Banche, molte le fusioni ma l'Europa resta lontana

Banche, molte le fusioni ma l'Europa resta lontana IL CREDITO Ai RAGGI X ■ ••■:''"':-:-''- SELLA: IL DIVARIO CON LA UE SI E' RIDOTTO DECISAMENTE Banche, molte le fusioni ma l'Europa resta lontana Passera: in nessun altro settore c'è un tale livello di concorrenza Tabacci: il credito si muove con logiche di potere autoreferenziale inchiesta Francesco Manacorda . TRA ì rami di quella che fu la foresta pietrificata del credito leggendario copyright di Giuliano Amato - spira un vento di tempesta: banche e banchieri ai mìnimi storici della popolarità e, viceversa, ai massimi dell'interesse giudiziario; i vertici di Capìtalia, Banca Intesa, Sanpaolo Imi e Unicredit che sfilano in Parlamento di fronte a Commissioni mai così agguerrite; ora l'avviso di garanzia che colpisce il Governatore Antonio Fazio, suprema e finora insindacata autorità del sistema creditìzio. Ma già l'immagine dì un quadro bancario fossilizzato suscita più dì una protesta. «Sono andato via dal mondo delle banche sette anni fa, lasciando l'Ambroveneto, e quando sono tornato a Banca Intesa - spiega l'amministratore delegato del gruppo Corrado Passera - il sistema era quasi imconosdbile sia per i risultati raggiunti sìa per solidità che per struttura proprietaria. Oggi la quasi totalità del sistema bancano è privato e l'aO1}*! è addirittura quotato. Il livello dì concorrenza che c'è all'interno dì questo sistema forse non c'è in nessun altra settore dell'economìa e come efficienza non siamo in alcun modo lontani dalle medie europee. In alcuni casi siamo anche più avanti. E' stato fatto un lavoro enorme, anche se c'è ancora'un milione dì cose da fare soprattutto per migliorare il livello di servizio al cliente». Sullo stesso fronte sì schiera naturalmente il presidente dell'Abì Maurizio Sella, impegnato in queste settimane in una difficile azione dì difesa. «Quella della concorrenza europea - dice - è una partita che le banche italiane non hanno paura dì affrontare e che ora, dopo un decennio di grandi trasformazioni, possono giocare ad armi pari. Oggi lltalia può contare su banche solide ed efficienti che hanno ridotto il divario di competitività col resto d'Europa. Naturalmente dobbiamo proseguire in questa direzione, che implica ùnà ulteriore crescita dimehsionale anche per ì maggiori gruppi. E' prevedìbile che, conTallargamento dellUe e il consolidamento dell'area delTEuro, sì possano avviare processi dì integrazione a livello cross border». L'Abì, del resto, è prodigo di dati per dimostrare che in dieci anni o poco più - il Testo unico sulle banche è del 1993 - l'Italia del credito ha messo il turbo: «Nel 1993 - spiega un suo documento dedicato appunto alla crescita del sistema la dimensione media delle prime banche italiane era pari a 80 miliardi di euro mentre nel 2002 era praticamente raddoppiata», sfiorando i 160 miliardi. E ancora, un processo dì aggregazione che ha ridotto del 3007o la consistenza numerica degli istituti concentrandosi su quelli più grandi, visto che «in termini di ammontare di fondi intermediati e all'inìzio del periodo le aggregazioni del decennio scorso hanno coinvolto più del 5007o del sistema bancario italiano». Il tutto continuando a offrire quella sicurezza sui depositi bancari che lo stesso Fazio ha rivendicato due settimane fa in un discorso a Genova: «Il risparmio affidato alle banche e da queste impiegato in favore delle imprese ha dì fatto beneficiato dì ' una garanzìa assoluta nell'ultimo mezzo secolo». «Certo, quando si parla dì costì ed efficienza del sistema bancario si sono fatti dei passi avanti - rephca il presidente della Commissione Attività produttive della Camera Bruno Tabacci - ma di sicuro non siamo nell'Eden. Non è un caso se oggi le banche sono al minimo della popolarità nei sondaggi». Un'emergenza dì cui anche Sella è ben cosciente: «Si tratta dì una situazione generale che va dall'andamento non brillante dell'economia, all'emissione di bond da parte dì imprese con bilanci risultati inattendibili. Perciò l'impegno deve essere dì tutti. Le banche non sono rimaste con le mani in mano, a, cominciare da PattiChiari. Stiamo anche lavorando ad un tavolo con le altre associazioni dì imprese per trovare proposte comuni». - Ma nel mirino dì Tabacci c'è anche e soprattutto quello che vede come il blocco quasi monolitico del potere bancario «rispetto al quale il sistema polìtico, industriale, perfi¬ no editoriale, paga un prezzo elevato». Per quémie riguardai rapporti tra banca e impresa, dice il presidente della