Le Cinque giornate rivivono a Torino

Le Cinque giornate rivivono a Torino IG SOTTO LA MOLE IL FILM RAI: «A MILANO SAREBBE IMPOSSIBILE» Le Cinque giornate rivivono a Torino Giovanna Favro Il luogo ideale per girare un film intitolato «Le Cinque giornate di Milano»? Torino. Non è una boutade, ma una precisa scelta del regista Carlo Lizzani e della produzione, la milanese «Progetto e immagine», che s'apprestano a sbarcare in città per il primo ciak: il regista tornerà a girare sotto la Mole dopo il successo di «Maria José, l'ultima regina» (che aveva lo stesso produttore): anche in questo caso il film, in due puntate, andrà in onda sulla Rai. Per il cast, si parla di Giancarlo Giannini e Fabrizio Gifuni. L'avvio delle riprese, che si protrarranno in città per setteotto settimane, è previsto a marzo. Così, nei prossimi giorni Torino si travestirà da capitale meneghina: gli intemi del castello di Moncalieri diverranno nella fiction quelli del Castello Sforzesco, mentre Palazzo Barolo e Palazzo Saluzzo Paesana saranno case patrizie della capitale lombarda nel 1848. Gli inter¬ ni del municipio di Moncalieri saranno un commissariato, che piglierà invece in prestito la facciata dal Real Collegio. Alcuni ambienti dei «Poveri Vecchi» sono la «location» del carcere e dell'ospedale milanese; una casa di ringhiera che sarà immortalata da Lizzani sarà in realtà l'ufficio dell'Asl di via Vanchiglia 4, mentre è ancora da sceghere la piazza in cui ben mille e 200 comparse saranno impegnate negli scontri sulle barricate, con tanto di assalto della cavalleria austriaca del maresciallo Radetzky. Nell'ultima settimana di riprese, la produzione traslocherà a Milano per girare gli estemi «irrinunciabili», necessari a rendere efficace l'ambientazione meneghina. A spiegare il motivo della scelta è il produttore, Maurizio Manni: «Sono milanese, ma devo ammettere che nel cinema, rispetto a Torino, la mia città è rimasta all'età della pietra. La vostra Film Commission offre un supporto ottimo, di cui non c'è l'ombra in Lombardia. A Milano è impensabile bloccare il traffico, e non esiste, come da voi, un archivio di "locations" cui attingere: cercavamo palazzi, strade e piazze della Milano del '48, e ci hanno immediatamente proposto parecchie soluzioni»; Il «location-production manager» di Film Commission, Daniele Segre, ha accompagnato Lizzani nei sopralluoghi: «Ma a Torino - dice ancora il produttore Manni - ci offrono anche uffici, locali per le attrezzerie o la sartoria, un'assistenza complessiva di cui non c'è traccia, salvo in parte a Roma, in nessun'altra parte d'Italia». Unici nei: «Le troupes che vogliono girare nella vostra città sono ormai così tante che spesso si accavallano e tocca un po' mettersi in coda». Secondo: «Non appena s'è saputo che avremmo lavorato a Torino hanno iniziato a telefonarci decine di piemontesi interessati ad essere assunti come comparse. In effetti ne recluteremo molte, ma più avanti: per ora l'ufficio casting che apriremo in città è ancora inattivo».