Missione restauro in Iraq di Fiorella Minervino
Missione restauro in Iraq Missione restauro in Iraq Partito il team di tecnici e archeologi italiani Fiorella Minervino MILANO «Quando in gennaio, lo scorso anno, abbiamo lasciato Baghdad a causa della guerra, al Museo i capolavori, i pezzi, le opere erano già tutti imballati, riposti in casse di sicurezza e in luoghi riparati, mancava all'appello gli oggetti che erano intrasportabili per il peso o gli oggetti in avorio troppo fragili per venire spostati, che infatti ora risultano trafugati o distrutti. Ora vedremo che cosa è successo e faremo il possibile per restaurare tenendo conto dei numerosi furti, scavi clandestini, saccheggi solo in parte annullati da recuperi e restituzioni»: il professor Giuseppe Proietti che dirige la sezione archeologica al Ministero dei Beni culurali sta per partire dall'aeroporto di Linate per l'Iraq con il sovrintendente alle antichità di Roma, Adriano La Regina, cinque tecnici dell'Istituto Centrale del Restauro e l'attrezzatura del Laboratorio di restauro. Dovranno occuparsi di uno dei patrimoni artistici più importanti del mondo, come precisa Giorgio Gullini, l'archeologo che da 40 anni si occupa dei tesori della Mesopotamia e che non può partecipare alla missione per problemi di salute. L'equipe italiana si fermerà a Baghdad una settimana per controllare la situazione attuale; al rientro inizierà a coordinare dall'Italia i lavori dei restauratori. «E' un'impresa di cui andar fieri come italiani», ha spiegato il Mini- Una sala stro per i Beni culturali Giuliano Urbani in una conferenza organizzata all'aeroporto prima della partenza, riferendo di aver ricevuto dalle autorità del governo provvisorio iracheno il compito di presiedere alle attività di tutela, recupero, restauro dei beni storici e artistici colpiti dalla guerra, «patrimonio - ha aggiunto il ministro - che significa storia, antropologia, ricchezza dell' umanità». Il ministro ha ricordato la delicata responsabilità, e al tempo stesso il riconoscimento a livello internazionale della altissima qualità dei nostri archeologi. Urbani ha poi ringraziato il personale del ministero, gli studiosi, i carabinieri, soprattutto il nucleo che ha recuperato migliaia e migliaia di pezzi trafugati in Iraq. Poi ha rivolto uno speciale ringraziamento al mecenatismo privato italiano, in particolare a Marco Tronchetti Provera, Presidente di Telecom Italia il quale, all'interno del «Progetto Italia» ha contribuito a finanziare la trasferta del Laboratorio del restauro e dell'equipe di archeologi e tecnici. Tronchetti Provera ha dichiarato che il Progetto Italia si propone di offrire contributi finanziari per intervenire nelle aree calde e critiche del mondo, guardando al futuro per recuperare il passato, «da Sarajevo a Erevan, Gerusalemme, e presto a Damasco, dove vogliamo operare con interventi e aiuti». Tanto più - ha aggiunto il Presidente di Telecom - vogliamo aiutare chi svolgerà il compito di recupero dei tesori della Mesopotamia che è la culla della nostra civiltà». Il costo dell'operazione Iraq è di 150.000 euro; i tecnici italiani hanno un compito di coordinamento e collaboreranno con le autorità locali, come già accadeva prima dell'embargo internazionale. I problemi più urgenti, ha spiegato Gullini, sono legati a una ricognizione sistematica di quanto è custodito nei magazzini e soprattutto dei monumenti soprattutto a Ninive. Sponsorizzato da Telecom il progetto servirà a riparare i danni causati dalla guerra Una sala del Museo di Baghdad dopo i saccheggi
Persone citate: Giorgio Gullini, Giuliano Urbani, Giuseppe Proietti, Gullini, Marco Tronchetti Provera, Tronchetti Provera
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