Idee, uomini, soldi Virtù e debolezze di Kerry il vincente

Idee, uomini, soldi Virtù e debolezze di Kerry il vincente INIZIA LA LUNGA CORSA CONTRO IL PRESIDENTE Idee, uomini, soldi Virtù e debolezze di Kerry il vincente Gli elettori lo giudicano esperto, ma ha cambiato spesso le sue posizioni Su Bin Laden: «Se lo prendono alla vigilia del voto, va bene comunque» corrispondente da NEW YORK MESSA in cassa forte la nomination democratica a tempo di record John Forbes Kerry lancia la sfida a George Walker Bush volando in Florida, lo Stato teatro del controverso voto che nel 2000 decretò la sconfitta di Al Gore. Per la base democratica l'esito della riconta di Florida 2000 - grazie ad una sentenza per 5-4 della Corte Suprema - è alla base della deìegittimazione di Bush ed è da questa accusa che Kerry inizia l'assalto alla Casa Bianca, quasi si trattasse di ima rivincita. IL DUELLO. La scelta della Florida anticipa anche il terreno del duello scelto per battere Bush ovvero quegli Stati che nel 2000 vennero conquistati da una delle due parti solo per un pugno di voti. Con la maggioranza delSud inmano repub-blicana ed i democratici che sembrano imbattibili nel New England e in .California il Z'novembre prevarrà tìhi vincerà il braccio di ferro sui 17 ^ Stati in bilico: Arizona, Arzansas, Florida, lowa, Maine, Michigan, Minnesota, Missouri, New Mexico, New Hampshire, Nevada, Ohio, Orego, Pennsylvania, Washington, West Virginia e Wisconsin. E' su 67 emittenti radio e di tv di questi Stati che oggi debuttano gli spot di Bush, ai quali risponderanno gli spot democratici del movimento «MoveOn» di Michael Moore, forte del sostegno del miliardario George Soros. Kerry punta a fare breccia cavalcando lo scontento per la disoccupazione, Bush punta invece sul rifiuto dell'elettorato per i matrimoni fra gay. LA FORZA. Gli exit polis del Super-Martedì confermano che Kerry attrae gli elettori per due ragioni. Primo: il curriculum di veterano del Vietnam e di senatore di lunga data che garantisce competenza sulla sicurezza nazionale e esperienza intemazionale. Secondo: l'immagine ed i toni da leader determinato ma affidabile, contrario ad ogni tipo di estremismi. Le primarie a ritmo battente hanno consentito al moderato Kerry di raccogliere i voti dei più passionali elettori dell'ex governatore Howard Dean - in gran parte pacifisti - e del senatore John Edwards - in gran parte protezionisti e ciò consente ai democratici di presentarsi al nastro di partenza con un partito unito, basato sul sostegno delle ale più estreme per un candidato che ha molto spesso votato da conservatore. LA DEBOLEZZA. Kerry ha esitato quando un giornalista della Cbs domenica scorsa gli ha chiesto di dire con chiarezza se si definiva «liberai». Le incertezze nell'esposizione delle proprie idee sembrano il suo tallone d'Achille. Kerry oggi chiede 40 mila soldati in più per l'US Anny ma si oppose agli elicotteri Apache ed agli aerei Stealth. E' stato favorevole alla guerra a Saddam ma non a come Bush Iha condotta e votò contro la Guerra del Golfo nel 1991. Sui matrimoni omosessuali ha cambiato posizione tre volte mentre sull'accordo di libero commercio nordamericano «Nafta» si è detto prima favore, poi contrario e quindi per una «revisione di tutti gli accordi sul commercio in 120 giorni». Il curriculum di senatore descrive un liberal che spesso ha votato con i repubblicani mentre le dichiarazioni elettorali che si contraddicono tradiscono la difficoltà di tenere compatta la base democratica evitando perdite di voti a favore dell'indipendente Ralph Nader - e