Da Prodi a D'Alema a Lula - il vizietto dei «consigli»

Da Prodi a D'Alema a Lula - il vizietto dei «consigli» Da Prodi a D'Alema a Lula - il vizietto dei «consigli» Giulia Zonca SCEGLIERE una formazione non è solo questione di tattica, tra il 4-4-2 e la difesa a uomo si insinua spesso la voce del padrone. Ci sono consigh, sussurri e più spesso grida che i potenti non riescono proprio a trattenere. Durante i Mondiali di Francia, in pieno delirio «megho Saggio o Del Piero» Romano Prodi decide di intervenire a gamba tesa con un premuroso consigho: «Se ci sono due grandi atleti, devono andare in campo tutti e due. Il Paese vince solo con la concertazione». Cesarone Maldini, allora et, non la prende benissimo, evita i giri di parole e liquida l'intrusione senza cerimonie: «Sapevo che Prodi era esperto di bicicletta». Quell'estate però non si parla d'altro, chiunque crede di conoscere la formula magica per bilanciare i trequartisti e l'uscita del presidente del Consigho (era il 1998) rotola placida insieme ai miliardi di conversazioni da bar e viene dimenticata prima che l'Italia si schianti contro il golden gol francese. Più agitato l'intervento di Massimo D'Alema sulla campagna acquisti di Sensi. I due sono sempre andati d'accordo, il presidente dei Ds è stato persino omaggiato di ima maglia numero 9 con il suo nome eppure, l'anno scorso, dopo un paio di scivoloni sul mercato il tifoso ha bastonato il presidente. «Non riusciamo più a comprare nessuno, forse Sensi oggi avrebbe problemi a ingaggiare anche me». La curva sud se la prende, le radio romane vengono invase dagli insulti più fantasiosi e per bilanciare il parere dell'illustre scontento si scomoda il senatore a vita Giulio Andreotti che richiama il popolo giallorosso all'unità e sostiene gh acquisti sparagnini di Sensi. Messaggio democristiano e trasversale dato Giulio Andr da uno che non ha mai usato i microfoni per fare l'allenatore. Andreotti ha sempre preferito lavorare dietro le quinte e non per i dettagli, lui ha pensato agli ingaggi che contano come quando ha accompagnato la dirigenza giallorossa fino alla firma di Falcao e Cerezo. All'estero ci vanno ancora più pesante: Lula, il presidente del Brasile, ha strapazzato l'allenatore della Selegao Carlos Alberto Parreira in mondovisione. E' la squadra che ha vinto l'ultimo campionato del mondo e che non perde da 15 partite di fila, ma a lui non piace. Dopo uno scialbo mero 9 pareggio contro il Perù nelle quahfìeazioni ai prossimi mondiali, Lula ha contestato tutta la formazione e Parreira si è messo suU'attenti. «Ho il massimo rispetto per il mio presidente, è libero di dire quello che pensa» e via con un po' di tum over giusto per confondere gh schemi e dare l'impressione di aver cambiato idea. Il presidente del Camerun Biya è andato anche oltre, due mesi fa, prima dell'inizio della Coppa d'Africa ha cambiato addirittura le convocazioni del tecnico tedesco Winfried Schaefred inserendo nella lista lo stagionato Patrick Mboma. Il suo pupillo ha segnato quattro gol nelle prime due uscite, ma la squadra ha lasciato presto il torneo e se ne è tornata a casa fra le critiche. Era andata megho nel 1990 quando Biya, che in effetti di calcio ci capisce, aveva premuto per avere ai mondiali italiani Roger Milla, un giocatore di 38 anni in esilio nel campionato indonesiano. Milla è diventato l'uomo simbolo dei Leoni indomabili arrivati a sorpresa fino ai quarti e l'eterno presidente si è conquistato il diritto di scegliere sempre gh undici titolari. L'invasione più clamorosa (e inimitabile) resta quella dello sceicco Fahad Al Savah che ai mondiali del 1982 si è catapultato dalla tribuna al campo per dire la sua. Il Kuwait stava perdendo con la Francia per 3-1 e al quarto gol l'arabo ha deciso che era troppo da sopportare per un uomo del suo rango. Prima ha ululato dalla tribuna, poi ha aggirato qualsiasi regolamento e si è presentato fra i giocatori dando le sue indicazioni. Non ci ha nemmeno ripensato nel dopo partita: «L'arbitraggio non aveva senso e la squadra aveva perso la testa e se sono arrivato fino al terreno di gioco vuol dire che nessuno me lo ha impedito». Gh addetti alla sicurezza sono avvertiti. L'ex premier diessino ha strigliato Sensi: non compri nessun giocatore Il presidente del Camerun dà la formazione al et della nazionale E lo sceicco irrompe sul terreno e urla ai suoi Giulio Andreotti riceve la maglia della Roma con il numero 9 -

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