Le belle impressioni di Zandomeneghi

Le belle impressioni di Zandomeneghi MILANO Le belle impressioni di Zandomeneghi Marco Rosei LA mostra di Zandomeneghi, «impressionista veneziano», è anche un omaggio all'appassionata riscoperta negh anni '30 da parte di due giovani milanesi, lo studioso di '800 Enrico Piceni e 0 mercante e collezionista Edmondo Sacerdoti, preceduti solo, ancora vivendo l'artista morto solitario a Parigi nel 1918, dal dannunziano editore di Cronaca bizantina, Angelo Somm aruga. Euona parte del centinaio di ohi, disegni e soprattutto pastelli esposti proviene dalla collezione Sacerdoti e dalla fondazione Piceni. Un pastello di grande virtuosità. Il cappello viola, passò tramite Piceni da Sommaruga ad Arnoldo Mondadori, che lo donò poi al Palazzo Tè a Mantova. Dei tre «itahens à Paris» del tardo '800 e primo '900, rispetto ai più fortunati De Nittis e Boldini, lui che nei primi anni parigini dopo il 1874 viveva come disegnatore di moda, è il solo che può fregiarsi a pieno titolo dell'etichetta, essendo presente nella quinta e sesta mostra degh Im¬ pressionisti e facendo parte della stretta cerchia di Degas, con Susanna Valadon e ToulouseLautrec. La scelta della mostra è radicalmente parigina, ma all'esordio il piccolo gioieho A pesca sulla Senna, uno dei due capolavori del 1878 fra cui si gioca la svolta fondamentale della sua arte, ha certo un tagho tipico da «tranche de vie moderne» impressionista, con il cilindro del pescatore che spuntt visto da dietro, sopra la proda verde che scende al fiume, ma l'ombrellino nero e i neri e la cinta rossa della veste della compagna seduta sul seggiolino sono ancora tipiche «macchie» da Castiglioncello o Piagentina. L'altro capolavoro, ben noto, è il Moulin de la Gaiette, straordinaria precognizione, nella forma ancor più che nel tema, su cui già si era cimentato Renoir, di Toulouse-Lautrec, che dipinse il suo prototipo Bai du Moulin de la Gaiette dieci anni dopo, nel 1889. La prima sala offre tutti i riferimenti fondamentali, fra cui il «panico» Paradiso terrestre, singolare esperimento fra Gauguin e i Nabis, in cui affiora anche il ricordo della grande Parodia del Bois Sacre di Puvis de Chavannes, che ToulouseLautrec teneva inchiodata sulla parete del suo studio a due passi da quello di Zandomeneghi in me Tourlaque. Poi, l'infinita dolce sfilata di figure femminili alla cui produzione il pittore fu incatenato da Durand-Ruel. Il mazzo di fiori un olio del 1894 di Zandomeneghi Federico Zandomeneghi Impressionista veneziano Milano. Fond. Mazzetta Orano 10-19.30 Chiuso lunedì Fino al 6 giugno

Luoghi citati: Mantova, Milano, Parigi