Collegno ha il piano regolatore
Collegno ha il piano regolatore E' SCRITTO IN MODO ACCESSIBILE A TUTTI/MA NASCE VECCHIO A CAUSA DELLA LENTEZZA BUROCRATICA Collegno ha il piano regolatore Oggi la presentazione al castello del Valentino Patrizio Romano COLLEGNO Il Piano regolatore di Collegno fa scuola. Ed è per questo che, nel salone d'onore del Castello del Valentino, domani alle 9,30, si svolgerà un convegno per analizzarne modi, tecniche e linguaggi innovativi. E la prima novità è a semphcità del progetto, che elimina sigle e abbreviazioni astruse. «Dare ^omi come "i bordi della' città" o "zona case alte" o "i luoghi del lavoro" è un mezzo semplice per rendere più fruibile, anche con il linguaggio, il Piano - spiega l'ex assessore Paola Valentini -. Essendo uno strumento fatto con e per i cittadini, deve essere leggibile da tutti: insomma, una forma di accessibilità è di democrazia. Perché si devono abbattere le lobby dei | professionisti, gli unici in grado di leggerei Piani». Ma questo non è l'unico problema da superare. Ad esempio, il Prgc collegnese, approvato da poco, sembra quasi avere finito la sua spinta propulsiva. «Noi ci abbiamo messo 8 anni per finire l'iter - confessa il sindaco Umberto D'Ottavio -. Bisogna dirlo: le procedure urbanistiche sono orami troppo lente e devono essere modificate. I Prgc nascono già vecchi». Per questo Collegno è stata costretta ad approvare alcune varianti che anticipavano il Piano. Viale Certosa, la strada che collega corso Marche alla tangenziale, la nuova area per insediamenti industriale a ridosso della statale 24, la piazza civica nel centro cittadino, il centro per la ricerca e la cura dell'Alzheimer, il Parco agronaturale della Dora: questi alcuni dei punti già realizzati o quasi in dirittura d'arrivo. «Con questa lentezza, però, si rischiano di perdere molte occasioni - afferma l'architetto Marina Massimello -. Aziende non si rilocalizzano, fondi non si sfruttano». Insomma, la burocrazia uccide i Piani regolatori. «C'è una proposta che alleggerisce la Regione dall'approvazione del Piani dei comuni ariunette D'Ottavio -, affidando alla Provincia questo compito e conservando per sé la supervisione a livello di macrostrutture. Ma è rimasta lettera morta: sta in un cassetto dal 2000». Questi i due temi all'ordine del giorno del convegno: rendere più agevole la lettura e la fruizione dei Prgc da parte dei semplici cittadini, e sveltire il loro iter per non renderli attuativi quando la realtà fotografata dai progetti è ormai mutata. «I sindaci rischiano di non veder mai realizzato quanto han¬ no progettato - dice D'Ottavio -, perché il tempo che serve ad approvarlo è di circa 10 ann, mentre un primo cittadino dura in carica solo 5». E lui si sente quasi fortunato per averne impiegati solo 8. Cioè quattro quinti del suoi due mandati. «Noi abbiamo scelto di non veder crescere la popolazione e di puntare sullo sviluppo sostenibile - conferma -, dando nuovi spazi alle aziende, ma conservando le nostre aree verdi, come il Campo Volo, Ma tutto questo passerà in eredità al mio successore». E di questo handicap chiederà una risposta all'assessore regionale Franco Maria Botta. Mentre saranno proprio gli architetti a partire dal preside della Facoltà, Carlo Olmo, a spiegare «Gli ingranaggi del Piano», che è poi il titolo del convegno. mmKKImim mmKKImim A Collegno il piano regolatore è arrivato dopo un'attesa di otto anni
Persone citate: Carlo Olmo, D'ottavio, Franco Maria Botta, Marina Massimello, Paola Valentini, Umberto D'ottavio, Valentino Patrizio Romano
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