E Craxi voleva toghe meno politicizzate

E Craxi voleva toghe meno politicizzate NEL 1986 DESIDERAVA TREMILA GIOVANI MAGISTRATI INDIPENDENTI E Craxi voleva toghe meno politicizzate ROMA «Se in magistratura non entrano adesso 2,3 mila magistrati giovani e indipendenti saremo spacciati». Fine settembre '86, l'aereo della presidenza del Consiglio decollato da New York, scalo alle Azzorre, riporta in Italia il premier Bettino Craxi. Il leader socialista è all'apice del successo; a New York ,a margine dell'Assemblea delle Nazioni Unite ha anche incontrato il presidente Usa, Ronald Reagan è la prima volta dopo l'incidente di Sigonella, e sta giocando a carte con il fidato Gennaro Acquaviva, il suo consigliere diplomatico Antonio Badini e l'ambasciatore Boris Biancheri quando pronuncia quella frase sui magistrati. Una triste profezia? «No, ricordo che piuttosto era la speranza di avere 4n Italia una magistratura meno politicizzata», dice oggi Biancheri. Passano sei anni, nel luglio 1992, il pool di Mani Pulite, a Milano.arresta a raffica ma Craxi non sembra temere i magistrati. A Roma, a piazza del Gesù, si tiene un vertice. «Con me c'erano Severino Citaristi, il professor Enzo Gaito ed Erminio Pennacchini, uomo vicino al presidente Scalfaro», racconta nella sua inedita testimonianza a "La Stampa", l'avvocato Salvatore Catalano, che ha difeso allora tanti leader de, da Ciriaco De Mita, a Paolo Cirino Pomicino al "cassiere" Citaristi, e oggi i dirigenti di Bank of America nell'inchiesta Parmalat. Presi¬ dente di Intesa Real Estate e di Rai-net Catalano racconta che, all'inizio del giugno del '92, con l'arresto dei primi due de, Roberto Mongini e Augusto Rezzonico, assistendo ai loro interrogatori aveva capito dalle domande di Antonio Di Pietro che il pool sapeva già un mucchio di cose. Racconta Catalano; «In quella riunione spiegai: "sta' roba non si ferma, bisogna giocare d'anticipo". Consigliai a Citaristi di mettersi d'accordo con il "cassiere" socialista, Vincenzo Balzamo per portare a Di Pietro un elenco di persone che avevano finanziato De e Psi. "Così", dissi, "tutto finirà nel polverone dell'illecito finanziamento". Severino mi rispose che doveva avere il consènso sia di De Mita che di Forlani, i due segretari della De ai quali aveva fatto capo. Il professor Gaito mi diede ragione e allora ne parlai con Balzamo. Mi parve quasi convinto ma poi», sostiene l'avvocato, «mi trasmise un messaggio di Craxi; "dì a Salvatorino Catalano di pensare ai dicci che ai socialisti ci penso io"». Sei anni dopo esplode Tangentopoli e falliscono i tentativi di De e Psi di accordarsi su una linea comune da adottare con il pool

Luoghi citati: Azzorre, Italia, Milano, New York, Roma, Salvatorino, Usa