Islamici sconfitti nella Carta del dopo Saddam di Paolo Mastrolilli

Islamici sconfitti nella Carta del dopo Saddam IL CORANO NON SARA' L'UNICA FONTE DEL DIRITTO Islamici sconfitti nella Carta del dopo Saddam Raggiunta l'intesa sulla Costituzione ma molti problemi restano aperti Paolo Mastrolilli NEW YORK Erano le quattro e mezza di ieri mattina, quando l'Iraq ha saputo di avere una nuova Costituzione provvisoria, che dovrebbe creare le basi per un governo federale democratico. Sul tavolo, però, restano alcune questioni aperte, come la forma dell'esecutivo che assumerà i poteri il 30 giugno, il livello di autonomia dei curdi, e il processo per scegliere il futuro Presidente. La nuova Costituzione temporanea è frutto di mesi di trattative, che secondo la scadenza iniziale dovevano finire il 28 febbraio. I membri del Consiglio governativo provvisorio avevano mancato questo appuntamento, per divergenze sul ruolo della legge islamica nella gestione del Paese, lo spazio concesso alle donne e l'autonomia Jci curdi. Venerdì sera gli sciiti avevano abbandonato il tavolo delle trattative, ma allora è cominciata una maratona negoziale con la mediazione americana, che dopo due giorni e due notti di colloqui si è conclusa col compromesso annunciato all'alba di ieri. La legge fondamentale dovrebbe di uno Stato federale, per superare le divergenze etniche e le violenze dell'epoca di Saddam. Il testo stabilisce che l'Iraq verrà governato da un Presidente e due vice presidenti, che nomineranno all'unanimità un primo ministro e l'esecutivo. La maggioranza sciita voleva la garanzia di avere la carica principale, lasciando le altre due a sunniti e curdi, ma questa ipotesi è stata accantonata e per ora il meccanismo di selezione del Presidente resta da definire. Un governo ad interim guiderà il Paese dal 30 giugno, data in cui gli ameTìca/nV ìTH-ondono passare i poteri, al 31 gennaio dell'anno prossimo, quando si dovranno tenere le elezioni legislative. Poi comincerà la scrittura della Costituzione defini¬ tiva. La composizione e la forma dell'esecutivo provvisorio, però, non è ancora nota. Un'altra questione lasciata aperta riguarda il livello di autonomia dei curdi nel Nord, la cui definizione è stata rimandata ad un secondo momento perchè non c'era l'accordo tra le parti. I curdi, di fatto indipendenti nel Nord del Paese dal 1991, vogliono trasformare la loro milizia dei «peshmerga» in una formazione militare permanente, chiedono di aggiungere alcune province all'area che già controllano, e vogliono gestire le risorse petrolifere locali. Uno dei loro leader, Mahmoud Oth- man, ha commentato che «la nostra linea è stata quella di accantonare per ora ciò che otterremo in un secondo momento». Le 18 province verrano governate da una struttura federale, sul modello di quella canadese o brasiliana, ma potranno unificarsi per creare blocchi regionali più grandi, come quello sciita al Sud, sunnita al Centro e curdo al Nord. La Costituzione contiene nna Carta dei diritti in 13 articoli, che garantisce la libertà di espressione, religione, e riunione politica, e stabilisce che la legge islamica è una delle fonti della giurispru- denza nazionale, ma non l'unica o la principale. La componente sciita legata all'ayatollah al Sistani voleva che il Corano diventasse il testo di riferimento, ma poi ha accettato un compromesso secondo cui la Costituzione impedirà di approvare leggi in contrasto con i dettami dell' Islam. Le donne dovrebbero avere il 250Zo dei seggi nella futura assembla parlamentare, anche se non è una quota obbligatoria, ma piuttosto l'indicazione di un obiettivo. «Questo - ha commentato il segretario di Stato Powell - è un grande risultato, raggiunto con un solo giorno di ritardo». Adnan Pachaci, uno dei leader del Consiglio governativo provvisorio, ha sottolineato che «il nostro documento non ha precedenti in questa parte parte del mondo. Non solo riflette un accordo su molti aspetti della società irachena, ma costituisce anche un elemento di ispirazione per guardare al futuro». La nuova Costituzione verrà firmata domani dal governatore americano Premer, e da quel momento comincerà il conto alla rovescia per il passaggio dei poteri, nella speranza delle parti che intanto la guerriglia venga sconfitta. ELEZIONI Dovranno essere celebrate prima del 31 gennaio del 2005, in modo da dare vita a un'Assemblea nazionale che dovrà formare un nuovo governo e approvare la carta fondamentale definitiva. DIRITTI CIVILI Saranno garantite le libertà fondamentali dei cittadini, in modo particolare la libertà di culto; di pensiero e di parola, di riunione e il diritto a un processo equo. FEDERALISMO La Carta prevede la creazione di un sistema federale e permette alle 18 province in cui è diviso il Paese di accordarsi fra loro per la creazione di regioni federali più o meno estese, li provvedimento consentirà la formazione di una regione a maggioranza sciita nel Sud del Paese, con caratteristiche simili a quella curda già esistente nel Nord. I PUNTI PRIMCIPAL! ISLAM L'Islam rimane la religione ufficiale del Paese e rappresenterà una fonte per la legislazione (ma non l'unica). Non potranno esserci leggi contrarie all'Islam, ma i principi religiosi non dovranno invalidare i diritti individuali o la democrazia. GOVERNO L'Iraq avrà un Presidente, due vicepresidenti e un primo ministro, che sarà a capo dell'esecutivo. Le decisioni di Presidente e vicepresidenti dovranno essere prese all'unanimità. È tramontata l'ipotesi di una presidenza collegiale che riflettesse la composizione etnico-religiosa del Paese. DONNE Il testo pone come obiettivo il raggiungimento di una quota del 25 per cento di rappresentanza femminile nella futura assemblea parlamentare.

Persone citate: Adnan Pachaci, Mahmoud Oth, Powell, Saddam Raggiunta, Sistani

Luoghi citati: Fonte, Iraq, Islam, New York