Sistani decide sulla sorte della Carta irachena

Sistani decide sulla sorte della Carta irachena DOPO I VARI RINVÌI L'ULTIMA PAROLATOCCAALLA GUIDA SPIRITUALE DEGLI SCIITI Sistani decide sulla sorte della Carta irachena La Casa Bianca si prepara a imporre sanzioni economiche contro la Siria BAGHDAD La sorte della Costituzione provvisoria irachena appariva ieri affidata alla guida spirituale degli sciiti, il Grande Ayatollah Ali Sistani, cui alcuni esponenti del Consiglio di govemo transitorio si sono rivolti dopo che venerdì certe sue riserve sul testo della legge fondamentale li avevano indotti a bloccarne la firma all'ultimo minuto. Ora lo sciita Mohammad Bahr al-Ulum, presidente di turno del Consigho, dice di sperare che la finna avvenga domani. Una delegazione di membri sciiti del Consigho si è recata a Najaf, la città santa nell'Iraq centrale dove vive al Sistani, recluso da anni nella propria residenza. I delegati sono stati ricevuti, non dal grande ayatollah, ma da suo figlio Mohammad Rida Sistani, che funge anche da suo braccio destro, e da alti dignitari religiosi. «Naturalmente stiamo cercando una soluzione che soddisfi tutte le parti», ha detto ai giornalisti a Najaf un influente esponente sciita del Consigho di govemo, Mowaffaq Rubai, precisando che le consultazioni proseguono oggi e forse anche domani mattina. Secondo il presidente di turno al-Ulum, la Costituzione potrebbe essere firmata domani alle 14 locali (le 12 in Itaha). Sul testo era stato raggiunto un accordo, ma ieri, quando tutto era pronto per la cerimonia, le obiezioni espresse da Sistani e sollevate pubblicamente da cinque componenti sciiti del Consigho di govemo, hanno costretto a un imbarazzante rinvio della firma tanto agognata dagh amministratori ameri- cam. La clausola più contestata dà dì fatto alla minoranza curda un diritto di veto sulla Costituzione definitiva, nonostante gh sditi rappresentino oltre il 60 per cento della popolazione. Un altro problema è la futura presidenza, che gh sciiti avrebbero voluto composta da cinque membri, mentre il testo della Costituzione parla di un presidente e di due vice. I più estremisti hanno poi sempre premuto per un testo ispirato esclusivamente all'Islam, mentre esso stabilisce che la fede musulmana è la religione ufficiale dello Stato e che rappresenta una fonte per la legislazione, ma non l'unica. Nell'Iraq del dopo Saddam Hussein esiste una nuova generazione di «scomparsi». Ma anziché essere rinchiusi nelle segrete, situate sotto il letto del fiume Tigri, come succedeva durante la dittatura del Raìss di Baghadad, sono reclusi in qualche prigione americana nel territorio iracheno. A rivelarlo è il quotidiano americano New YorkTimes, secondo il quale sono oltre 10.000 gh uomini detenuti. Secondo il registro costantemente aggiomato dai funzionari militari il prigioniero più anziano avrebbe 75 anni, mentre quello più giovane solo undici. Si tratta di persone sulle quah, secondo ghufiRciah americani, pendono accuse gravi. I prigionieri, an-estati durante i raid e le perquisizioni - ancora tante - da parte delle truppe Usa, avrebbero preso parte o ideato molti degh attentati che hanno in questi mesi causato la morte di soldati americani e civili iracheni. Ieri un attentato è stato sventato a Baghdad, dopo che artificieri americani hanno disinnescato un ordigno individuato da un cane poliziotto davanti all'hotel Palestine a Baghdad, dove alloggiano numerosi stranieri, mentre quattro militari Usa sono rimasti feriti in uno scontro a fuoco nel «triangolo sunnita», a Ovest della capitale. Tre iracheni sono stati uccisi in serata in una sparatoria con i militari britannici, sette dei quah sono rimasti feriti. Sull'episodio, che presenta aspetti poco chiari, il comando britannico ha aperto un'inchiesta. «Una folla ha cominciato a raggrapparsi nel villaggio - ha spiegato una portavoce del ministero della Difesa, a Londra - e la situazione ha cominciato a rivelarsi ostile. I militari hanno chiamato rinforzi, e si sono trovati sotto una nutrita sparatoria». I militari britan¬ nici sono stati bersaghati con razzi esplosivi e mitraghatrici pesanti, e sono stati salvati da una pattuglia in servizio nelle vicinanze. Non si è ancora capito perché la sparatoria sia cominciata, e nemmeno è dato sapere se gh iracheni uccisi fossero civili o miliziani. Frattanto l'amministrazione Bush starebbe pianificando l'imposizione nel giro di qualche settimana di sanzioni contro la Siria, che accusa di sostenere i gruppi terroristici e di non fare abbastanza per fennare il flusso di guerriglieri verso l'Iraq. A scriverlo, citando funzionari del Congresso statunitense e altre fonti è stato ieri il quotidiano israehano «Hàaretz» sul suo sito online. Le sanzioni, secondo diverse fonti, sarebbero di tipo economico più che diplomatico. [e. st.] Le obiezioni espresse dal Grande Ayatollah hanno costretto ad un imbarazzante rinvio della firma agognata da Washington Il New York Times rivela «Diecimila iracheni prigionieri degli americani Uno ha undici anni»

Persone citate: Ali Sistani, Bush, Mohammad Bahr, Mowaffaq Rubai, Palestine, Saddam Hussein, Sistani