corteggiare al tempo stesso i voti dei moderati centristi indecisi, da cui dipende la vittoria. LE IDEE. Kerry vuole un'Ameri¬ ca «con la speranza al posto della rabbia», che operi d'accordo con gli alleati sulla scena intemazionale e rimargini le ferite sociali ed economiche causate dal «grande laceratore Bush». Ripetendo ad ogni comizio che l'America «deve tomare nel consesso delle nazioni» si esprime per una politica estera multilateralista: più ascolto agli alleati europei ed arabi moderati, più impegno nelle organizzazioni intemazionali. Poliglotta, conoscitore dell'Europa e sposato l'ereditiera afiicana-portoghese Teresa Heinz, ha nel dna la vocazione a fare dell'America una nazione che «guida nel consenso». Favorevole a combattere il terrorismo - anche se non è niai entrato nei dettagli - propone la creazione di una nuova agenzia di sicurezza per riunire le competenze di Cia, Fbi e Sicurezza Interna al fine di evitare le incomprensioni che agevolarono i dirottatori dell'I 1 settembre. Contrario ai tagli fiscali di Bush per i ricchi - méntre li vuole lasciare per... gli altri - ha scelto come bandiera della solidarietà sociale la battaglia per trasformare l'assistenza sanitaria in un «diritto di nascita» di ogni cittadino americano. Ieri rispondendo a un giornalista che gli chiedeva che cosa succederà se l'Amministrazione Bush annuncerà in ottobre la cattura di Osama bin Laden, così da aveme un vantaggio elettorale, ha detto che «ogni momento è buono per catturarlo». Eha aggiunto: «Spero che lo catturiamo. E mèglio se lo prendiamo domani, megho se fra una settimana, ma se lo catturiamo a ottobre e lo annunciamo ad ottobre è comunque bene per l'America ed è una cosa eccezionale, anche se non sarà la fine della guerra contro il terrorismo». LA SQUADRA. La girandola di nomi sui possibili vice-presidenti che vede come favorito John Edwards - tradisce l'identikit di una squadra di consulenti e collaboratori che include molti vip del partito democratico. Primo fra tutti Ted Kennedy che è stato al suo fianco dai caucus dell'Iowa, ha arringato la folla con passione e tessuto la rete del sostegno nei salotti di Georgetown. La vicinanza fra Ted e John è tale da far considerare Kerry «uno dei Kennedy» a diversi opinionisti. Fra gli altri nomi eccellenti vi sono l'ex generale Wesley Clark e l'ex ambasciatore all'Onu Richard Holbrooke sulla pohtica estera, il govematore del New Mexico Bill Richardson per i rapporti con gli ispanici, il senatore Bob Graham sull'intelligence, l'ex senatore Sam Nunn sulle armi di distrazione di massa. Hillary Clinton, a Super-Martedì archiviato, è stata fra le ultime a dare il proprio sostegno e resta da vedere quale sarà l'equilibrio con Kerry. L'altro Jnteirogativo riguarda il molo che avrà Howard Dean, l'ex govematore del Vermont che ancora dispone di una solida rete di sostenitori. I SOLDI. Negli otto mesi che mancano all'Election Day peseranno i fondi a disposizione. Sulla carta la macchina repubblicana sembra imbattibile: Bush ha raccolto 120 milioni di dollari e ne ha ancora 104 da spendere mentre Kerry ha iniziato le primarie con 30 milioni di fondi era ora è quasi rimasto a secco. Per Terry McAuliffe, presidente clintoniano del partito, l'imperativo adesso è spingere tutti i più importanti donatori ad un serrate le righe per riempire le casse della campagna. Per riuscirci avrà bisogno della discesa in campo di un uomo solo: Bill Clinton, [m. me] Jh K llihi fi lii di fl dhdb John Kerry con la moglieTheresa Heinz festeggia la vittoria davanti a una folla di sostenitori a Washington