconfitta. Negli interventi del primo ministro e del re non si parla dei baschi ma soltanto di «terrorismo» «Con gli assassini non è possibile alcuna trattativa, solo la resa incondizionata» Il novanta percento degli spagnoli si è dichiarato contrario a scendere in campo a fianco degli americani. Il leader socialista Zapatero in netto svantaggio fino a ieri nei sondaggi rispetto al candidato popolare ha guidato le marce per il no Il premier spagnolo José Maria Aznar ha parlato alla nazione: «Nessun negoziato è possìbile con questi assassini» Re Juan Carlos di Borbone, parlando in tv a reti unificate: «Il terrorismo non riuscirà a piegare il futuro della Spagna»