Un inverno con la neve dipinta dagli impressionisti

Un inverno con la neve dipinta dagli impressionisti L'EVENTO Un inverno con la neve dipinta dagli impressionisti | ANGELO MISTRANGELO J NeUo spazio conferenze dell'Autrium Città, in piazza Solferino, è stata presentata ieri mattina la mostra «Gli impressionisti e la neve, la Francia e l'Europa», curata da Marco Goldin. Organizzata da «Linea d'ombra» in vista deUe Olimpiadi del 2006, in coUaborazione con Città di Torino, Regione Piemonte, Fondazione Torino Musei, Compagnia di San Paolo, Torino 2006 e Fondazione Palazzo Bricherasio, l'esposizione sarà allestita nelle sale storiche, restaurate per l'occasione, della Promotrice delle Belle Arti al Valentino, dal 27 novembre 2004 al 25 aprile 2005. Attraverso gb interventi degli assessori alla cultura Fiorenzo Alfieri e Giampiero Leo, rispettivamente del Comune e della Regione, di Evelina Christillin e di Giovanna Cattaneo Incisa, è stato precisato che il programma delle «Olimpiadi della cultura», sicuramente di alto profilo, contribuisce in modo determinante air«attività di preparazione al momento culminante della manifestazione sportiva», mentre la città appare sempre più un polo di attrazione per il pubblico e, in particolare, si sta lavorando per una «fattiva pobtica del turismo culturale sul territorio». Promossa dalla Fondazione Palazzo Bricherasio, che celebra i dieci anni di attività espositiva, la mostra rappresenta - ha detto Marco Goldin - un importante «rapporto tra i pittori impressionisti e quanto gli artisti europei di quel periodo hanno realizzato sul tema della neve». La neve è, quindi, il motivo conduttore di un percorso che annovera oltre 150 opere, suddivise in due sezioni, che testimoniano gb aspetti della pittura di paesaggio dalla metà dell'Ottocento sino ab'intensità espressionistica di «Notte bianca» del 1901 di Edvard Munch. E da «Alberi sotto la neve» (1865) di Gustave Courbet alla veduta «Neve a Louveciennes» (1878) di Alfred Sisley, del Musée d'Orsay di Parigi; dal significativo «corpus» di quadri di Claude Monet, tra i quab «Il disgelo» (1880) del Musée des Beaux-Arts di Lille, alla preziosa tela «Effetto di neve a Eragny» (1884) di Camille Pissarro, sarà possibile ripercorrere una stagione pittorica ricca di riscontri poetici, di impressioni debcate e luminose, di scorci d'ambiente reabzzati con un sapiente impiego del colore. Un colore che sottolinea la composizione «PetitMontrouge, effetto di neve» del 1870, unica opera di Eduard Manet con questo soggetto, prestato dal Museo di Cardiff, e «Il giadino del presbitero» di Vincent van Gogb (dell'Armand Hammer Museum of Art di Los Angeles). Di Paul Cézanne saranno presenti «Neve all' Estaque» e «Paesaggio provenzale», entrambi del 1870, e inoltre si potranno ammirare i quadri di Paul Gauguin, Gustave Caillebotte, Armand Guillaumin, Làszlò Mednyànszky, Pai Szinyei Merse. E dagli artisti russi a quelb della Scandinavia, si debnea la storia tematica di un dipingere legato aUa cultura visiva dell'Est europeo, dei Paesi Bassi, dell'Europa centrale, del Re¬ gno Unito e dell'Itaba. In una lettera dalla Norvegia del 1895, Claude Monet scrive; «Gualche piccola parte di ghiaccio è vergine di neve, e abora è un ghiaccio bscio, stupendo... ho visto cose beUissime, meravigbose anche, ma quel che è veramente debzioso è la vita di qui; andare in sbtta avvolti in pelbcce è squisito...». ALFRED SISLEY: «NEVE A LOUVECIENNES», 1878