La vita, dopo la catastrofe
La vita, dopo la catastrofe LA MOSTRA E IL PROGETTO La vita, dopo la catastrofe I MONICA PiROSINO ~1 Nel novembre 2001, a due mesi dall'attentato alle Torri gemelle, i newyorchesi respiravano ancora l'odore del fumo e la polvere del disastro. Una fotografa torinese decise di fissare su pellicola la resistenza della vita alla morte e al dolore, per mostrare che la realtà al di là del cratere non era stata annullata dalla catastrofe. Si è inaugurata ieri la mostra di Abce Benessia «From Home - New York, November 2001», una- serie immagini che documentano un percorso attraverso le strade di New York a due mesi dagb attentati dell'I 1 settembre. «Invece di puntare l'obbiettivo sull'evento-catastrofe - spiega Abce Benessia - ho cercato quello che rimane; la quotidiani-» tà, la vita che va avanti, la città che si risvegba come dopo una lunga malattia». Negb scatti deba Benessia non compare mai il cratere: «La mostra cogbe l'opposto di quello che normalmente si considera un evento che fa notizia. Come quando la gente si ferma a guardare i resti di un incidente d'auto, i rottami e il dolore dei feriti, senza interessarsi al fatto che, attorno, il panettiere continua a lavorare, l'impiegato corre in ufficio, la vita continua, anche se nel lutto e nella sofferenza». Molti cittadini di New York e in particolare numerosissimi parenti delle vittime ' degb attentati, hanno reagito all'accaduto con una ferma rinuncia ad ogni forma di violenza; «E' questo il senso delle mie fotografie, aggiunge la Benessia -: chi le descrive come un lavoro su Ground Zero sbagba: oltre a non comparire mai nelle immagini, sono contro all'uso del termine "Ground Zero", tennine mibtare che indica il bersagbo delle bombe». Il tema al quale il progetto «From Home» si ispira sarà oggetto del ciclo di conferenze ((Arte e non violenza», ideato e realizzato da Abce Benessia con il contributo della Compagnia di San Paolo e in collaborazione con il Centro Studi Sereno Regis e l'Archi¬ vio di Stato di Torino. Le conferenze si terranno oggi e domani alle 18,30 e sabato alle ore 10,30. Relatori saranno il fotografo Phibp Perkis, della School of Visual Arts e della New York University di New York, il giornalista David Poterti, uno dei fondatori dell'associazione dei parenti delle vittime dell' 11 settembre «Peaceful Tomorrows» e Nanni Sabo, presidente del Centro Studi Sereno Regis di Torino. «Oggi parleremo delle verità emotive e delle verità fattuab della fotografia», spiega Phibp Perkis, «Del fatto che spesso si accetta senza riserve la "verità" delle immagini, mentre non è sempre una realtà necessaria. Le fotografie possono essere, senza dubbio, "emotivamente" vere, come quelle di "From Home" che parlano deUa nonviolenza riproducendo la vita dopo la tragedia». Ieri, oltre aUa mostra e al ciclo di conferenze, si è inaugurato anche il nuovo laboratorio di fotoriproduzione dell'Archivio di Stato di Torino. L'ingresso è libero. La mostra proseguirà fino al 30 marzo, con orario dalle 10 aUe 18, dallunedi al sabato.
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