Kerimov, un playboy russo prova a prendersi la Roma

Kerimov, un playboy russo prova a prendersi la Roma DALLA POLITICA AL CALCIO: LE NUOVE FRONTIERE DEI MAGNATI CHE SI PREPARANO AD IMITARE ABRAMOVICH Kerimov, un playboy russo prova a prendersi la Roma Origini caucasiche, milionario ed ex deputato della Duma, viene considerato il vero padrone di Nafta-Moskva che tratta con Sensi retroscena AnnaZafesova MOSCA BIONDE da rotocalco, petrolio e politica: fino ad ora il calcio non aveva mai figurato nella lista delle passioni di Suleiman Kerimov, 38 anni, playboy moscovita di origini caucasiche, milionario ed ex deputato della Duma. Eppure potrebbe essere proprio lui il giovane elegante russo sbarcato ieri a Roma per entrare nella fase decisiva della trattativa sull'acquisto del club giallorosso. Almeno è proprio Kerimov a venire considerato il vero padrone di Nafta-Moskva, la società russa che sta negoziando l'affare con Franco Sensi. Nulla di ufficiale, ovviamente: Nafta-Moskva non ha un'insegna sulla sua sede, né un registro degli azionisti trasparente (si parla solo di imprecisati azionisti ((persone fisiche e gjuridiche»), e i suoi manager affermano di ignorare il nome di Kerimov. In Russia questo non significa che si tratti di una società piccola e oscura: erede del monopolio statale sovietico per l'esportazione di petrolio, la Nafta è una compagma grossa e stimata. Con un presidente di tutto rispetto, Anatolij Kolotilin, anziano «apparatchik» che era sta¬ to viceministro del Gas negli Anni 80 e rappresentante commerciale sovietico nell'Iraq di Saddam Hussein. Il che spiega la partecipazione di Nafta al programma Onu «Gii for food)) e i progetti congiunti con Baghdad in attesa della fine dell'embargo. Ma il «si sa» moscovita, più affidabile di qualsiasi registro della camera di commercio, attribuisce il 25 per cento del pacchetto della società a Suleiman Kerimov. Personaggio che emerge nelle cronache mondane già milionario e uomo di successo, dopo un passato oscuro come quello della maggioranza dei faccendieri della Russia postcomunista. Sdoganato completamente ormai: Suleiman frequenta i migliori salotti ed è noto al grande pubblico più che altro per la rissa, con tanto di piatti rotti e guance graffiate, tra la cantante pop Natalja Vetlizkaja e la stella del Bolshoj Anastasia Volochkova che si contendevano il facoltoso corteggiatore. Con la Vetlizkaja, nota più che altro come mantenuta di lusso, il petroliere aveva avuto una relazione lunga: quando l'autista della cantante rimase ucciso da un rapinatore Kerimov offrì una taglia di 250 mila dollari per la cattura dell'assassino (ma qualcuno disse anche che in realtà il povero autista era stato vittima della gelosia del focoso milionario dal Caucaso). E sempre la vox populi afferma che dietro al clamoroso licenziamento dell'altra bionda fatale della sua vita dal Bolshoj d fosse sempre una vendetta di Kerimov. Duro e vendicativo, nonostante l'occhialino (con montatura d'oro e diamanti) da studente e gli abiti di sartoria che gli hanno conquistato il titolo di deputato più elegante, Suleiman ha fama di predatore anche negli affari. Ne sa qualcosa Andrej Andre e v, al quale Nafta-Moskva - insieme alla Mulhouse capital di Roman Abramovic e alla Rusal di Oleg Deripaska ha strappato tutto il suo patrimonio, che l'imprenditore è stato costretto a cedere per 90 milioni di dollari (la sola compagma di assicurazioni Ingosstrakh veniva valutata in 160). Una vicenda che ha coinvolto offshore ciprioti, firme falsificate, soci sequestrati e mai ritrovati, poliziotti corrotti e padrini della mafia siberiana. Il caso viene tuttora indagato, ma nel frattempo Kerimov era diventato invulnerabile in quanto deputato. Senza distinguersi nella politica pubblica, preferendo semmai quella occulta; alle elezioni 2003 Kerimov ha finanziato (secondo alcune voci, dietro esplicita richiesta del Cremlino) la lista nazionalista Rodina, che paradossalmente aveva come slogan principale la lotta contro g;li oligarchi. Appartenendo, come il suo amico Abramovic, al gruppo della vecchia ((famiglia» di Eltsin, forse Suleiman ha pensato di seguire il suo esempio dandosi apoliticamente al calcio e segnalando così al Cremlino di non avere interessi in Russia. Ma rimane anche il sospetto che, come nel caso Andreev, Kerimov in realtà faccia da mediatore per l'amico e socio che, essendo già proprietario del Chelsea, non può acquistare altre squadre. Come si ironizzava ieri a Mosca, è impossibile che Roman Abramovic, detto familiarmente Roma, resista alla tentazione di acquistare una squadra che porta già il suo nome. Gli emissari russi a Roma per trattare con Sensi si sono concessi una visita al fan-shop dei tifosi giallorossi