Il Cremlino cerca una fotocopia del Presidente

Il Cremlino cerca una fotocopia del Presidente Il Cremlino cerca una fotocopia del Presidente Il favorito sembra il titolare della Difesa Ivanov, ex Kgb e compagno di università MOSCA Mai un toto-premier è stato più confuso e inconcludente di quel giro di scommesse che sono state fatte nelle ore successive al licenziamento del governo di Kasjanov. Spiazzato dalla mossa a sorpresa del presidente Putin, il mondo politico moscovita azzarda cautamente ipotesi che pescano nell'entourage di intimi di zar Vladimir, anche se qualche esperto non esclude nomine inaspettate di uno sconosciuto. Come era lo stesso Putin quattro anni fa: secondo la Costituzione, in caso di necessità è il premier a sostituire il capo di Stato e da alcune indiscrezioni degli ultimi giorni sembra di capire che al Cremlino stanno pensando di ripetere nel 2008 l'operazione «erede» che Boris Eltsin aveva inventato per il suo successore. Probabilmente il nuovo capo del governo non sarà più un personaggio politicamente mesistente come Kasjanov e il suo nome indicherà la direzione che la Russia seguirà nei prossimi quattro anni. Le ipotesi più diffuse si articolano nella tema formulata da un pobtologo «economista liberale-"silovik"- liberaletecnico». Nel caso della scelta di un «silovik» (che nel gergo del Cremlino significa un uomo dei servizi o dell'esercito, più o meno conservatore e nazionalista) il nome è imo solo: Serghej Ivanov, ministro della Difesa. Considerato per un certo periodo il numero 2 del Cremlino, era già stato quotato come possibile premier quando Kasjanov era diventato vacillante, e lo stesso Putin una volta si è lasciato scappare che ad avere accanto Ivanov «ci si sente al sicuro». Per anni agente del Kgb nei paesi dell'Occidente, il generale sembra per certi versi la copia del presidente: quasi coetanei, vengono dalla stessa città, Pietroburgo, dalla stessa università (facoltà di legge), dallo stesso servizio segreto, condividono anche gh stessi modi freddi e precisi e lo stesso umorismo gelido. Quella di Ivanov sarebbe però una nomina politica, che per giunta potrebbe inquietare l'Occidente dove il ministro della Difesa viene visto come un «falco». Un «silovik» (tra gh altri viene fatto anche il nome di Boris Gryzlov, ex ministro dell'Interno ora speaker della Duma, e del "superman russo", il ministro della Protezione civile Ser¬ ghej Shoigu) non potrebbe poi adempiere ai compiti economici posti da Putin. L'ipotesi "economista liberale" vede al primo posto Alexaj Kudrin, primo vicepremier e ministro delle Finanze nel governo uscente. Economista di formazione e professione, pietroburghese, aveva lavorato con Putin-negli anni '90 e si dice che proprio a lui 3 presidente deve il suo trasferimento a Mosca e il salto di camera che l'ha portato all'amministrazione del Cremlino. Le quotazioni professionali del 44enne Kudrin sono alte, la sua reputazione di liberale consolidata, e le ambizioni note: già qualche mese fa aveva confessato che gli "prudono le mani" dalla voglia di riformare il governo e l'economia. Una nomina che verrebbe ben accolta all'estero - dove Kudrin è conosciuto come abile negoziatore del debito russo e interlocutore dei governi occidentali - ma che non porterebbe voti all'interno del Paese dove il vicepremier è quasi sconosciuto. E' improbabile però cbe il presidente decida di farsi affiancare da qualcuno dei riformatori carismatici degli anni '90 come Grigorij Javlinskij o dall'ideologo economico degli ultimi anni Gherman Gref, troppo invisi agli elettori. Semmai potrebbe prevalere l'ipotesi del tecnico, come il premier ad interim Viktor Khristenko, buon organizzatore che sa trattare con governatori e lobbisti. Ma Vladimir Putin ha mostrato di essere capace di sorprese e qualcuno scommette sulla nomina di un personaggio medito, per esempio un governatore popolare. [a.z.J Il ministro della Difesa, Ivanov

Luoghi citati: Mosca, Pietroburgo, Russia