La Venere in pelliccia si specchia da Fendi di Antonella Amapane

La Venere in pelliccia si specchia da Fendi LE SFILATE AUTUNNO-INVERNO A MILANO La Venere in pelliccia si specchia da Fendi Il mini-kilt borchiato di Versace è royal punk. Per Blumarine vestiremo alla Bianca Jagger. Mariella Burani fa sfilare una zingara stratificata Antonella Amapane inviata a MILANO Quanto è narcisa la Venere in pelliccia di Fendi. Sempre lì a specchiarsi. Nella Vanity bag, nei mantelli lastricati di tasselli Silver, e addirittura nei luccicanti tacchi ad ascia, piantati al centro della suola di calzature che richiedono un'andatura da pattinatrice sul ghiaccio. Ciimilde formato Lagerfeld si riflette nel guardaroba; usa micro pochette come uova di Fabergè - con mirror incorporato - per controllare senza essere vista le mosse dell'amante. Sfoggia anelli da veleno che nascondono altri specchietti, indispensabih per un ripasso veloce dì make-up. La raffmatona s'innamora di zibellini, visoni e cincillà laserati come un pizzo, oppure tricottati con fili di cachemire. Dalla forma a plaid. «Leggeri come le piume degli uccelh. Perché nessuno vuole più pelliccioni a zavorra. Era ora di ripulirli da quell'aria di lusso antico. Meglio la versione a coperta, da usare anche per coprirsi le ginocchia in viaggio o davanti alla televisione», spiega Karl Lagerfeld che per la griffe controllata dal Gruppo LVMH ha trasformato in nuvola lo status symbol femminile con una tale maestria che lascia a bocca aperta la platea. Squadrato e rotondo si intercalano in netto contrasto sulle silhouette minute. Il nero scompare sfrattato dai marroni sfumati, dai grigi, dai melanzana. Sederi fasciati da elastici-abbraccio su gonne anatomiche, spalle insellate e seni focalizzati da camicette aperte, con reggipetto sovrapposto. Un incanto. Come pure gli accessori disegnati dalla creativissima Silvia Venturini Fendi. Tutta di borchie si vuole vestire la femmina di Donatella Versace. Ma è royal il punk della Medusa. Cioè sexy e impeccabile, ripulito dalle provocazioni. «Non c'è traccia di quella rabbia giovanile sterile e aggressiva - spiega la stilista - è un modo colto di essere controcorrente». A Donatella il genere piace, come d'altronde piaceva a suo fratello. Non a caso in sala c'è Elizabeth Hurley che ai tempi rese famosi gli abiti di Gianni, serrati da spille di sicurezza. Ribelle e regale, così si presenta la nuova collezione, dove si riconoscono certe citazioni omaggio a Lady Diana, cliente affezio- nata. Lei oggi potrebbe osare il piccolo kilt grigio con la giacchina di tweed nero a doppio petto tutta chiodata sui polsi. Oppure l'abito in Principe dì Galles con il golfino di cashmere. H punk mischiato allo chic blasonato convince. E sono belli pure i paltò in tartan di lana boUita e sfrangiata, nei tipici gialh e neri del movi¬ mento nichilista. Anche la sera è punk-chic: il lungo abito black, scollatissimo, usa le borchie invece degli Strass, aprendosi dietro con una coda di seta tigrata. Le raffinate icone dei Settanta, da Bianca Jagger a Marina Schiano, rivivono in pedana da Blumarine che sul boccascena proietta vent'anni di campagne pubblici¬ tarie con tutte le top model. La stilista di Carpi rimescola le carte facendo convivere nei suoi ensemble suggestioni genere Biba, tocchi alla Jimmy Hendrix e dettagli da zarina. Declinati con femminilità, soprattutto nelle sottovesti Anni Venti, oro e nere dai preziosi decori d'antan, rifatti in chiave attuale. Guardarsi indietro per andare avanti. Mattiolo - pronto a lanciare la linea uomo la prossima primavera - ieri si è ispirato alle statuine decò per abiti dai motivi geometrici fìtti di Swarovski e giacche couture di mikado, a grandi volute. E' una zingara libera e romantica, fan delle sovrapposizioni, quella di Mariella Burani che abbatte i prezzi, cancella le star dal parterre e si concentra sul prodotto. L'abito toma, in cotone bianco, a trapezio, tridimensionale e svasatissmo al fondo da Jil Sander. Trussardi, invece, stampa sugli chemisier levrieri, guanti e utensili per lavorare la pelle. Da portare con spolverini punteggiati con 6000 paillettes in daino. Con Trend Les Copains si entra in un cartone animato in compagnia di Betty Boop che vive a Chicago negli Anni Trenta, vestita di chiffon e golfini d'angora, coprispalle che sono corolle di fiori in jersey plissettato. Velluti e toppe abbondano nel guardaroba di Maurizio Pecoraro, capace di rendere l'insieme originale e sofisticato. Abito sottoveste per la collezione autunno inverno presentata da Blumarine Mini-kilt e borchie perVersace Un abito iti passerella ieri da Fendi

Luoghi citati: Carpi, Chicago, Galles, Milano