Il pompiere

Il pompiere Il pompiere «Ho visto teste decapitate» GUILLERMO Vilas dei vigili del Fuoco di Madrid confessa di non aver mai visto nulla del genere. Neppure nell' attentato dell'Età a Puente de Vallecas dove pure i morti sono stati tanti. L'immagine indelebile che gli è rimasta negli occhi, ieri mattina, sovrapposta a tutte le altre scene di sangue, dolore e disperazione, è quella d'una donna che doveva essere stata bruna. Diafana, come una figura di carta. E, proprio come una figura di carta, rimasta «incollata» sul pavimento d'un treno tra borsoni, giubbotti, sciarpe che le facevano, quasi misteriosamente, da cornice. Vilas e i suoi compagni, l'hanno liberata, poi si sono tuffati oltre, nel pozzo sempre più profondo della tragedia dove altri corpi senza vita spettavano mani pietose. Il comandante dei «bomberos» della capitale spagnola, Juan Redondo, ha la voce che s'incrina nell'indignazione quando racconta che «c'erano resti ovunque»: «Qui una testa, là un braccio, là ancora un uomo decapitato. Sono cose che accadono solo in una guerra», dice. E non si rende conto che quella che sta vivendo qui oggi è proprio una guerra anche se dichiarata da una parte sola. E squarci di guerra li ha visti anche Emma Luz, un'immigrata colombiana: era sul! autobus numero 136 che passava proprio di fronte alla stazione appena dopo l'attentato. Ora si tira con forza i capelli neri quasi volesse strapparli. E' disperata: «Sono scesa subito per vedere se potevo essere d'aiuto. Sono rimasta di pietra: le macchine passavano sopra brandelli di corpi lanciati lontano dall'esplosione».

Persone citate: Emma Luz, Juan Redondo, Puente, Vilas

Luoghi citati: Madrid