Chanel mischia i ruoli Lui mette un classico ma è la giacca di lei
Chanel mischia i ruoli Lui mette un classico ma è la giacca di lei fondazione, che si occuperà di eventi, libri di moda e... mostre. Come l'attuale esposizione che raggruppa gli abiti e i quadri del grande maestro. Scende il gigante lampadario sulla pedana del Grand Hotel per illuminare i capi del turco cipriota Hussein Chalayan, inno ad Atatiirk. Il padre della patria che ha liberato le donne dal velo, promuovendo la modernità, è citato sulle stampe fumetto degli abiti a sbuffo. Mentre da Viktor fr Rolf ragni di cristallo e insetti vari si . posano su abiti e camicie. C'era una gran ressa l'altra sera in Faubourg Saint Honorè all'inaugurazione della boutique di Alberta Ferretti, che ha accolto oltre 1500 persone. Da Charlotte Gainsbourg a Dolores Chaplin. LE SFILATE DI PARIGI Chanel mischia i ruoli Lui mette un classico ma è la giacca di lei Ricompare Yves Saint Laurent per lanciare la sua fondazione McDonald lascia Givenchy. Chalayan: «La mia icona è Atatùrk» Antonella Amapane inviata a PARIGI Chanel a senso unico abbatte le ultime frontiere fra abbigliamento femminile e maschile. Su una passerella, asfaltata come un'autostrada, sfilano 60 modelle vestite da garconne e 10 efebici indossatori con le giacche di lei. In tweed sfrangiato, serrate da zip che eliminano anche il problema delle discriminanti abbottonature. Che le ragazze rubino ai loro compagni qualche indumento non è una novità. Il contrario sì. Soprattutto se mostrato da un marchio di lusso, senza intenzioni unisex, ma nemmeno di travestitismo. Una provocazione? «Le vecchie barriere sono cadute, basta guardare come vanno in giro oggi i ragazzi, mischiando a 360 gradi», dice Karl Lagerfeld, che ha enfatizzato la tendenza, ispirandosi anche a una foto d'antan di Coco, in compagnia di un'amico con la sua stessa tenuta. Chanel non produrrà una linea da uomo, bensì le stesse cose per entrambi, con uno sviluppo taglie superiore. «Bella collezione, mi metteri tutto», escalma Clotilde Coureau in prima fila. Ma Emanuele Filiberto si metterebbe mai una giacchetta Chanel? «Perchè no?», risponde la principessina sorridendo. Chic, raffinati ed eccentrici come baronetti inglesi ai tempi dei Beatles gli «uomadonno» con golfini twin set chanelliani, sciarponi e jeans attillati, non hanno l'aria né bisex né trisex. E nemmeno ricordano i «metrosexual» (fan della moda con una gran cura del corpo che imperversano in America). Azzerano piuttosto le differenze. Se è vero che le persone inconsciamente con l'abito seducono, non si capisce a chi siano rivolti i messaggi di questa estetica confusa, eppure dilagante. Il tema che frulla i ruoli approda nello sport con giubbini di neoprene, tenute da sci un po' fine Anni '60, giacche a sacchetto e coppole a quadretti. Intinte fluorescenti. Declinate anche su camelie in plexiglass, bijoux trasparenti da cui pendono rossetti e trusse per ragazze che vogliono ingentilire con tocchi fragili il genere mascolino. Magari sfoggiando sotto il gilet anche magliette in sottile pizzo di lana. Julian Me Donald addio. Lo stilista saluta la platea di Givenchy, poco entusiasta delle sue «femme» Anni '50 dagli abiti a palloncino. La sua collaborazione con la maison è finita, ma LVMH non ha ancora trovato un sostituto. In compenso c'è chi torna. Ieri - proprio alla vigilia dell'ultimo defilé di Tom Ford per Saint Laurent (al suo posto ci sarà Stefano Filati) - è ricomparso il grande Yves. In piena forma (l'effetto inebriante della vendetta?) per festeggiare il lancio della sua omonima Clotilde Coureau applaude i modelli di Lagerfeld «Emanuele Filiberto in tweed femminile? E perché no?» Grande ressa per la boutique di Alberta Ferretti con le giovani francesi vip La scarpa di Roger Vivier
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