Juve, troppi sprechi Ci vorrà un'impresa per salvare la Coppa

Juve, troppi sprechi Ci vorrà un'impresa per salvare la Coppa CHAMPIONS LEAGUE: DOPO LA SCONFITTA DI LA CORUNA SI ANNUNCIA COMBATTUTISSIMA LA PARTITA DI RITORNO DEL 9 MARZO AL DELLE ALPI Juve, troppi sprechi Ci vorrà un'impresa per salvare la Coppa Il Deportivo segna con Luque sfruttando un errore di Thuram e i bianconeri non riescono a capitalizzare le occasioni create Marco Ansaldo inviato a LA CORUNA Tutto è ancora in gioco e l'I-O con cui la Juve è stata sconfitta a La Coruna si può certamente rimontare nel ritomo a Torino. Però che fatica, che sofferenza. Nessuno si illudeva di passeggiare nello stadio che i bianconeri non hanno mai violato però avevamo negli occhi l'esibizione dello scorso anno quando la Juve rimontò due gol e si impadronì del secondo tempo, annunciando agli spagnoli quanto avrebbero patito più dolorosamente in seguito, tra Barcellona e Real Madrid. Questa partita è stata un'altra cosa. Il Deportivo Iha dominata nel gioco, la Juve Iha controllata nel punteggio anche grazie all'inconsistenza dei galiziani in zona gol. Perdere Makaay, per loro, è stato un problema, non sapendolo sostituire. Adesso fanno girare il pallone come mille mulete attorno al toro e non c'è nessuno che ficchi la spada nel collo della bestia. Buon per la Juve. Alla fine si può persino rimpiangere le occasioni limpide sprecate da Del Piero e Miccoli (ma se sbagliano i piedi buoni, che vuol dire?), si può imprecare per un netto tocco di Andrade con la mano non visto dall'arbitro quanto una spinta di Zambrotta nella ripresa. Soprattutto ci si può preoccupare per gli infortuni che hanno costretto a uscire Trezeguet e Monterò, di nuovo in spolvero. Il golletto di Luque è una ben piccola condanna, che si può condonare se la Juve azzeccherà a Torino una prestazione non altrettanto rinunciataria. Serviranno gli uomini d'oro, che oggi giocano di latta: Del Piero, Nedved, magari un Miccoli più presente a se stesso. E una cerniera di centrocampo diversa. Nonostante gli stranguglioni dell' inizio e l'enroraccio di Thuram sul gol, la difesa è il reparto che ha dato di più. Il Deportivo è andato al tiro sbagliando spesso mira. Gli sarebbero servite le porte più grandi. E pensare che se un geometra dell'Uefa, probabilmente uno svizzero, non avesse misurato scrupolosa- mente l'altezza delle traverse nessuno si sarebbe accorto che erano di cinque dita più basse, a 238 centimetri da terra invece che a 244. Le avevano rialzate rimediando all'irregolarità che si perpetuava forse dall'ultima partita di Champione League, il 25 novembre contro l'Aek. Gli spagnoli in queste cose non sono precisi quanto gli svizzeri. Nello scambiarsi il pallone invece lo sono molto più degli italiani di nascita o acquisiti da contratto con la Juve. Vedere il palleggio del Deportivo è uno spettacolo, perchè fluisce rapido e insistente come una cascatella. Al confronto i bianconeri sembravano cavare la palla da pozzanghere inesistenti, tanta era la fatica. Non è una questione di sensibilità nei piedi, che Del Piero non può avere peggiori di Sergio o Valeron: sono la mentalità e l'abitudine a fare la differenza. Gli spagnoli si allenano naturalmente a questi scambi che da sempre la Juve patisce e ieri, forse. li ha subiti meno che nelle altre tre occasioni (in quattro anni) in cui s'è presentata allo stadio «Riazor». Lippi aveva scelto una formazione più attezzata sulle fasce, sapendo che da lì erano nati i problemi. Dentro Pessotto e fuori Camoranesi, con Zambrotta spostato al posto dell'oriundo argentino. Un modo per mighorare le fortificazioni. Peccato che ad aprire il portone fossero un paio di scempiaggini juventine come quella di Legrottaglie che al 4' consegnava la palla a Valeron proprio ai limiti dell'area. Tristan, servito dal compagno, non batteva subito e Legrottaghe contrastava il tiro. Ci avevano detto che Tristan è in crisi: ne avevamo la conferma. Bloccato con una certa efficacia sulle fasce, il Deportivo si concentrava sul centro: le incursioni di Valeron erano profonde e sfruttavano l'incertezza di Tacchinardi, sia nel contrasto che nel trovare la posizione. Al suo fianco, Appiah pativa moltissimo, di sicuro Conte avrebbe dato altro nerbo al centrocampo. Restava Zambrotta a fare da boia e da impiccato. La Juve prendeva le misure, anche perchè calava il ritmo assatanato degli avversari. Intorno alla mezz'ora qualche colpo estemporaneo illudeva che il match cambiasse padrone: Nedved imbeccava Del Piero solo davanti a Molina che gli respingeva il tiro; subito dopo Andrade, cadendo in area, levava con la mano la palla a Trezeguet. Era il momento di colpire, il Deportivo perdeva un po' fiducia. Invece Thuram sbagliava l'impatto di testa sul cross agevole di Scaroni e Luque puniva tutti con un tiro angolato. Era il gol partita, perchè nonostante l'insistenza il Deportivo non trovava lo spazio e il coraggio per impegnare Buffon, la preparazione al tiro era tanto elaborata da consentire sempre a uno juventino di metterci una pezza. Né la Juve, con Miccoli al posto di Trezeguet, sapeva colpire nelle rare palle salvate con passaggi decenti: Conte sfiorava il gol di testa e Miccoli, a tu per tu, con Molina non trovava di meglio che sparare sopra la traversa, per quanto rialzata da un geometra svizzero. SBARetm Valeron, qui contrastato da Pessotto e Tacchinardi, èstatotra I migliori contro la Juventus ma si è «mangiato» un gol EBSEsana (4-2-3-1) 4 Molina 6,5; Scaloni 6, Andrade 5,5, Naybet 6, Romero 6; Sergio 6,5, Mauro Silva 7; Victor 5 (40' st Manuel Fabio), Valeron 6, Luque 6,5 (36' st Fran sv); Tristan 5 (24' st Fandiani 5,5). (4-3-1-2) Q Buffon 6,5; Thuram 5,5, Legrottaglie 6, Monterò 7 (IT st Birìndelll 6), Fessotto 6 (18' st Conte 6); Zambrotta 6, Tacchinardi 5,5, Appiah 5; Nedved 5,5; Trezeguet 5,5 (V st Miccoli 5,5), Del Fiero 5. Ali.: Irureta 6 | AII.:Lippi6 Arbitro: Veissiere 5,5 (Francia) Reti: 37' pt Luque Ammoniti: Naybet, Conte Spettatori: 30 mila circa. I ■. ; ii

Luoghi citati: Barcellona, Francia, Madrid, Reti, Torino