Una «Panda» l'ultima casa degli sfrattati di Claudio Laugeri

Una «Panda» l'ultima casa degli sfrattati L'ODISSEA DI UNA COPPIA DI CONVIVENTI Una «Panda» l'ultima casa degli sfrattati Stefano e Marta «vivono» in corso Chieti Appello per aiutarli a trovare un alloggio la storia Claudio Laugeri DUE cuori, una capanna. Su quattro ruote. Soltanto posti a sedere. Non offre di più la «Panda Van» ottenuta in prestito da Stefano, 34 anni, e Marta, di 42, compagni di vita da 15 e di sventura da cinque mesi. Con esattezza, dal 29 settembre dell'anno scórso, data dello sfratto dalla casa al secondo piano della palazzina in via Metastasi 13, zona Sassi. L'auto, però, è arrivata soltanto a gennaio, dopo sistemazioni in albergo e roulotte. Sempre insieme, Stefano e Marta. Con loro c'è Diana, due anni e 8 mesi, colori da pastore tedesco e muso troppo affilato per quella razza. Trovatella a soh 3 mesi nel Parco CoUetta. Gh occhi nocciola richiamano carezze, l'orecchio destro a mezz'asta suscita tenerezza. Ha ricambiato l'affetto dei padroni con il calore del proprio corpo, diventato l'unica risorsa nehe giornate sotto zero degh ultimi due mesi. Già, perché non sono serviti l'appello al «Maurizio Costanzo show» del 5 gennaio e nemmeno le richieste d'intervento ai servizi sociali. La consighera comunale Marilde Provera (Rifondazione comunista) ha scritto ai giornali. Ieri, le prime buone notizie: la promessa d'interessamento deh'assessore all'Edilizia Popolare Roberto Tricarico e la procedura per far lavorare Stefano avviata dal presidente della Circoscrizione Luciano Barberis. E c'è anche un appello. «Abbiamo 110 casi sociali in Commissione emergenza abitativa - dice Tricarico -. Questa, però, è l'unica situazione di una coppia che vive in auto. Abbiamo disposto l'accertamento dei vigili urbani, poi la questione sarà affrontata dalla Commissione. SoUecitiamo, però, anche l'intervento dei privati. Chi affitterà una casa alla coppia potrà beneficiare di un contributo a fondo perduto fino a 3500 euro, altri 1500 spetteranno a Stefano e Marta. Sono previsti anche l'azzeramento dell'Ici e una garanzia del Comune per eventuah danni prodotti all'interno deh'allòggio». «Tutto è incominciato due anni e mezzo fa, quando il mio compagno ed io siamo rimasti senza lavoro» abbassa la testa Marta, avvolta nel duvet nero che le fa anche da trapunta per la notte. E' in piedi, davanti alla «Panda Van» bianca parcheggiata in corso Chieti 23, una coperta sul parabrezza all'esterno e un asciugamano all'intemo per isolare il più possibile l'abitacolo. La notte, Stefano e Marta fanno scivolare due lembi deUa coperta sui finestrini, per garanthe un po' di privacy. Marta ha occhiali tondi, come la forma del viso. Fatica a parlare, ma la sua ritrosìa è figlia della dignità che lei non si rassegna a perdere, nonostante debba chiedere ospitalità nella toilette di un bar poco distante per i bisogni oppure sia costretta a chiedere un «buono» alla Caritas per una doccia calda. Lei e Stefano sono stati quasi «adottati» daUa gente del quartiere. «Da me sanno che possono avere un pasto caldo e la toilette è a loro disposizione quando voghono. Sono brave persone» testimonia Eugenia Lo Cicero, 59 anni, titolare del bar in piazza Enrico Toti 13/C. Un'ai- tra donna passa con un bassotto al guinzaglio, scambia un saluto con Marta: «Vede, lei è un'amica, a volte lava i nostri vestiti. Come anche altri nella zona». Nella «Panda Van» ci sono tre borsoni di abiti invernali, oltre a qualche maglione. «Il resto è tutto in un magazzino, dove abbiamo messo i vestiti dopo lo sfratto. Per i mobili, non 1 c'era posto» racconta ancora Marta. Così, il 29 settembre deh'anno scorso Stefano e Marta hanno perso tutto. Il lavoro mancava già da svariati mesi. Stefano faceva il carrozziere, aveva litigato sul lavoro e aveva deciso di mettersi in proprio. In tasca aveva una licenza da ambulante, con la sua «Ape» raccogliuva «pezzi» da vendere a Porta Palazzo. Una notte era alla guida del suo motocarro e si è ritrovato seduto su un'ambulanza: era stato travolto da un'auto dove viaggiavano tre immigrati nordafricani ubriachi. Fuggiti. Niente assicurazione, niente futuro. Da quel momento, pochi lavoretti e mal pagati. Lo sfratto, però, è stato il «colpo» più duro. «Ci ham^ offerto sistemazioni in dor¬ mitori, ma non voglio separarmi da Stefano. Ci voghamo bene, voghamo stare insieme. E lo stesso vale per Diana» alza di scatto la testa Marta. Nella vita ricorda soltanto un altro momento così buio: «E' stata la morte di nostro figlio, sei anni fa. Era neonato, crisi respiratoria». Ma è stata proprio quella pugnalata al cuore a salvarle la vita. «Lo confesso, ho pensato più volte di farla finita - si commuove Marta -. Ma credo che mio figlio, lassù, non avrebbe voluto vedermi arrivare così». Stefano e Diana ringraziano. .::■:".■.".::.■"■^■.v.■:^^■-"■:::^ Una vicenda estrema ma emblematica: in commissione emergenza abitativa del Comune ci sono 110 casi di persone che non hanno un tetto Stefano e Marta fotografati nella Panda van parcheggiata in corso Chieti

Persone citate: Eugenia Lo Cicero, Luciano Barberis, Marilde Provera, Maurizio Costanzo, Roberto Tricarico, Tricarico