La studentessa
La studentessa La studentessa «C'era un bimbo imprigionato» CARMEN Ramirez, studentessa, sentiva freddo, ieri mattina, sul marciapiede della stazione di El Pozo. Aveva appena appoggiato la borsa a terra e stava tirandosi su il bavero del giaccone nero. «Ho sentito uno scoppio, lontano e subito, ho pensato ad un guasto di qualche macchinario». Ma, dopo qualche minuto, proprio dal punto in cui l'aria aveva tremato per l'esplosione, ecco arrivare una piccola folla arrancante. «Decine di persone - racconta Carmen - con la faccia o le mani insanguinate. Gridavano per la paura e, forse, anche per avvertirci del pericolo». Come un fiume in piena che si scontra contro una diga: la stazione, in quel momento, è colma di gente in attesa del treno che subito non capisce il perché di questa furia improvvisa, di quegh spintoni, di quelle facce stravolte e insanguinate. «Momenti d'incredulità, poi il panico: tutti ci siamo messi a correre, come se ci inseguissimo a vicenda». Ora il fiume umano è ingrossato, si muove a valanga e lascia dietro sé quello che, con un'immagine terribile, Carmen descrive come «un tappeto di persone». O, come dice Rafael Octavio, «un terreno che sempbrava seminato di resti umani». La ragazza con il giaccone nero vede un bambino di 6-7 anni imprigionato tra i ferri contorti delle carcasse: «No, non era morto, muoveva una mano. Ma piano, pianissimo, come se fosse dawero allo stremo delle forze». La corrente la porta via, «quasi senza toccare per terra», e Carmen si trova lontano, fuori, all'aria aperta, nel freddo rigato dall'urlo delle sirene dove c'è puzzo di fumo e le urla si mescolano ai pianti. «Policia, policia», invoca gli agenti e racconta di quel bimbo che nessuno ha raccolto. Le rispondono che andranno a vedere: Carmen si stringe nelle spalle e dice «grazie». In cuor suo sa che sarà tutto mutile.
Persone citate: Carmen Ramirez, Rafael Octavio
Luoghi citati: El Pozo
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