«La sfida di Internet oggi? Cambiare il motore in volo» di Anna Masera

«La sfida di Internet oggi? Cambiare il motore in volo» PARLA VINI CERF, IL PADRE DEL PROTOCOLLO ALLA BASE DEL GRANDE NETWORK MONDIALE DI COMPUTER «La sfida di Internet oggi? Cambiare il motore in volo» intervista Anna Masera SUL bigliettino da visita c'è scritto «dr. Vinton G. Cerf, vice presidente senior di Mei per la strategia tecnologica Iwww. mci.cora/cerfsup)». Ha due figli adulti, Bennett e David, che lavorano nell'industria cinematografica. Ma è ben più noto come il padre di Internet ed è venuto a Roma settimana scorsa in quanto delegato alla riunione mondiale dell'Icann, l'organismo tecnico che regola la Grande Rete. Questo ingegnere informatico con gli occhi azzurri e il pizzetto più bianco che grigio, elegante in abito blu e cravatta gialla con fazzoletto coordinato, è uno dei pochi sessantenni al mondo che può vantarsi di saperla più lunga dei ragazzini su Internet: è lui che nella primavera del 1973 alla Stanford University e poi al Darpa (Defense Advanced Research Projects Agency), l'agenzia per la ricerca del Pentagono, ha disegnato il protocollo Tcp/Ip che sta alla base della Grande Rete planetaria di computer. «A dire il vero, l'ho fatto con il collega Robert E. Kahn, quindi i papà di Internet sono almeno due» mette le mani avanti per non prendersi tutto il merito. Lei ci insegna che la prima regola di Internet è che funziona grazie alla collaborazione, «E' la sua natura che lo impone. Kahn e io 31 anni fa abbiamo scritto per primi come sarebbe dovuta essere Internet. Allora non c'era il "www", non c'era competizione, non c'era l'ecommerce. E' grazie ai milioni di persone che ci lavorano che Internet è quello che è oggi». E' un fatto che tutt'oggi la Bete funziona grazie al protocollo che avete inventato. Sarà sempre quello alla base di tutto? «Sì, anche se non avevamo previsto queste dimensioni megagalattiche né i ritmi di crescita. Era nato come progetto militare, poi si è allargato come progetto universitario: oggi tutti vogliono un indirizzo Internet, e il vecchio protocollo Tcp/Ip ha uno spazio limitato. L'architettura di trent'anni fa non soddisfa più. Ci sono nuovi problemi: la privacy, le nuove applicazioni, la necessità di utilizzare tutte le lingue del mondo e non solo l'inglese». State costruendo una nuova Internet? «Non si può fermare la Rete per potenziarla. E' un po' come se fosse un aereo in volo: la sfida oggi è cambiare il motore mantenendo la rotta». Come vede Internet nel prossimo futuro? «Oggi ci sono 250 milioni di persone che la usano, non è poi tanto se si considera quanto è grande la popolazione mondiale, ma il tasso di crescita continua a essere altissimo: entro il 2006 arriveremo a un imbardo di utenti e un miliardo di apparecchi collegati. L'innovazione è continua. Sto collaborando con la Nasa addirit- tura per un'Intemet interplanetaria, che permetta in futuro la comunicazione tra pianeti». La crescita di Internet ha risvegliato l'interesse dei governi di tutto il mondo. E' un bene o un male che si vogha governarla? «E' comprensibile. Il govemo americano l'ha creata e l'ha regalata al mondo: non per bontà d'animo, ma perchè i computer in Rete funzionano e sono utili solo se, c'è imo standard universalfì condiviso. Adesso la responsabilità per quest'infrastruttura ce l'hanno anche gli altri governi. L'auspicio è che ne rispettino la natura». Provi a spiegarla, questa natura che va rispettata, «Oltre alla sua capacità di comunicazione individuale e alla sua capacità di distribuzione da imo a molti, permette il dialogo di gruppo e permette l'interazione fra tutti. Il problema di cui i governi devono farsi carico è renderla accessibile a tutti, per garantire le pari opportunità». Lei ha vissuto da vicino il fenomeno della bolla speculativa della Net Economy da Worldcora-Mci. Che lezione ne ha tratto? ((E' stato come un incendio in una foresta. Sembrava tutto bruciato, in realtà si è aperto spazio per nuova crescita. E già c'è un bel sottobosco». Che cosa ne pensa della bau aglia per proteggere i diritti d'autore e la proprietà intellettuale dalla condivisione della conoscenza resa possibile da Internet? «E' come stare sul bordo del mare quando lo tsunami è in arrivo. Che ci piaccia o no, ogni forma di resistenza a Internet è futile. Meglio cambiare i modelli di business». Dopo trent'anni, è fiero di essere il papà dì Internet? «Sono più fiero del matrimonio con mia moghe Ingrid, che dura da 38 anni. Di questi tempi, mi sembra un bel record». ^^ E'come stare "™ sul bordo del mare quando lo tsunami è in arrivo: che ci piaccia o no, ogni forma di resistenza al Web è futile Meglio cambiare i modelli j/ di business PER SAPERNE DI PIÙ' Ecco alcuni indirizzi utili per approfondire: Icann (Internet Corporation For Assigned Namesand Numbers) m www.icann.org Il blog di Vint Cerf sul sito Mei (la società di telecomunicazioni) m www.mci.com/cerfsup L'evento Icann a Roma u www.icannrome.it Il registro italiano m www.register.it Il ministero per l'innovazione m www.innovazione.gov.it La chiocciola ragnatela, uno dei simboli di Internet da quando sono stati inventati l'email e il World Wide Web ^

Persone citate: Cerf, Del Grande, Kahn, Mei, Robert E. Kahn, Stanford, Vint Cerf, Wide

Luoghi citati: Roma