Manca l'acciaio da lavorare Stampaggio a caldo in crisi di Giampiero Maggio

Manca l'acciaio da lavorare Stampaggio a caldo in crisi ALLARME NELLE AZIENDE DEL CANAVESE, ACCUSE ALLA CINA Manca l'acciaio da lavorare Stampaggio a caldo in crisi Giampiero Maggio «Guardi, se continua così entro breve saremo in gino e chio e dovremo fermare le presse». Dopo l'allarme lanciato dai colossi siderurgici italiani, anche il settore dello stampaggio a caldo rischia di alzare bandiera bianca per la mancanza di acciaio da trasformare. E eoa se la Thyssen Xrupp di Temi, leader itahana nel settore siderurgico minaccia di lasciare a casa 900 persone, anche lo stampaggio a caldo rischia di rimanere inchiodato provocando ricadute occupazionali che sipossono facilmente immaginare. E' Dino Ruffatto, 43 anni, presidente dell'Unione nazionale italiana stampatori acciaio (Unisa) e nel direttivo delTEurofoige, la commissione europea del settore, che diffonde l'allarme. Qui, nella piccola Ruhr italiana, un centinaio di impianti tra piccoli e grandi concentrati tra Forno, Rivara e Busano, pulsa il cuore dello stampaggio a caldo. Idati sono di tutto rispetto: quelli divulgati dalTUnisa parlano di una cinquantina di aziende associate in tutta Ita]ia(17 soloinAlto Canavese) e di una produzione media annua di 512 mila tonnellate di pezzi stampati. E questo senza considerare le fabbriche che non hanno aderito all'associazione. «Siamo secondi solo alla Germania - dice Ruffatto, amministratore della Benevenuta, la più antica azienda del settore in Alto Canavese - dopo di noi abbiamo Francia e Belgio». Ora questo colosso rischia di restare al palo. Il motivo? La mancanza di carbone combustibile necessario per gli altoforni e l'assenza di rottami da convertire nelle colate che servono alla produzione degli stampati. «E' il mercato cinese che sta assorbendo tutta la materia prima, una volta riuscivamo a comprarla nei paesi dell'Est ora non è più possìbile - si lamenta il presidente degli stampatoti - e qui sta il punto fondamentale, perché di questo passo saremo costretti a fermare gli impianti». Un problema che va affrontato a livello europeo, se non addirittura mondiale. GU Stati Uniti stanno applicando dazi in entrata e in uscita sulla materia prima, lltalia è costretta ad acquistare all'estero e i costi sono schizzati alle stelle. «Pur riuscendo a comprare spiega Ruffatto - lo facciamo a prezzi maggiorati del 25-30 per cento. Significa che il nostro prodotto finito, quello destinato al settore automobilistico, dei camion e delle costruzioni meccaniche, in media dovrà costai o il 12 per cento in più». Ma davvero si rischia un caso Temi anche qui, dove all'inizio del secolo scorso le piccole boite si sono allargate tra le case trasfonnandosi in uno dei punti di riferimento nazionale del settore? O^gi, solo nell'area canavesana,. sono più di 1500 le persone che lavorano lo stampaggio a caldo, e senza contare l'indotto. La preoccupazione è forte: «Fortunatamente - spiegano gli stampatori - non ci aspettiamo un aumento della domanda altrimenti non saremmo in grado di soddisfarla e rischieremmo il crack». E' sufficiente dare un'occhiata a quello che tecnicamente viene chiamato stock, il cosiddetto magazzino: in questo momento le aziende hanno materiale per lavorare ancora un mese, quando normalmente c'era materia prima sufficiente per un periodo tre volte superiore. E le notizie che arrivano dal sito ufficiale del settore siderurgico (www.siderweb.com) non è assolutamente confortante: all'au- mento dei prezzi si affianca il problema degli approvvigionamenti. «La rarefazione delle disponibilità che ha caratterizzato l'ultimo trimestre 2003 - informano dal sito - si è trasformata in latitanza pressoché totale di offerta dai Paesi Terzi». Così nazioni come la Russia, «fino a ieri grande esportatrice. registra un notevole aumento del suo consumo intemo e si limita ad esportare solo verso la Cina, lasciando piccoli spazi nei confronti dei paesi Uè». La ricaduta di ciò che sta avvenendo potrebbe essere devastante, bloccando presse e magli e riducendo drasticamente posti di lavoro. ■■KSi: :' Dino Ruffatto L'interno di un'azienda dì stampaggio a caldo: il settore rischia la crisi

Persone citate: Benevenuta, Busano, Dino Ruffatto, Forno, Ruffatto, Thyssen

Luoghi citati: Belgio, Cina, Francia, Germania, Rivara, Ruhr, Russia, Stati Uniti