Capello: mi sembra un clima da guerra fredda
Capello: mi sembra un clima da guerra fredda Capello: mi sembra un clima da guerra fredda «I russi si ritirano? lo resto ancora fiducioso» dall'inviato a PARMA La frase più emblematica dell' intera giomata arriva quando Capello ha metabolizzato la vittoria (contro il Parma) e la sconfitta (con i russi, cui tanto teneva): «Mi sembra un clima da guerra fredda». Forse il tecnico" della Roma si riferiva alle condizioni meteo mescolate insieme agli striscioni della curva romanista contro Sensi, ma la sua delusione per la piega che hanno preso le cose è palpabile. «Non è detta ancora l'ultima parola», spiega Capello che continua a essere convinto della possibilità di riportare la Nafta al tavolo: «Ritengo che una trattativa tanto lunga e complessa possa essere ripresa. Uno stop è comprensibile, in fondo non ci sono cifre simboliche in ballo. Tutto può ancora accadere, se c'è un gruppo interessato ad acquistare e una proprietà intenzionata a vendere. Ho saputo la notizia prima della partita, ma non ba influito sulla nostra prova. Siamo qui per fare il nostro lavoro e abbiamo risposto sul campo a ogni illazione». Chi più di ogni altro si era esposto nella compravendita, tanto da essere considerato un sicuro quadro della «Roma alla russa» è il direttore sportivo Baldini. «Se la trattativa si è interrotta è evidente che è sorto un problema. Se poi il problema è insuperabile sarà il tempo a stabilirlo. Come dirigente ho verificato la congruenza e la fattibilità della proposta degli interlocutori russi, che 15 giorni fa he girato per competenza alla società e al suo vertice. I loro legali dicono che le recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto tutti i club hanno influito. Ed è evidente che l'indagine della Finanza può aver fatto riflettere più di qualcuno, soprattutto perchè non si conoscono i tempi dell' inchiesta e la cosa sarà ovviamente lunga e complessa». I giocatori non l'hanno presa bene, ma hanno finto sicurezza. Mancini, per cominciare: «Cerchianmo di non pensare ai problemi societari, dobbiamo concentrarci solo a quanto avviene sul campo. Abbiamo fatto una riunione prima della partita e ci siamo detti che non potevamo ripetere la prestazione di Ancona. Sappiamo che possianmo vincere lo scudetto, oggi si è capito che dipende solo da noi. Ci divertiamo in campo, ecco il nostro segreto». Emerson è quello più distaccato, comunque vada a finire lui troverà pretedenti a raffica: «Si leggeva ovunque che la trattativa era già conclusa, la verità è che si sono fatte solo tante chiacciere. Il nostro dovere resta quello di giocare, le altre cose si sistemeranno. Lo ripeto sempre anche ai compagni: dobbiamo pensare esclusi- vamente allo scudetto, l'obiettivo più importante della nostra carriera. Ognuno ha il suo modo di pensare e ragionare, ma adesso dobbiamo solo conservare la tranquillità: squadra, società e tifosi, uniti per raggiungere il titolo. Il Parma gioca bene ma è giovane, vincere non è stato facile». Dacourt è sulla lunghezza d'onda dei compagni: «Abbiamo saputo prima della partita della ritirata dei russi. Non mi preoccupo, non è una cosa che mi riguarda. Vengo pagato per altri scopi: devo solo impegnarmi col pallone e pensare ad avere un rendimento al top». [g.l.] I giocatori non l'hanno presa bene Emerson: purtroppo si son fatte solo tante chiacchiere Fabio Capello non perde le speranze: «Mi sembra un clima da guerra fredda»
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