«L'ordine d'arresto va tradotto»

«L'ordine d'arresto va tradotto» IMMIGRATI ROMENI SCARCERATI «L'ordine d'arresto va tradotto» m L'ignoranza può anche salvare dal carcere. E' la storia di Calin Bardan, 33 anni, di origine romena, e di cinque connazionali (clandestini), finiti in carcere per ricettazione. Vivevano in un alloggio al numero 223 di corso Sebastopoli. Cucina, due camere da letto, bagno e ripostiglio. Ai carabinieri entrati per la perquisizione, però, è parso un supermercato: quaranta confezioni di creme idratanti e antirughe, una cinquantina di deodoranti, lamette da barba, ma anche whisky, oltre 10 chili di formaggio Grana, una mezza dozzina di tute da ginnastica, borsoni sportivi, due computer e valigette zeppe di attrezzi per il «bricolage». I militari hanno messo le manette a tutti. Il giudice per le indagini preliminari voleva tenerli dentro, ma il Tribunale del Riesame ha deciso altrimenti, su richiesta dei difensori (Antonio Genovese e Franca lannuzzi). Motivo: l'ordinanza del giudice che stabiliva l'arresto non era stata tradotta in romeno, unica lingua conosciuta dai 6 arrestati. Tanto che l'interrogatorio era avvenuto con l'ausilio di un interprete.

Persone citate: Antonio Genovese, Calin Bardan