Sarà beato Massaja, eroe-missionario in Africa di M. Tos.
Sarà beato Massaja, eroe-missionario in Africa FU DIRETTORE SPIRITUALE DI SILVIO PELLICO, CONFESSORE DI VITTORIO EMANUELE II E CONSIGLIERE DI MENELIK Sarà beato Massaja, eroe-missionario in Africa Partì dal Monte dei Cappuccini di Torino per evangelizzare l'Etiopia e l'Abissinia CITTA DEL VATICANO Sarà beato Guglielmo Massaja, uno dei protagonisti dell'epopea missionaria africana dell'800, nato l'S giugno 1809 a Piova d'Asti, e morto a Frascati nel 1899. Oggi, nella cittadina laziale, alla presenza del Segretario di Stato, il cardinale Angelo Sodano, si chiuderà la fase diocesana del processo di beatificazione di quella che veniva chiamato «Abuna Messias», che partì dal Monte dei Cappuccini di Torino per evangelizzare l'Etiopia e l'Abissinia. Una personalità sicuramente eccezionale: direttore spirituale di Silvio Pellico, confessore del Cottolengo e del futuro Re d'Italia, Vittorio Emanuele n, con¬ sigliere di Menelik, e di numerosi esploratori africani, il camuccino astigiano rivestii i panni delprofesspre, del medico, dell'architetto, del geografo dell'etnologo. Indossò il saio cappuccino alla Madonna di Campagna presso Torino, cambiando il nome di battesimo (Lorenzo Antonio) in quello del fratello sacerdote. Terminati gU studi, ebbe la direzione spirituale dell'Ospedale Mauriziano di Torino; fu lì che apprese preziose nozioni elementari di medicina e chirurgia e di essere confessore e consigliere del futuro s. Giuseppe Benedetto Cottolengo. Dal 1836 al 1846 insegnò filosofia e teologia nel convento di Moncalieri-Testona, dove conobbe e frequentò il futuro re d'Italia, Vittorio Emanuele II e il patriota Silvio Pellico. La'svòlta'in quella che sembrava una tranquilla vita accademica la determinò il Papa Gregorio XVI, che istituì il Vicariato ApostoUco dei Galla e chiamò a reggerlo, come vescovo titolare di Cassia, proprio il Massaja, consacrato in S. Carlo al Corso in Roma. Lasciò l'Italia il 4 giugno 1846 e raggiunse il territorio della sua missione solo il 21 novembre 1852, a prezzo di sofferenze e peripezie incredibili. Otto traversate del Mediterraneo, dodici del Mar Rosso e quattro pellegrinaggi in Terra Santa; quattro assalti a quella che appariva un impenetrabile fortezza, l'Abissinia, dal Mar Rosso, dall'Oceano Indiano e dal Sudan;, fu esiliato quattro volte, e quattro volte messo in prigione; corse il rischio di perdere la vita diciotto volte. Queste sono le cifre di una missione leggendaria, in stile con il carattere eroico dei tempi, e del personaggio. Riuscì infine a fondare la missione dei Galla, e tornò poi in Europa per due anni ( 1864-66) per riorganizzare la missione, comporre il catechismo e pubblicare la prima grammatica della lingua galla. Due anni più tardi ripartiva, questa volta per lo Scioa, dove re Menelik n lo trattenne come consigliere e dove fondò due importanti missioni, Fekerié-Ghemb e Finfinni, poi elevata a capitale di tutta l'Etiopia con il nome di Addis-Abeba nel 1889. L'esilio decretato dall'imperatore Joannes IV il 3 ottobre 1879 troncò definitivamente l'azione benefica dell'((Abuna Messias» come lo chiamavano sempre gli etiopi - costringendolo alla rinunzia, scritta a Smime il 23 maggio 1880. Unì all'evangelizzazione quella che oggi si chiama «promozione umana»; profilassi contro malattie endemiche, particolarmente contro il vaiolo; l'abolizione della schiavitù; l'istruzione che lo costrinse a trascrivere di proprio pugno numerosi manuali scolastici; la creazione di centri assistenziali durante i frequentissimi periodi di belligeranza e di carestia; la pacificazione nelle lotte tribali. Ebbe uno stile di vita povero fino alla leggenda. Leone XIII lo promosse arcivescovo titolare di Stauropoli il 2 agosto 1881 e lo creò cardinale il 10 novembre 1884. Lo stesso Pontefice lo invitò a redigere le memorie della sua epopea africana. [m. tos.]
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