La Paruzzi ad un passo dal sogno sulle orme di Belmondo e Di Centa di Stefano Semeraro

La Paruzzi ad un passo dal sogno sulle orme di Belmondo e Di Centa iN FINLANDIA LA FOMPISTA CONQUISTA ALTRI PUNTI, SABATO POTRÀ CONQUISTARE IL GLOBO DI CRtSTALLO La Paruzzi ad un passo dal sogno sulle orme di Belmondo e Di Centa personaggio Stefano Semeraro GABRIELLA Paruzzi sempre più vicina al sogno. Con il 20 posto di ieri a Lathi (Finlandia) nella 10 km a tecnica classica conquistata per appena un decimo di secondo dalla finnica Vìrpi Kuitunen, ha allungato nella classifica di Coppa del Mondo sulla norvegese Bjoergen, ieri solo 22a e ora a 120 punti dall'azzurra. Ouasi un abisso, a due gare dalla conclusione (una prova sprint e una 15 km ti) in programma nel prossimo weekend a Pragelato. Gabriella è abituata ad andare veloce, con metodo. Le sue parole, dopo la settimana che Iha traslocata ad un passo dal trionfo - sarebbe la terza Coppa assoluta per un'italiana, dopo quelle vinte dalla Di Canta ne '94 e nel '96 - sono ben meditate. «La Coppa del Mondo? Credo di aver dimostrato di meritarla - dice tirando un bilancio della trasferta in Finlandia che Iha vista aumentare il vantaggio sulla diretta rivale Bjoergen -. Però aspettiamo a festeggiare, si deciderà a Pragelato. Di certo, il fatto che siano state delle gare sprint, quelle decisive nel finale di stagione, ha aumentato l'ansia». Gabriella la pragmatica. Gabriella a cui Tarvisio ha intitolato il nuovo anello di fondo, la Ski Arena. Gabriella che ha già in bacheca uno di quei souvenir che da soli riempiono una carriera l'oro vinto ai Giochi di Salt Lake City nella 30 km -, ma che a quasi 35 anni vorrebbe sistemargli accanto il coppone di cristallo. A inizio stagione sembrava un progetto pallido, per lei che di gare mondiali non ne aveva mai vinte. Adesso, 9 podi e 3 successi più tardi, a 22 punti dal primo posto matematico, dopo essere entrata fra le prime quindici in 20 delle 22 gare disputate, si tratta solo di allungare le mani. «A inizio stagione sapevo che stavo lavorando bene, l'obiettivo era di arrivare a podio. Poi questo pettorale giallo me lo sono trovato addosso, Iho perso, Iho riconquistato. Adesso non resta che tenerlo stretto». Una storia di ottimi piazzamenti, quella della friulana di Fusine in Valromana, che dopo i trent'anni si è improvvisamente accesa: «C'ero anche prima, ma i risultati più importanti sono arrivati solo nelle ultime stagioni. Non ci sono segreti, solo tanto lavoro, voglia di vincere. Io non sono mai stata una Ferrari. Da giovane ero pesante, ho saputo limare il mio fisico. Ma la forza vera è l'aver incontrato le persone giuste al momento giusto. Le mie vittorie sono il frutto di un lavoro di squadra. Sulle piste ci vado io, ma da soli oggi non si arriva da nessuna parte. U mio allenatore ha saputo motivarmi, fisoterapista e skimen sono stati fondamentali nel curare il fisico e i materiah. E poi l'ambiente della nazionale mi ha trasmesso grande serenità». Due volte Gabriella ha pensato di imboccare sentieri meno faticosi: «La prima volta da junior. Non avevo intorno le persone giuste. Mi dicevano: non puoi fare di più, rassegnati. Io non ero ancora Guardia Forestale, il futuro era ima cosa buia. Per un po' ho pensato che fosse meglio puntare sull'Università. Poi per fortuna ho cambiato allenatore». La seconda volta, dopo il matrimonio: «Credevo che fosse ora di cambiare vita, ma mio marito Alfredo miha sempre sostenuto, mi ha spinto a continuare. Davanti, per anni, ci sono state due ombre che toglievano sole e visuale, due colossi chiamati Belmondo e Di Centa. Grandi esempi, ma difficili da tallonare, pietre di paragone che avrebbero anche potuto schiacciare ambizioni meno solide. Ma loro si sono isolate, non hanno mai compromesso l'armonia del gruppo. Certo, quando han¬ no smesso si sono liberati due posti in classifica. Adesso che sono ere-, sciuta vorrei potermi confrontare con loro». Dopo Pragelato c'è la voglia di diventare mamma, il tempo libero da dedicare al marito e a Dux, il cane Labrador. Poi, Torino 2006: «(Adesso pensiamo a finire bene la stagione, per i Giochi si vedrà. Certo le Olimpiadi sono un obiettivo allettante, specie quando sono in casa. Ma bisogna capire se avrò la possibilità di arrivare competitiva all'appuntamento. Accontentarsi di partecipare non è proprio nel mio spirito». Gabriella non è una che le manda a dire, e tra le perplessità c'è la rabbia per un calendario poco razionale: «Noi atleti alla fine contiamo poco. Oggi per me hanno troppo peso le gare sprint, che consentono di stare davanti in classifica a gente che nelle altre arriva a malapena decima. La tecnica classica è penalizzata rispetto allo skating, e nel prossimo calendario avremo quattro gare a settimana per molti week-end. Ma non siamo macchine. Io voglio finire la carriera alla grande, non arrancando». Di doping si è parlato anche nel fondo: «Oggi c'è più pulizia, e forse anche per questo c'è spazio anche per una Paruzzi. Il doping magari c'è ancora, ma io entro in pista pensando solo alla mia gara. E preferisco arrivare decima così come sono, piuttosto che prima dopandomi. Ho sempre pensato che se valevo il decimo posto, era giusto che arrivassi lì. Non sarà il massimo come mentalità vincente, ma è sana. Sono fatta così». ^Jl^fe Aspettiamo "" qualche giorno a festeggiare. Il mio segreto? Solo il lavoro In carriera ho pensato due volte a ritirarmi, ma i test antidoping più severi mi hanno ffkfBk dato una mano ^^ Gabriella Paruzzi è nata a Tarvisio ed ha quasi 35 anni ed ha vinto l'oro ai Giochi diSaltLakeCitynella30km