Nei Caraibi Bush e Chirac si riscoprono amici di Maurizio Molinari

Nei Caraibi Bush e Chirac si riscoprono amici Nei Caraibi Bush e Chirac si riscoprono amici Dopo il duro scontro per l'Iraq i due presidenti hanno ripreso a collaborare per la sicurezza analisi Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK ACCESI rivali sull'Iraq George Bush e Jacques Chirac hanno risolto assieme la crisi di Haiti, dimostrando di saper lavorare all'unisono sui temi della sicurezza come in pochi ritenevano ancora possibile. «Senza il sostegno di Parigi e Washington il presidente Aristide non aveva altra alternativa che abbandonare il potere»: il giudizio di David Bothkopf, ex coordinatore della ricostruzione di Haiti durante l'amministrazione Clinton, fotografa la conclusione del braccio di ferro a Port-auPrince che ha avuto per protagonista l'intesa fra gh Usa e la Francia. Tutto inizia dieci giorni fa con la presentazione ad Aristide del piano di pace caraibico, cho propone la divisione dei poteri fra presiden- te e primo ministro per porre fine alla rivolta dei ribelli di Guy Philippe. La resistenza opposta da Aristide e la prospettiva di una guerra civile a un'ora di volo da Miami spingono l'amministrazione Bush a cercare una soluzione diplomatica per tre ragioni: l'impossibilità di affrontare un nuovo impegno militare all'estero dopo Iraq ed Afghanistan, il rischio di un'ondata di profughi verso la Florida in piena campagna elettorale e le pressanti critiche democratiche per aver sottovalutato i sintomi della crisi. E' in questa cornice che il Quai d'Orsay prende l'iniziativa, forte dell'influenza pohtica conservata sull'unica sua ex colonia caraibica divenuta indipendente. «Sin dall'inizio lo scopo di Parigi è stato duphee - spiega una fonte diplomatica latinoamericana all'Orni chiedendo l'anonimato - evitare il peggio ad Haiti e dimostrare agli americani l'utilità della cooperazione intemazionale». H ministro degh Esteri, Domi¬ nique de Villepin, ha tentato di organizzare a Parigi un incontro fra governo e opposizioni, ma il summit è fallito, rafforzando la convinzione dei francesi che il problema era Aristide e la sua incomprensione degh errori commessi. Da qui la richiesta di dimissioni avanzata a chiare lettere per la prima volta da De Villepin, sulla quale il Dipartimento di Stato ha temporeggiato per 48 ore prima di dare luce verde, obbhgando Aristide a lasciare Haiti. H patto Washington-Parigi ha avuto per protagonisti De Villepin ed il Segretario di Stato Colin Powell, già accesi rivali un armo fa nel braccio di ferro in seno al Consiglio di Sicurezza sull'intervento militare in Iraq. Negh ultimi giorni si sono sentiti come non avveniva dai giorni caldi dell'Iraq, ma questa volta ha prevalso l'intesa. L'accordo franco-americano ha deciso, dopo l'abbandono di Aristide, l'arrivo di una forza di polizia intemazionale composta da Usa, Francia e Canada, altro avversario della guerra in Iraq. Parigi ha ottenuto la riunione, iniziata nella notte, del Consiglio di Sicurezza che dovrebbe autorizzare la missione intemazionale. E Washington ha affrettato la partenza dei marines. «Le prossime tappe sono l'insediamento di un governo di transizione, la scelta di una data per le nuove elezioni e la creazione delle condizioni necessarie per celebrarle - sottolinea Bothkopf, esperto di affari caraibici della Fondazione Camegie - e per fare riuscirci c'è bisogno del pieno coinvolgimento dell'Onu». Bealpolitik a parte ciò che ha spinto Bush a collaborare con Chirac è il fatto che il caso-Aristide è considerato dall'amministrazione una deUe conseguenze degh errori di Bill Clinton. Fu infatti Clinton nel 1994 a reinsediarlo al potere inviando 20 mila marines ma accusano i neoconservatori - senza occuparsi di cosa sarebbe avvenuto dopo. II ministro Dominique De Villepin