L'Onu prepara una forza di pace per Haiti di Maurizio Molinari

L'Onu prepara una forza di pace per Haiti IL PRESIDENTE CONTINUA A RIFIUTARE DI DIMETTERSI MA USA E FRANCIA LO ABBANDONANO L'Onu prepara una forza di pace per Haiti ribelli: siamo alle porte della capitale, possiamo entrare in qualsiasi momento Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK I ribelli avanzano su Port-au-Prince e si apprestano all'assalto finale. Stati Uniti e Francia lavorano d'intesa per preparare ima forza di pace intemazionale e il Consigho di Sicurezza dell'Onu si è riunito nella notte per prendere iniziative in tempi stretti. A Haiti il presidente Jean-Bertrand Aristide sembra oramai stretto in una morsa militare e politica che lo spinge alle dimissioni. Gh insorti guidati da Guy Philippe controllano ormai la maggioranza del Paese e di fronte a loro hanno solo ciò che resta di un corpo di polizia di quattromila uòmini decimato dalle defezioni. «Ci stiamo riunendo alle porte della capitale e presto lanceremo l'attacco al palazzo presidenziale per arrestare Aristide», ha detto Philippe all'emittente Radio Vision 2000, precisando che «tutto sarà finito in poco tempo». Aristide prepara le difese e conferma di non volersi dimettere, ma politicamente ha ben poche carte da giocare dopo aver rifiutato il compromesso contenuto nel piano deU'Organizz azione degh Stati americani. Il ministro degh Esteri di Haiti, Joseph Philippe Antonio, ha tentato un blitz a Parigi per trovare ascolto dall'ex potenza coloniale, ma la risposta del ministro degh Esteri, .Dominique de Villepin, è stata lapidaria: «Il responsabile della cnsi è Aristide e si deve dimettere». Anche il Segretario di Stato, Colin Powell, è sulla stessa linea, e i suoi portavoce ieri hanno dato manforte a Parigi, seppur con toni più sfumati. L'intesa su Haiti fra Washington e Parigi segna il primo momento di convergenza in una crisi internazionale dopo il braccio di ferro sull'Iraq e apre la strada all'invio di una forza di pace multinazionale. Parigi e Ottawa hanno già assicurato che metteranno il grosso delle truppe, ma anche gh Stati Uniti saranno della partita, anche se con un contingente minore a causa dei già onerosi impegni dall'Iraq all'Afghanistan. La posizione di De Villepin a favore di una «forza di pace civile per sostenere un governo di unità nazionale» è stata nella notte al centro di una seduta del Consigho di Sicurezza, apertosi con la richiesta della Gia- maica di inviarla «dn tempi strettì», al massimo un paio di settimane. Guy Philippe sente di avere in mano la vittoria militare ma non forza i tempi per non rischiare di entrare in conflitto con la comunità intemazionale. «Non attacchiamo oggi ma prendiamo posizione aspettando il momento giusto», ha dichiarato il capo dei ribelli. La situazione di tensione spinge chi può ad allontanarsi da Haiti. Gh stranieri partono dall'aeroporto della capitale protetti dai soldati americani e altrettanto ha iniziato a fare il personale delle Nazioni Unite. Via terra centinaia di civili e decine di ufficiah hanno tentato di attraversare il confine con la Repubblica Domiaìcana, mentre cinquecento boat-people sono stati intercettati in mare dalla Guardia Costiera degh Stati Uniti. H presidente Usa, George Bush, è spinto ad agire dal rischio di un'emergenza profughi in Florida nell'anno elettorale, e anche dal fatto che Aristide è uno dei frutti della politi- ca del predecessore Bill Clinton. Fu infatti l'allora amministrazione democratica a reinsediarlo nel 1994 grazie a un intervento con ventimila marines. I democratici tentano tuttavia di sfruttare la crisi per mettere in difficoltà la Presidenza: una delegazione di parlamentari afroamericani si è presentata a sorpresa alla Casa Bianca chiedendo di essere ricevuta da Bush e lamentando «scarso interesse per la popolazione nera di Haiti» rispetto a quanto avviene in Iraq. E John Kerry, candidato favorito alla nomination democratica, sfida Bush a rompere gh indugi designando un inviato speciale per gestire la crisi neiCaraibi. Riunito il Consiglio di Sicurezza, Ottawa e Parigi pronte a fornire il grosso delle truppe. E' la prima intesa tra Bush e Chirac in una crisi dopo i dissidi sul Golfo La battaglia finale si avvicina, stranieri sgomberati da Port-au-Prince