Commissione, «il sistema bancario sì è spesso mosso sui grandi gruppi con logiche di potere autoreferenziah e con un Governatore che è parso più un centravanti che un arbitro». Si stava meglio quando sì stava peggio, quando quella De da cui Tabacci proviene controllava in modo ferreo il sistema del credito attraverso le Casse dì risparmio? «Non ho nostalgìa dì quella fase e non mi'interessa confrontarla a quella, attuale con le Fondazioni. Ma quello che non accetto, e non da oggi, è che si enfatizzino i risultati raggiunti quando molte cose lasciano a desiderare». «Tra le buone notìzie nel mondo bancario - taglia corto Marco Guado, che insegna Economia degli intermediari finanziari alla Bocconi di Milano - c'è stata senza dubbio ' una fase importante dì ristrutturazione, con gli indicatori di efficienza che sono ormai decentemente allineati a livelli intemazionali. Le cattive notizie, invece, sono due: sul lato del rapporto con ì risparmiatori su cui il sistema si è giocato la fiducia e su quéllo'déi rappòrti con le imprese,'dove vicende come Parmalat dimostrano che nonostante si siano riempite la bocca con espressioni come "corporate finance'le banche continuano a fare credito allo stesso vecchio modo di prima». Tema ricorrente è anche quello del nanismo delle banche italiane, che marciano relativamente tranquille in patria, ma rischiano di inciampare appena traversati i patrii confinì. Una situazione cui fa da corollario l'atteggiamento dì Bankitalia, che finora ha tenuto le banche straniere relativamente lontane dal controllo degli istituti italiani - anche se in tre delle quattro nostre maggiori banche il primo socio veste la maglia di un altro paese - e sembra contraria a ulteriori aggregazioni al vertice del sistema, come quella tra Unicredit e Sanpaolo-Imi dì cui molto si chiacchiera negli ultimi mesi. Sul tema delle dimensioni delle banche reagisce ad esempio Passera, difendendo le scelte del Governatore: «Le grandi banche commerciali italiane sì stanno avviando ad avere dimensioni di tutto rispetto dove comunque gran parte delle economìe di scala si possono già fare. Credo che sia stato un merito far crescere e consohdare il sistema bancario italiano facendo crescere al contempo la concorrenza che è la priorità nell'interesse del cliente». Più netta l'opinione di Tabacci: «Ci sono una o due operazioni da fare tra i grandi istituti e poi bisogna aprire all'estero, chiedendo però la reciprocità». Di fronte all'attacco di cui il mondo bancario si sente oggetto c'è anche chi vede il rischio del «credit crunch», l'erosione del credito alle imprese da parte dì un sistema creditizio messo nel mirino dalla politica e della magistratura che parta ritirando proprio ì crediti da quelle aziende più sane da cui sa di poter riottenere il denaro prestato. Ma è un rischio che Passera non vede né nel suo gruppo né altrove: «Non ho l'impressione che il sistema si stia muovendo in questa direzione e certamente non lo fa Intesa. Negli ultimi due anni abbiamo aumentato gli impieghi, con le piccole e medie imprese di tre miliardi di euro e anche adesso stiamo aumentando il nostro impegno a supporto dell'economia e del paese». Banca Intesa 278,965 13277] LE REGINE DEL CREDITO IERI E OGGI DATI IN MILIARDI DI EURO Unicredito 212,330 [4176] Sanpaolo Imi 202,712 [3069] Capitalla 1.40,645 [1923] 43,02* *2,439 H 31r758 I Montepaschi Bnl H B B 1 TOTALE ATTIVO LORDO 12002 Tra parentesi il numero degli sportelli TOTALE ATTIVO LORDO 1987 NUMERO DEGLI SPORTELLI OPERATIVI 30.000 27.500 25.000 22.500 20.000 17.500 15.000 12.500 Banche Popolari Unite 62,960 [12,06] Antonveneta Banca Pop. Verona e Novara 27,730 m 27,414 49,568 1 | 47,893 [1055] \ |.[1150] 10.000 1970 Banca Pop. Emilia Romagna :. DeregolarTfgfffiaStone ■ (Pf; apertura sportelli ppawp--- :■ 1 1. 1975 1980 1985 1990 1995 2000 Banca Pop. Lodi 24,754 II 24,389 35,830 1 | 35.047 [1063] | [727] Banca Pop. Milano 32,514 [566] Mediobanca Banca Lombarda e Piemontese Fineco Group (gruppo Capitalla) 30,503 1 1 29.297 . M [770] 1 22.256 12,885. 11,773 10,699 10,348 Bnl Comit Banco di Roma Banco di Napoli Credito Italiano San Paolo Monte Paschi Siena Carìplo Banca dell'Agricoltura Banco di Sicilia Popolare di Novara Banco Santo Spirito 9,907 Cassa Risp. di Roma 9,213 Cassa Risp. di Torino 8.797 Banca Pop. Milano 1156 J108 FUSIONI, INCORPORAZIONI E TRASFERIMENTI DEL CONTROLLO NEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO C^ NUMERO BANCHE ©FUSIONI, INCORPORAZIONI E ACQUISIZIONI MAGGIORANZA 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 SM