Bombe sui binari, ricatto allo Stato francese

Bombe sui binari, ricatto allo Stato francese DINAMITARDI SI CHIAMANO AZF, IL NOME DELLA FABBRICA DI TOLONE ESPLOSA NEL 2001 Bombe sui binari, ricatto allo Stato francese U n fantomatico gruppo terrorista chiede 5 milioni per evitare una strage Enrico Molinari PARIGI O i milioni o le bombe. La Francia è in allarme per le minacce di un misterioso gruppo terroristico, «Azf», il quale afferma di aver disseminato sulla rete ferroviaria una decina di ordigni con i timer attivati, e assicura che li farà esplodere (per far deragliare i treni superveloci Tgv e causare decine di vittime) se il governo non pagherà un riscatto di quattro mihoni di dollari e un milione di euro. Una somma cospicua se si trattasse solo di uno scherzo di pessimo gusto, ma quasi ridicola se la minaccia è davvero così grave come sembra credere il governo. Le autorità hanno mobilitato migliaia di agenti e fatto immediatamente scattare un piano di emergenza: le minacce del fantomatico gruppo Azf vengono prese tanto più sul serio in quanto, ha rivelato la polizia, una delle bombe è già stata scoperta e disinnescata il 21 febbraio a una trentina di km a nord di Limoges, sulla linea ferroviaria Parigi-Tolosa. Secondo gli investigatori, di trattava di un ordigno sofisticato, e pericoloso, composto di nitrato e nafta e munito di un detonatore sensibile alle vibrazioni delle rotaie al passaggio dei convogli. Prova supplementare che le minacce vengono prese sul serio, il ministro dei trasporti Louis Gallois ha deciso di mobilitare 10 mila agenti e impiegati della Sncf (le Fs d'Oltralpe) con la missione di ispezionare a piedi i 32.500 km di rotaie della rete ferroviaria nazionale: l'ispezione «a vista» dovrebbe essere completata nel giro di 36 o 48 ore. I giornali erano al corrente da diversi giomi delle minacce ma avevano accettato (sia pure a malincuore) di non parlarne, cedendo alle pressioni del governo che aveva chiesto il silenzio stampa invocando motivi di sicurezza, o più probabilmente per non creare panico. Ma il silenzio è stato rotto, ieri mattina, dal quotidiano di Tolosa «La Dépèche du Midi», nella cui scia si sono subito ingolfati gli altri giornali, la radio e la Tv, che per tutta la giornata di ieri hanno «cavalcato» la notizia. Il comportamento del quotidiano di Tolosa è stato giudicato «poco responsabile» dal ministro degli Interni Nicolas Sarkozy. Ma intanto il gruppo Azf ha fatto una prima vittima: martedì 1" marzo il procuratore generale di Parigi, Yves Bot, ha rimosso dall'incarico Michel Debacq, capo della sezione antiterrorismo del tribunale della capitale francese: al magistrato è rimproverato di «non aver comunicato in tempo utile» ai suoi superiori e alla polizia le informazioni sulle minacce terroristiche di cui era in possesso. A muso duro, il governo francese sostiene di essere fermamente intenzionato a non cedere al ricatto. Ma un episodio tragicomico rivelato dai giornali getta qualche dubbio sulla determinazione delle autorità che lunedì avrebbero ceduto e cercato di pagare il riscatto domandato dai terroristi. In base alle istruzioni in codice ricevute dal gruppo (che si firmava «gros loup», o lupone) tramite i picco i annunci del quotidiano parigino «Liberation», la polizia (in codice «Suzy») aveva spedito a Montargis (vicino a Orléans) un eheottero con due agenti e una valigia zeppa di banconote. Ma per «un errore di valutazione delle distanze» i poliziotti non erano riusciti a depositare il danaro nel punto preciso indicato, e anzi è risultato che si erano sbagliati di una ventina di chilometri. Da allora, per quanto si sa, più nessun contatto tra i fantomatici terroristi e le autorità. La sigla del gruppo Aiif è la stessa di una fabbrica chimica di Tolosa, tristemente celebre, saltata in aria il 21 settembre 2001 (10 giorni dopo l'attentato contro le Torri Gemelle di Manhattan) : nella sciagura era- no morte 30 persone e i feriti si erano contati a centinaia. Secondo il direttore generale della polizia Michel Gaudin nulla fa pensare che Azf possa essere legato all'islamismo o a una filiera cecena. Vero è che l'ideologia del gruppo, così come è espressa in sei lettere inviate nelle scorse settimane alla presidenza della Repubblica e al primo ministro, appare confusa, per non dire brumosa o delirante. Nei documenti, Azf si definisce come «un gruppo di pressione a carattere terroristico creato in seno ad una confraternita, denuncia "l'economia traviata" e "i politici che fanno i propri interessi e non quelli del paese», e insiste sulla necessità di «rilanciare il progresso» e di «rimettere i sistemi socio-economici al servizio dell'individuo». Farsesca o sèria che sia, la minaccia degli attentati ferroviari fa soffiare un vento di panico sulla Francia. Ieri pomeriggio, la stazione di Grenoble è stata ^s/acuata in fretta e furia sulla scorta di una telefonata anonima a un commissariato. Lo sconosciuto, che si era presentato come «un militante di Azf», aveva annunciato la presenza di una bomba «pronta e esplodere» in stazione. Le minacce vengono prese sul serio dopo che il 21 febbraio è stato trovato un raffinato ordigno a Limoges li ministro dell'I ntemO ostenta intransigenza ma pare che la polizia abbia compiuto un goffo tentativo di pagare IL PRECEDENTE TEDESCO Era il dicembre del 1998 quando le ferrovie tedesche sono sfate prese di mira da sabotatori che allentavano leviti di saldatura fra i binari minacciando attentati se non fosse stato pagato un riscatto di 10 milioni di marchi, li pericolo più grande è stato corso dai trecento passeggeri dell'Hannover-Berlino, che per un miracolo non si è capovolto. Vittime di analoghi attentati furono anche un treno merci diretto nel Medemburgo e un altro nella tratta Berlino-Strahlsund. In quest'ultimo caso, i vagoni si erano sparpagliati in un raggio di 200 metri. La caccia all'uomo erastata capillare, e la mobilitazione coinvolse persino i Tornado della Luftwaffe. Il 23 dicembre ja pblizfa arresta Klaus Peter S., exTmpiègato delle"^ ferrovie. L'uomo, che aveva minacciato di far saltare in aria le stazioni di Amburgo, Francoforte e Norimberga se il riscatto non fosse stato pagato, accusava le ferrovie di essere la causa della propria rovina. Attualmente è in carcere dove sta scontando l'ergastolo, tf. s.] ^M^^^BP^ ^S^^riÌlÌ9llHi^ÌHÌ^P5iÉSSR^HÌIBBHBi Ispezione ai binari nei dintorni di Parigi: la minaccia dei misteriosi ricattatori contro le ferrovie francesi viene presa «molto sul serio» da parte dell'autorità

Persone citate: Enrico Molinari, Klaus Peter, Louis Gallois, Michel Debacq, Michel Gaudin, Nicolas Sarkozy, Yves Bot