Follini l'ha avuta vinta ma nell'Udc c'è mugugno di Marco Follini

Follini l'ha avuta vinta ma nell'Udc c'è mugugno IL LEADER DEI CENTRISTI SI GIOCA TUTTO SULLA LINEA DURA Follini l'ha avuta vinta ma nell'Udc c'è mugugno D'Antoni e Buttigliene hanno fatto arrivare messaggi di pace al Cavaliere che è convinto che la conflittualità costi cara retroscena Augusto Minzoiinì ROMA CHI ha parlato con lui negli ultimi giorni lo ha trovato nervoso. Marco Follini ha la sensazione che, in uri modo o nell'altro, la sua linea, critica con Berlusconi dall'interno della maggioranza, avrà in caso di insuccesso alle elezioni un unico capro espiatorio: lui. E per la prima volta si è reso conto che chi lo aspetta al crocevia non è solo Silvio Berlusconi, ma anche quelli che nel suo partito, per interesse o per convinzione, non sono persuasi che una condotta di «conflittualità permanente» con il premier paghi. Tra questi - ma per ora sono i suoi avversari interni a dirlo - per la prima volta il segretario dell'Udo annovera anche il suo grande elettore e santo protettore, Pier Ferdinando Casini. Non si tratta solo di voci e di congetture. Secondo uno dei suoi fedelissimi, Follini è amareggiato. «Ormai - ha spiegato - Berlusconi ha deciso di emarginarmi del tutto. Mi aspetto una campagna elettorale difficilissima che dovrò affrontare in una posizione scomoda: tra l'incudine e il martello. Se non mi distinguo dal Cavaliere non prenderò voti, ma so anche che appena proverò a farlo il presidente del Consiglio mi accuserà di parlare come il centro-sinistra, di fare il gioco dell'opposizione...». Appunto. Il leader dell'Udc si trova in una situazione complicata. Qualcuno potrà sempre dire che quanto sta accadendo era facilmente prevedibile, ma in campagna elettorale è inutile guardare indietro: quando è tempo di ballare, bisogna ballare. Solo che più passano le settimane e più Follini si sta rendendo conto di essere stato lasciato solo con la sua scommessa. Anche chi, in un modo o nell'altro, lo ha assecondato o, comunque, non ha fatto nulla per consigliarlo diversamente, sta prendendo, sia pure con molta discrezione, le distanze. Nasce di qui il dubbio che anche Casini non condivida più la linea dura. Chi ha parlato con il presidente della Camera nei giorni finali della verifica ha avuto questa sensazione. Casini era certo insoddisfatto dell'atteggiamento di Berlusconi, ma preoccupato anche che la tensione nuocesse alla coalizione. Ma perché nella mente del personaggio i timori che in passato ha sempre rimosso, adesso cominciano a fare breccia? Intanto perché Follini si è accorto che il Cavaliere, al di là del buon viso di queste settimane, non gli ha perdonato la conflittualità di questi primi mesi dell'anno che, secondo i calcoli del premier, hanno fatto perdere nei sondaggi un 2-30Zo alla coalizione. In secondo luogo ci sono i discorsi del premier che qualcuno, maliziosamente o meno, gli ha riportato. In uno degli ultimi vertici di maggioranza a cui il segretario dell'Udo ha dato forfait, Berlusconi si è lasciato andare a queste dissertazioni: «Marco era una persona che stimavo. Lo avrei voluto nel mio governo, e non solo ora ma anche nel 2001. Per cui io non ho nulla di personale contro di lui. Anzi. Adesso, però, sembra che abbia una sola cosa in testa: mettersi di traverso su tutto. Vi pare che può durare? No, non può durare e non durerà». I segnali che qualcosa si stia muovendo nell'Udo non sono pochi. Soprattutto, c'è la novità di una possibile incrinatura tra Follini e Casini. In questi mesi, amici e avversari, sono sempre stati convinti che questo sodalizio trentennale avrebbe retto an- che in frangenti pericolosi come quelli che sta attraversando il centro-destra: tant'è che tutti hanno sempre considerato le diversità di opinione e di atteggiamento tra i due delle ultime settimane, il classico gioco delle parti. In realtà, la distanza che li divide è strategica. Follini si è innamorato del giocattolo ereditato da Casini e pensa che l'Udc potrebbe avere un futuro di crescita come partito, magari attraendo a sé gli spezzoni di quel centro moderato che si è frantumato sulla linea di confine tra i due Poli. Casini è molto più dubbioso e vede il futuro dei post-Dc solo all'interno dell'alleanza con Berlu¬ sconi, del quale, in un domani, il presidente della Camera potrebbe essere uno dei successori. Non per nulla il presidente della Camera non ci ha pensato due volte a caldeggiare la lista unica del centro-destra, cioè la prospettiva che Follini ha osteggiato in tutti i modi. Non è la prima volta che i due si ritrovano su posizioni contrastanti. Nei giorni della formazione del governo, dopo l'elezione di Casini alla presidenza della Camera, Follini chiese il ministero delle Telecomunicazioni. Il neo-inquilino di Montecitorio, però, era contrario: «Se tu vai al governo - gli disse in quei giorni - il partito rimane nelle mani di Buttigliene». Follini, però, non sentì ragioni e continuò ad insistere. Invano. Fatto il governo il segretario dell'Udo chiese al Cavaliere perché non lo aveva voluto in quel posto e l'altro rispose secco: «Guarda che è stato Casini a scongiurarmi di lasciarti al partito». Cose che succedono. Ora, a distanza di due anni e mezzo le strade tra i due amici trentennali tornano a dividersi. E gli uomini di Follini sono convinti che l'intraprendenza degli ultimi tempi degli avversari interni sia il segnale più chiaro che l'assedio alla cittadella del segretario dell'Udc è già cominciato. Si racconta che sia Buttigliene sia D'Antoni avrebbero fatto capire al Cavaliere che una diversa leadership del partito, magari affidata ad uno dei due, sarebbe sicuramente più congeniale all'armonia della coalizione. Voci che hanno insospettito Follini, il quale ha ereditato l'abitudine a non fidarsi mai degli amici democristiani. Non per nulla, in questi giorni il leader Udc è alle prese con questo dilemma: a parte la guerra con il Cavaliere, il nuovo attivismo degli avversari interni deriva anche da un cambiamento intervenuto nei piani del presidente della Camera, oppure no? Secondo gli avversari interni per la prima volta c'è il rischio di una possibile incrinatura anche con Casini II segretario dell'Udc Marco Follini con Pier Ferdinando Casini

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